Rivian fa causa a Bosch e viceversa, è battaglia sul cambio di fornitura dei motori elettrici

Rivian continua il suo percorso verso una produzione più stabile e su larga scala, con una contemporanea diminuzione dei costi, che possa portare ai primi profitti.

In questi anni uno dei problemi più importanti e frequenti per l'azienda di RJ Scaringe è stato il collo di bottiglia in produzione a causa della mancanza di fornitura dei componenti. Un vero "inferno produttivo", come lo aveva definito ai tempi Elon Musk, a cui Rivian ha cercato di porre rimedio producendo da sé parti fondamentali.

Parliamo del nuovo motore elettrico conosciuto con il nome di Enduro, prodotto direttamente da Rivian, che ha permesso di regolarizzare la fornitura e diminuire i costi di quasi il 50%. Questa mossa, certamente positiva per la logistica e per le casse, sta ora causando dei problemi, perché il fornitore originario, Bosch, ha citato in giudizio Rivian per questioni contrattuali.

Secondo quanto si legge nella causa legale depositata, Bosch ritiene che Rivian stesse segretamente progettando un suo motore, già con l'intenzione di non portare a termine il contratto tra le due parti. Un contratto che inoltre prevederebbe il rimborso da parte di Rivian delle spese sostenute da Bosch per ampliare la sua produzione di motori elettrici, che nel 2019 non era sufficiente per il previsto fabbisogno della startup.

Rivian non vuole pagare quanto previsto, ed anzi ha presentato una contro denuncia, sostenendo che Bosch avrebbe in realtà disatteso le promesse, consegnando molti meno motori del necessario, situazione che avrebbe messo a serio rischio la produzione e la sopravvivenza stessa di Rivian.

Rivian aggiunge che da una visita effettuata nello stabilimento Bosch in Germania, si era accorta dell'utilizzo di personale non qualificato, e di linee di produzione al di sotto degli standard, con addirittura stagisti adolescenti usati per il controllo qualità con torce puntate a mano. Secondo Rivian, Bosch avrebbe puntato su questo genere di fornitura con più aziende, al di sopra delle sue reali possibilità, sperando che alcune fallissero nel frattempo: "Bosch ha fatto una scommessa calcolata promettendo cifre eccessive a numerose aziende start-up di veicoli elettrici, basandosi sulla teoria che almeno alcune di loro sarebbero presto fallite", si legge nella denuncia.

Vedremo ora se le parti troveranno un accordo, o se la parola passerà al giudice.