La Commissione Europea impone dazi fino al 38% sulle auto elettriche cinesi
di Rosario Grasso pubblicata il 12 Giugno 2024, alle 13:49 nel canale Auto ElettricheLa Commissione Europea sta valutando l'imposizione di dazi compensativi sulle importazioni di auto elettriche provenienti dalla Cina.
L'indagine della Commissione Europea sui veicoli elettrici cinesi ha provvisoriamente concluso che questi ultimi "beneficiano di sussidi ingiusti" e che "stanno causando una minaccia di danno economico ai produttori europei", pianificando una serie di dazi compensativi rispetto all'importazione di questi veicoli. Lo si apprende da questo e da questo comunicato stampa.
I dazi varieranno a seconda del produttore: per Byd saranno del 17,4%, per Geely del 20% e per Saic del 38,1%. Altri produttori che hanno collaborato con l'indagine saranno soggetti a un dazio del 21%, mentre quelli che non hanno collaborato subiranno un dazio del 38,1%. Questi dazi, inoltre, si aggiungono al rincaro del 10% esistente, portando il computo complessivo dei dazi al 48% nel caso dell'intervento maggiore.
La decisione ha suscitato forti reazioni da parte della Cina. Il Ministero del Commercio di Pechino ha contestato le conclusioni dell'UE, definendole "prive di fondamento fattuale e giuridico" e ha criticato l'Unione Europea per aver ignorato i fatti e le regole del WTO. La Cina ha esortato l'UE a correggere le sue pratiche, riservandosi il diritto di adottare "tutte le misure necessarie" a tutela delle proprie aziende.
In Europa, la decisione ha diviso le opinioni. Il ministro tedesco dei Trasporti, Volker Wissing, ha criticato i dazi su X, affermando che essi danneggiano le imprese tedesche e i loro prodotti di punta. Wissing ha sostenuto che i veicoli dovrebbero diventare più economici grazie a una maggiore concorrenza e a mercati aperti, piuttosto che attraverso guerre commerciali.
Dall'altra parte, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha accolto con favore l'annuncio della Commissione Europea, sottolineando l'importanza di tutelare la produzione europea e riaffermare l'industria automobilistica italiana, un settore chiave per lo sviluppo industriale del paese.
La controversia sui dazi compensativi sulle auto elettriche cinesi evidenzia le tensioni commerciali tra l'Europa e la Cina e il dibattito interno all'UE sulle migliori strategie per proteggere e promuovere la competitività delle industrie locali. Rimane da valutare come queste misure influenzeranno l'andamento del mercato.
115 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoLa VW ha nel mercato cinese una buona quota di mercato e con le eventuali contro sanzioni cinesi ,entrerà in crisi. A ruota seguiranno gli altri grandi marchi tedeschi e gli italo-frocesi.
L'europa,anzi l'istituzione dell'EU che governa su quasi tutti i paesi europei, si conferma una propaggine dell'impero americano visto che agisce secondo i desiderata di Washington. Essa è destinata a essere sacrificata nello scontro fra blocco occidentale e blocco russo-cinese.
Se gli anglo-americani vinceranno la contesa contro l'altro blocco, eventualmente l'europa verrà in seguito ricostruita ,come hanno fatto dopo la WWII con il piano marshall.
Spero sempre che il destino non sia già scritto,ma cosi pare.
I signori hanno quei costi, che invece i cinesi non hanno, perche' pesantemente sovvenzionati dallo stato e con tutele e limitazioni molto diverse dalle nostre.
Purtroppo l'UE non si rende conto delle conseguenze di eventuali contromosse con dazi cinesi:
-Fine dell'esportazione verso quel mercato delle ns auto di lusso (vedi BMW, VW, Audi e Mercedes).
-Difficoltà a reperire/costruire batterie, tanto utili per la transizione ecologica.
-Rimanendo solo auto costruite in continente, prezzi troppo alti anche per noi europei.
La contrapposizione non paga e non ha mai pagato, meglio era prendere accordi su una mediazione e mantenere il massimo dell'interscambio commerciale. Alla fine tutto questo porterà una riduzione di produzione con la conseguente riduzione dei posti di lavoro, proprio quello che i fenomeni di Bruxelles vogliono evitare
Forse proteggono la produzione europea ma sicuramente non riaffermano industria italiana. Quello sfortunatamente non lo può fare nessuno
Si certo. Con i prezzi che hanno, distruggerebbero la concorrenza. Dovrebbero aspettare che avvenga?
https://www.kensan.it/articoli/Redd...ndenti_2021.php
«Il valore mediano del reddito lordo da dipendente per il 2021 è il seguente:
MEDIANA: 18.895 euro lordi all'anno»
«con il reddito mediano di 18.895 euro lordi all'anno lo stipendio netto per 12 mensilità è di circa 1530 euro/mese, considerando il 9% di tassazione INPS. Con la tredicesima si ha uno stipendio netto di circa 1420 euro/mese. Ho considerato come regione la Lombardia, coniuge a carico e un figlio maggiorenne a carico.
STIPENDIO MEDIANO: 1420 euro/mese»
Edit: forse non tutti sanno cosa è la mediana, ecco degli esempi di stipendi e delle mediana (abbiamo 5 lavoratori dipendenti con lo stipendio seguente):
[CODE]500 1000 1500 2000 2500[/CODE]
la mediana è lo stipendio che sta in "mezzo" ovvero 1500 euro nell'esempio. Altro esempio:
[CODE]500 1000 1500 5000 2'500'000[/CODE]
la mediana è lo stipendio che sta in "mezzo" ovvero sempre 1500. Da notare che la "media" è invece un numero non troppo distante dallo stipendio più alto diviso 5: 2'500'000/5 = 500'000 euro.
È adesso chiara la differenza tra media e mediana?
Assolutamente NO
ripeto, si trova degli accordi per un equo interscambio commerciale che non deve essere per forza incentrato solo sul mondo dell'auto ma anche con prodotti dove noi europei siamo forti.
Dobbiamo accettare che l'Europa NON è più competitiva in alcuni settori, come è successo per l'elettronica, il tessile, metallurgia, etc... assurdo pensare di difenderli all'infinito!!!
Il protezionismo non paga e non ha mai pagato, lo dice la storia
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