Stop alle ICE dal 2035: Strasburgo dice "sì"
di Giulia Favetti pubblicata il 14 Febbraio 2023, alle 17:23 nel canale Auto ElettricheCade l'ultimo baluardo in difesa dei motori termici: l'Europarlamento mette la parola fine alla disputa sul divieto di vendita dei motori termici dal 2035
Manca solo il passaggio al Consiglio dell'Ue: poi ci sarà la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione e, passato il periodo previsto, l'entrata in vigore.
Parliamo del divieto alla vendita di auto con motore a scoppio, anche dette ICE, entro i confini europei, a partire dal 2035; a metà strada, i due passaggi intermedi che un po' guidano, un po' sostengono, il passaggio dalla mobilità tradizionale a quella a zero emissioni.
Nel 2025 scatterà l'obbligo di ridurre la CO2 del 15% per auto e van commerciali, mentre nel 2030 la riduzione dovrà essere del 55% per le auto e del 50% per i furgoni.
Dovrà anche essere messa a punto una nuova metodologia per la valutazione delle emissioni di CO2 durante l'intero ciclo di vita di un veicolo.
Infine, dal 2030 saranno vietati gli incentivi statali per l'acquisto di auto elettriche, lasciando che il mercato si sostenga da solo.
Il testo è stato approvato dalla plenaria di Strasburgo e fissa l'obiettivo di azzerare le emissioni dei veicoli su gomma che verranno venduti dal 2035 in avanti.
Il provvedimento fa parte del pacchetto "Fit for 55" e l'accordo raggiunto con gli Stati membri è frutto di lunghe trattative che si sono protratte fin quasi all'ultimo momento, in cui non sono mancate le voci discordanti.
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, infatti, la scorsa settimana non aveva usato mezzi termini nel schierarsi totalmente a sfavore del provvedimento europeo che, lo ricordiamo, rientra nelle necessarie misure contro il cambiamento climatico.
Uno sforzo che vede coinvolto ogni angolo del globo.
Il Presidente, forte dell'appoggio degli alleati alla maggioranza – Forza Italia, Lega – oltre che del suo partito – Fratelli d'Italia – nel contestare la decisione dell'Europarlamento, aveva espresso preoccupazione riguardo all'effetto di tale decisione sull'industria europea.
"L'unica soluzione concreta per la sostituzione dei motori a combustione è l'elettrico, tecnologia di cui la Cina è tra i leader indiscussi a livello globale. Ciò penalizzerebbe in maniera marcata l'industria europea dell'auto".
Meloni aveva inoltre palesato la volontà di farsi portavoce di un centinaio di imprese e associazioni di categoria - dai costruttori di veicoli ai produttori di carburanti di vario tipo - che tramite una lettera aperta avevano chiesto alla Commissione europea di tenere conto, oltre all'elettrificazione e all'idrogeno, anche dei combustibili sostenibili e rinnovabili.
L'uso di biocarburanti permetterebbe infatti di non dover convertire la filiera produttiva, sostituendo macchinari e passaggi per produrre auto elettriche al posto delle termiche, affrancando i costruttori dalla necessità di investire ingenti capitali nel passaggio fra le due tecnologie.
Parte di queste obbiezioni è stata accolta e il testo approvato prevede alcune clausole: la prima è quella che salva le supercar, i veicoli di lusso prodotti da aziende che vendono poche migliaia di esemplari ogni anno.
Una produzione limitata, compresa fra le 1.000 e le 10mila auto nuove all'anno, sarà esente dalle nuove norme sulle emissioni.
L'emendamento, inizialmente chiamato "salva-Ferrari" è stato ribattezzato "salva-Lamborghini", dal momento che la casa di Maranello, nel 2021, aveva venduto oltre 11 mila vetture.
La seconda clausola permette a Bruxelles di interrompere, nel 2026, l'iter verso lo stop definitivo, qualora insorgessero complicazioni economiche e/o ricadute negative sul tessuto sociale:
"Nel 2026 - si legge in una nota del Consiglio degli Stati membri - la Commissione valuterà i progressi compiuti verso il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni del 100% e la necessità di riesaminare tali obiettivi tenendo conto degli sviluppi tecnologici, anche per quanto riguarda le tecnologie ibride plug-in e l'importanza di una transizione praticabile e socialmente equa verso emissioni zero".
In un quadro che sembra essere proteso verso un futuro più sostenibile, si è fatta notare - nel bene e nel male - la coesione della destra italiana, forte anche della schiacciante vittoria alle elezioni regionali in Lombardia e Lazio.
Il governo Meloni si è compattato contro una della misure chiave del Green deal della Commissione di Ursula von der Leyen, di cui fa parte il "Fit for 55".
Le spaccature tra i moderati del Ppe (il Partito Popolare Europeo, di centro-destra, che raccoglie le forze generalmente classificabili come moderate, cristiano-democratiche e conservatrici) e l'asse tra conservatori e sovranisti hanno dimostrato che la destra europea ha già i numeri per competere con la maggioranza "pro - Ursula".
Le elezioni europee del 2024 potrebbero quindi spostare l'equilibrio verso il centrodestra, impattando sul Green deal e le norme sul parco auto europeo.
407 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoma speriamo vivamente.....uno perchè l'elettrico non è sostenibile...30000 euro per una smart elettrica ....neanche una punto.....taglia il 70% delle persone italiane ad avere una macchina....
due ,perchè sta ...... della von der lyen....sta rovinando completamente l'unione europea.....e la sua economia ,continuando con sta guerra......di cui a noi,che paghiamo le tasse (intendo tutta l'europa) non c'è ne frega niente....visto che è fuori da eu/unione e pure nato......quindi....
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Mah. Vedremo. Dodici-tredici anni sono lunghi e possono succedere tante, tante cose (meanwhile).
ma speriamo vivamente.....uno perchè l'elettrico non è sostenibile...30000 euro per una smart elettrica ....neanche una punto.....taglia il 70% delle persone italiane ad avere una macchina....
due ,perchè sta ...... della von der lyen....sta rovinando completamente l'unione europea.....e la sua economia ,continuando con sta guerra......di cui a noi,che paghiamo le tasse (intendo tutta l'europa) non c'è ne frega niente....visto che è fuori da eu/unione e pure nato......quindi....
Perché i mega cancri di mille turbo benzina a tre cilindri che montano su Clio, Micra, ecc... che se passi i 90 Km/h bevono come delle Integra TypeR ? Per non parlare dei prezzi, ho fatto un preventivo per una Clio ... 50 milioni di Lire una Clio
sempre che gli freghi qualcosa..
speriamo anche che si sbrighino a togliere le sovvenzioni per le elettriche adesso che hanno messo la deadline in modo che i prezzi possano scendere velocemente senza droghe statali..
In attesa di una frettolosa quanto inevitabile retromarcia o rinvio a data da definire
Avrò certamente capito male io, ma secondo me vogliono far ALZARE LA QUOTA BEV (non abbassarla).
Le ICE aimè sono al tramonto e non c'è Parlamento che possa salvarle.
Gli unici che avrebbero questo potere sono 20 persone, NON elette credo, che siedono all'OPEC.
SE decidessero di spingere fortemente sulla produzione di petrolio per farne crollare il prezzo... ma la vedo remota come possibilità.
Se questo NON avviene come ha insegnato la Russia, NON conviene usare un'energia che NON si controlla e i Francesi non gireranno ad 1,8€X17Km quando fra due anni riavranno 56 rettori a cui attaccarsi e camminare a metà prezzo.
Non o faranno i cinesi che vanno col loro carbone, non lo faranno gli USA che spingono sull'eolico e nemmeno i tedschi con i loro 254 KWh di rinnovanili.
Ed a quel punto il mercato è andato.
Bisogna farsene una ragione.
My opinion
In attesa di una frettolosa quanto inevitabile retromarcia o rinvio a data da definire
Lo spero, anzi, ci conto.
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