Tesla e lo sciopero svedese: il punto della situazione fra sentenze e azioni di solidarietà
di Giulia Favetti pubblicata il 27 Dicembre 2023, alle 09:01 nel canale Auto ElettricheIl 27 dicembre inizierà il secondo mese di sciopero contro Tesla da parte dei suoi lavoratori svedesi: in questi 60 giorni il movimento partito da soli 130 operai metalmeccanici ha dato vita a un effetto domino che ha investito anche altri Paesi, arrivando fino alle porte della Gigafactory di Berlino. E il contraccolpo inizia a farsi sentire
Dal blocco delle operazioni di scarico nei in quattro porti svedesi - Malmö, Södertälje, Göteborg e Trelleborg - dove attraccano le navi di Tesla, al rifiuto di officine ed elettricisti a mettere mano sui prodotti del marchio texano (auto e Superchargers), allo stop di PostNord per la consegna della corrispondenza verso la società (comprese le targhe delle nuove vetture), queste ultime settimane sono state caratterizzate da azioni sempre più mirate a mettere Elon Musk in ginocchio, piegandolo davanti al modello lavorativo e sociale del nord-Europa a cui anche uno degli uomini più ricchi del mondo deve sottostare.
A tirare le somme sono state diverse testate, fra cui: Reuters (x2), The Guardian, The Verge, The New York Times e ApNews, ma anche noi di Hardware Upgrade stiamo monitorando la situazione fin dal primo giorno.
La vicenda è iniziata il 27 ottobre - probabilmente una data che diventerà storica, e non solo per Tesla - con un manipolo di uomini (130 operai metalmeccanici, secondo quanto riportato da If Metall, il sindacato svedese che sta tenendo le redini dello sciopero) decisi a incrociare le braccia per difendere il modello non solo lavorativo, ma anche sociale, che da sempre costituisce la spina dorsale del Nord Europa e che si basa sulla stipulazione di contratti di lavoro collettivi e sull'appartenenza al sindacato della propria categoria.
Due punti su cui Musk, in ogni nazione in cui ha messo piede (sia con unità produttive, sia con una rete commerciale post-vendita, come nel caso della Svezia) si è sempre fortemente opposto, vincendo ogni possibile protesta. Ad onore del vero, anche nel Paese scandinavo il CEO di Tesla ha fatto il bello e cattivo tempo per diversi anni, ignorando le richieste di If Metall di sedersi a un tavolo di trattative fin dal 2018, probabilmente credendo (e illudendosi) di avere il coltello dalla parte del manico.
Al 24 di dicembre la situazione è la seguente: le azioni di solidarietà verso il sindacato svedese sono partite da ogni angolo del paese scandinavo, oltrepassando anche i confini geografici (ma non sociali) svedesi, smuovendo sindacati, aziende e fondi pensione anche in Norvegia, Danimarca e Finlandia.
La nazione della sirenetta è quella da cui probabilmente partirà il colpo peggiore per Musk: non solo il suo sindacato 3F Transport ha dato il via ad azioni di solidarietà verso If Metall, boicottando a sua volta Tesla, ma dello stesso avviso è anche Pension Danmark, un fondo pensione con circa 317 miliardi di corone danesi (~ 46 miliardi di dollari) in gestione, che ha affermato di aver venduto le sue quote societarie nella casa automobilistica, del valore di circa 69 – 70 milioni di dollari. In aggiunta, "alla luce del conflitto che si sta estendendo alla Danimarca e dell'ultimo e categorico rifiuto di Tesla di raggiungere accordi collettivi in qualsiasi paese" il marchio automobilistico è stato inserito nella lista nera delle società in cui investire.
Paedagoernes Pension, il fondo pensione degli insegnanti danesi, ha seguito l'esempio di Pension Denmark, vendendo la propria quota partecipativa, pari a 242 milioni di corone (~ 35 milioni di dollari) perché "non intendiamo scendere a compromessi sui nostri valori fondamentali", come affermato in una nota dal CEO Sune Schackenfeldt.
Musk ha perso ulteriore terreno anche in Svezia, dove la sentenza a suo favore verso le azioni di sciopero intraprese da PostNord, che si rifiutava di consegnare la corrispondenza a Tesla (comprese le targhe per le nuove vetture) è stata annullata dalla decisione di un secondo tribunale: la questione è ora sospesa, in attesa che la corte di grado più elevato possa chiudere la contesa fra la casa automobilistica e il servizio postale nazionale svedese, che per adesso mantiene le braccia incrociate.
Thank you, Sweden!
— Elon Musk (@elonmusk) November 27, 2023
Tirando le somme, Musk, che per anni ha trasformato in oro tutto quello che toccava e che ha dimostrato di sapersi sempre rialzare da ogni caduta, sta iniziando a collezionare diverse porte sbattute in faccia, boicottaggi, e allontanamenti.
Oltre allo sciopero svedese, di cui ancora non si vede la fine, X ha perso milioni in introiti pubblicitari (e probabilmente ne perderà altri) per via dell'allontanamento di diverse società (fra cui Disney) dalla piattaforma al tempo nota come Twitter.
Quest'ultima vicenda ha avuto come ciliegina sulla torta l'impulsiva (e molto poco pacata) reazione di Musk, non solo per la frase rivolta a Bob Iger (CEO di Disney), ma anche per la decisione di far pagare ai clienti di Tesla la rottura dei rapporti fra il marchio e la società di intrattenimento per bambini.
Con la chiusura di trimestre dietro l'angolo, non è da escludere che gli azionisti (in primis di Tesla, ma anche delle altre società legate a Musk) possano decidere di agire per tutelare i loro interessi.
23 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoChe bello, rientrare in ufficio e leggere di Muskio "che deve rosicà" mi motiva la giornata !
Forse Musk sta facendo un errore imperdonabile per un imprenditore, dimenticarsi che I VERI AZIONISTI di ogni azienda SONO I CLIENTI. Ossia quelli che alla fine pagano il conto di tutto.
sono daccordo
Sottoscrivo
Tanto possiede i mezzi per farlo. Se lasciasse direttamente il pianeta terra Musk e tutta la sia famiglia gliene sarei molto grato. L'universo è tanto grande, troverà sicuramente un pianeta che sappia apprezzarlo meglio.
Eh già, in effetti noi, come Italiani, possiamo solo dar lezioni di economia alla Svezia, specie nel settore automobilistico...specie dopo aver foraggiato per cinquant'anni "qualcuno" che senza denaro pubblico probabilmente avrebbe avuto un fato mooooolto diverso ! P.S. vedo che insistete sulle religioni, ma saranno anche scelte loro se vogliono pregare Superman o Paperinik o chiunque vogliano ! O no ?
Forse Musk sta facendo un errore imperdonabile per un imprenditore, dimenticarsi che I VERI AZIONISTI di ogni azienda SONO I CLIENTI. Ossia quelli che alla fine pagano il conto di tutto.
Infatti azioni Tesla in caduta libera proprio
Infatti, come con i migranti, anche con i posti di lavoro dovranno prendersi una legnata sui denti per capire che c'è qualcosa che non va.
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