Batterie
Nicola Armaroli vs Federico Rampini: scontro a distanza sull'auto elettrica e l'inquinamento
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 15 Luglio 2025, alle 10:28 nel canale Auto Elettriche
Federico Rampini sul Corriere della Sera attacca l'auto elettrica, e i presunti livelli inquinanti, e il ricercatore Nicola Armaroli lo accusa di diffondere una falsità. Le fonti cosa dicono?
41 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoE non mi venite a dire che siccome la Cina inquina di più allora perché dobbiamo risparmiare noi. Discorso trito e ritrito che non porta da nessuna parte.
La decarbonizazione passa per una ottimizzazione degli sforzi. Non è che puoi fare tutto, non esistono risorse infinite.
Se non pianificata correttamente, la decarbonizzazione rischia di diventare un fallimento collettivo. Se si concentrano troppo gli sforzi in un settore, a scapito di altri, si potrebbero creare problemi economici (come la perdita di posti di lavoro) senza ottenere il risultato sperato in termini di emissioni. Questo crerà solo maggiore resistenza sociale e una riduzione dei mezzi finanziari e della disonibilità politica a disposiziona.
La transizione dovrebbe essere un piano integrato, in cui ogni pezzo contribuisce al quadro complessivo senza creare nuovi ostacoli.
Muoversi come polli senza testa non risolverà il problema delle emissioni
ci sono problemi ben più grandi e fonti di inquinamento ben peggiori eppure stiamo qua a perdere tempo con le auto a pile vs auto non a pile..
clickbait
Allora, letta così sembra una minchiata di Rampini, però mi pareva strano che un illustre giornalista del Corriere (ed ex di Repubblica), che conduce anche di programmi su La7, quindi più di sinistra che di destra, dica cose che nemmeno i petrol-head dicono.Ma leggendo meglio dice: "L’auto elettrica, se esaminiamo l’intero ciclo di produzione dei suoi componenti e infine dello smaltimento delle batterie, è perfino più inquinante di quella a combustione" cioè parla di [b]inquinamento, [u]non[/u] CO2[/b], anche se spesso si fa confusione.
E infatti gli rispondono sulla CO2 (effetto serre ma non tossica=inquinante). Il solito equivoco insomma.
Venendo a noi, scrivere un articolo senza cercare le argomantazione di entrambe le parti è proprio da.... il solito clickbait per scatenare polemiche insomma.
L'articolo della Gabanelli fa lo stesso errore parte dall'inquinamento ma vira sulla co2, e lo studio che riporta è sempre lo stesso di Armaroli e dell'articolo (Ricardo). L'altro studio dell'ICCT ne abbiamo discusso nel thread sotto la sua news, e lo abbiamo abbastanza sputtanato.
Se prese alla lettera, senza fare la solita confusione c02=inquinamento, probabilmente hanno ragione entrambi, come co2 sono meglio le ev (anche se non tanto quanto sembra dai due studi citati, tutti gli altri danno un vantaggio molto minore), ma come inquinamento vero e proprio sono meglio le termiche (fonte EEA):
Link ad immagine (click per visualizzarla)
Anche sul riscaldamento globale però ci sono news contrastanti, l'inquinamento da zolfo era il miglior alleato del clima:
Most warming this century may be due to air pollution cuts
https://www.newscientist.com/articl...tm_content=home
secondo cui il riscaldamento degli ultimi 20 anni è dovuto per due terzi al minore zolfo in atmostera (rifletteva la luce), solo un terzo ai gas serra (co2, metano,...).
1) Confrontare più fonti è diventato quasi impossibile per il semplice fatto che ormai basta che una fonte pubblichi qualcosa che poi gli stessi dati vengono ripubblicati da decine di fonti. A volte leggi dei dati spacciati come X studi diversi ma che se vai veramente a fondo viene fuori che sono ripubblicazioni di un singolo studio. Non parliamo poi del fatto che ormai in tantissimi casi online trovi fonti che snocciolano dati ma che non forniscono esattamente da dove han preso quei dati se non in termini generici e molto vaghi.
2) Il punto due già va MOLTO al di sopra delle capacità del comune mortale. Ti faccio presente che per l'italiano medio anche solo leggere un paper in inglese anzi non un paper ma un articolo qualsiasi in inglese è proibitivo. Ora parliamoci chiaro secondo te, se dovessi tirare a indovinare, quanti italiani verificano fonti a quel livello e quindi quasi sempre in inglese? Anzi scendo un ulteriore gradino... quanti "comuni mortali" anche solo sanno dell'esistenza degli enti che hai elencato? Per questo sostengo che alla fine la massa, i grandi numeri seguono l'informazione a livello di massa che però dice tutto e il contrario di tutto.
Hai ragione ma se uno vuole contrallare le fonti non si sta più informando, ma fa ricerca.
e fai ricerca ti devi dotare degli strumenti giusti e studiare l'argomento.
Non c'è nulla di facile, anche se le AI in particolare gli agenti specializzati potrebbero essere usati per allegerire molte barriere PURCHE' si mantenga un approccio di metodo corretto.
Se usi l'AI per far gara di disinformazione non serve a nulla.
L'alternativa è l'antico stare in silenzio per non togliere certezze sul fatto che si parla da ignoranti o da stupidi.
Non c'è vergogna nel non avere una opinione per ogni singolo argomento.
4) Sinceramente non l'ho capito molto... buona divulgazione come la valuti?
3) Si tratta sempre di valutare le fonti...non è che basta una tabellina o un grafico ben impaginata...
4) Già il fatto che citi le fonti e che dia un contesto a quello che dice ( X dice questo, ma la comunità scientifica Y) e che non tragga conclusioni universali da fonti singole sarebbe tanto...
[B]Se non pianificata correttamente, la decarbonizzazione rischia di diventare un fallimento collettivo. Se si concentrano troppo gli sforzi in un settore, a scapito di altri, [U]si potrebbero creare problemi economic[/U]i[/B] (come la perdita di posti di lavoro) senza ottenere il risultato sperato in termini di emissioni. Questo crerà solo maggiore resistenza sociale e una riduzione dei mezzi finanziari e della disonibilità politica a disposiziona.
La transizione dovrebbe essere un piano integrato, in cui ogni pezzo contribuisce al quadro complessivo senza creare nuovi ostacoli.
Muoversi come polli senza testa non risolverà il problema delle emissioni
Quello che forse non è chiaro è che questo scenario si sta già verificando...
Risposta dopo un bel po di calcoli:
Ma variando il Mix i dati cambiano di tanto, ti basta calare le rinnovabili...
Per rispecchiare le situazioni di Italia e Germania ho escluso il nucleare,
naturalmente avendo il nucleare le cose cambiano parecchio
Ponete la domanda in modo sbagliato:
Bisogna analizare ed inserire nell'equazione anche i costi di smaltimento di un auto endotermica che incide per circa il 30% delle emissioni totali del ciclo di vita.
Quindi quando un auto benzina o diesel ( le emisssioni di co2 sono simili se non leggermente inferiori per il diesel) ancora perfettamente funzionante arriva ad essere rottamata prima del suo reale fine vita vanno aggiunti circa 7/8 ton di co2 al costo dell'auto elettrica.
Il cosidetto ciclo vita comprende sia i costi di produzione ( circa 10/12 ton di co2) sia quelli di smaltimento.
I primi non possono essere in alcun modo recuperati , i secondi diluiti in ulteriori 8/10 anni rendendo nei fatti non tanto riduttivo il mancato apporto di co2 rottamando un endotermica per aquistare una bev.
Se invece si preferisce versare senza rottamare la termica il costo di co2 sara di circa 25ton vs 22ton.
Quello che fa inquinare davvero alla fine è lo smaltimento forzato di veicoli ancora perfettamente funzionanti.
Dopoi 10 anni probabilmente una ev sarà rottamata perchè più economico acquistare auto nuova che sostituire batteria ( almeno con gli attuali costi)
Anche se tutta l’Europa passasse domani alle auto elettriche a zero emissioni, il taglio netto sarebbe intorno all’1% globale.[/U][/B]
Però non sono molto d'accordo con questa motivazione. Il fatto che una singola fonte inquinante contribuisca anche solo allo 0,001% delle emissioni globali di CO2 non significa che debba essere ignorata o esclusa da regolamentazioni. Al contrario, il totale delle emissioni globali è la somma di migliaia di contributi piccoli come questo. Se ogni fonte dello 0,001% venisse considerata trascurabile, si finirebbe per non intervenire su nulla.
L’approccio corretto alla riduzione delle emissioni richiede interventi diffusi, non solo sulle grandi fonti di inquinamento ma anche su quelle minori, perché il problema climatico è sistemico. Ogni contributo conta, e regolamentare anche le piccole fonti è una parte necessaria di una strategia complessiva.
Qua hai ragione, puntare tutto su un solo settore senza valutarne la sostenibilità e senza creare/trasferire qua almeno una parte di filiera e tecnologie rischia di creare dipendenza strategica, non sviluppo, rischia di fare più danni che benefici (sul piano sociale ed economico). La transizione andrebbe fatta in modo equilibrato, ma senza però trascurare alcuni settori perché "tanto contano poco".
Bisogna analizare ed inserire nell'equazione anche i costi di smaltimento di un auto endotermica che incide per circa il 30% delle emissioni totali del ciclo di vita.
Quindi quando un auto benzina o diesel ( le emisssioni di co2 sono simili se non leggermente inferiori per il diesel) ancora perfettamente funzionante arriva ad essere rottamata prima del suo reale fine vita vanno aggiunti circa 7/8 ton di co2 al costo dell'auto elettrica.
Il cosidetto ciclo vita comprende sia i costi di produzione ( circa 10/12 ton di co2) sia quelli di smaltimento.
I primi non possono essere in alcun modo recuperati , i secondi diluiti in ulteriori 8/10 anni rendendo nei fatti non tanto riduttivo il mancato apporto di co2 rottamando un endotermica per aquistare una bev.
Se invece si preferisce versare senza rottamare la termica il costo di co2 sara di circa 25ton vs 22ton.
Quello che fa inquinare davvero alla fine è lo smaltimento forzato di veicoli ancora perfettamente funzionanti.
Dopoi 10 anni probabilmente una ev sarà rottamata perchè più economico acquistare auto nuova che sostituire batteria ( almeno con gli attuali costi)
Nella mia richiesta ho inserito anche i costi di: produzione, smaltimento e manutenzione per entrambe le tipologie di auto. Naturalmente ho tenuto conto solo della CO2 non degli inquinanti che è un altra storia
L'ho capito, il problema è che un auto endotermica dura mediamente 18 anni in Italia, rottamarla a praticamente metà del suo ciclo vitale equivale ad inquinare di più, a prescindere da che auto acquisti dopo ( ice, bev, ibrida ecc)
Favorire la rottamazione di auto con magare 7/8 anni di vita per acquistare un'elettrica la vedo come uno spreco sia ad emissioni co2, sia per gli altri inquinanti.
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Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".