In Cina le auto elettriche costano il 30% in meno di quelle termiche, in Europa è l'opposto
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 14 Aprile 2023, alle 15:40 nel canale Auto ElettricheIn Cina l'elettrico è già oggi competitivo anche in termini di prezzo, un traguardo che si fatica a raggiungere in Europa e Stati Uniti
114 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoNoi siamo abituati che se dobbiamo andare da Milano a Trapani ci possiamo fare 18 ore di auto fermandoci solo 10 minuti ogni tanto a fare il pieno per 2 o 3 volte (sorvolo su quanto questo sia sbagliato per le troppe ore di guida consecutive e altri discorsi simili).
In Cina che possano permettersi queste cose sono in tanti si ma pochi rispetto al totale della popolazione e per la maggior parte poter fare viaggi simili con un'auto elettrica fermandosi 3 volte per 30 minuti a caricare non è un problema anzi è un netto miglioramento.
Qui da noi invece la maggior parte della gente usa l'auto per 10 chilometri al giorno ma si preoccupa di quella volta all'anno in cui farà un viaggio più lungo di 300km.
Ma che c'entra l'Arno? qui si parla di ENERGIA.
mapperfavore... scontiamo inefficienze apocalittiche, assenteismi a due cifre e aumento di fancazzisti vari sovvenzionati dal RDC.
Dsi nostri vicini, visto che li citi, dovremmo solo imparare a far funzionare le cose.
Io sto parlando che si sarebbe potuto pensare di aumentare il rendimento cercando soluzioni per recuperare l'energia sprecata sotto forma di calore, non sono così sicuro che siano stati spesi miliardi per cercare di aumentare l'efficienza dei motori endotermici o almeno temo che non si sia fatto abbastanza. Non suggerivo di sovvertire i principi della termodinamica, dicevo soltanto che negli ultimi 100 anni il motore endotermico ha fatto pochi progressi in campo di efficentamento proprio in relazione al fatto che il petrolio costava relativamente poco e i danni ambientali erano un "costo indiretto" per la collettività e non per il singolo.
Non contesto quanto scrivi è soltanto la dimostrazione all'inverso che il mio discorso sulla mancanza di un piano industriale sia una visione corretta.
Nel tuo discorso stiamo perdendo di vista un paio di cose:
1) sposti l'industria inquinante in Cina e nei paesi dove l'attenzione ad una politica ambientale è molto inferiore per cosa? per un risparmio nel breve termine e per ridurre l'inquinamento in casa... ok e le conseguenze?
a) perdi il know-how e ti leghi a società non democratiche che potrebbero cambiarti le carte in tavola in poco tempo
b) trasferisci l'inquinamento altrove senza capire che il problema dell'inquinamento è globale
c) il risparmio dei costi lo paghi nel lungo periodo quando la cina e gli altri paesi hanno il quasi-monopolio di tecnologie fondamentali (elettronica, batterie e pannelli fotovoltaici)
Per quanto mi riguarda sono disposto a pagare un 10-20% in più i prodotti europei ma almeno sono sicuro che 1) permettono al sistema economico di essere indipendente 2) evito di dover rincorrere in futuro il problema ambientale 3) ho il controllo di cosa e come produco quel prodotto tramite un sistema democraticamente eletto
Stiamo perdendo di vista che poter acquistare 100 prodotti perchè low cost invece di 60 potrebbe portarci in un futuro non troppo lontano di non poterci permettere neppure la metà di quello che consumiamo oggi. Non si tratta di parlare di "decrescita felice" (che è una pura stronzata) ma una "crescita sostenibile" e capisco che gli egoismi a livello nazionali sono una barriera difficile da superare ma a livello europeo si potrebbe pensare di fare uno sforzo comune.
Io non sto parlando di chiudere l'economia europea ne vuole essere una visione sovranista europea dico semplicemente che manca una politica industriale europea seria (e non tiro in mezzo neppure la politica industriale italiana perchè ci sarebbe da ridere).
PS
la germania sta chiudendo le ultime centrali nucleari, è una follia perdere una fonte che ha un impatto zero sulle emissioni a favore di centrali a carbone o a petrolio, questo per dimostrare come il greenwashing e l'idiozia non è solo in italia ma è presente anche in germania
PSS
il fatto che gli stipendi italiani come scrive "the_joe" siano più bassi rispetto a 30 anni fa e che tutto sia collegato al "jobs act" è una stronzata colossale a livello economico. Gli stipendi italiani non crescono perchè la produttività è ferma ai livelli degli anni 70.
E' un problema serio e andrebbe affrontato in maniera seria, prima si comprendono le cause e prima si può trovare una serie di soluzioni per far crescere gli stipendi italiani (PSSS gli stipendi che sono cresciuti in Italia sono quelli dei pensionati, guardatevi un paio di dati e fatevi due domande).
Veramente si parlava di regole, ma va bene.
Dsi nostri vicini, visto che li citi, dovremmo solo imparare a far funzionare le cose.
Eccolo, il tuo nik non lo hai scelto a caso, tutta colpa del RDC che guardacaso i nostri vicini hanno tutti, unitamente ad un welfare migliore e a stipendi più alti.
il fatto che gli stipendi italiani come scrive "the_joe" siano più bassi rispetto a 30 anni fa e che tutto sia collegato al "jobs act" è una stronzata colossale a livello economico. Gli stipendi italiani non crescono perchè la produttività è ferma ai livelli degli anni 70.
E' un problema serio e andrebbe affrontato in maniera seria, prima si comprendono le cause e prima si può trovare una serie di soluzioni per far crescere gli stipendi italiani (PSSS gli stipendi che sono cresciuti in Italia sono quelli dei pensionati, guardatevi un paio di dati e fatevi due domande).
Il fatto è che quando andavamo relativamente bene, era perchè eravamo la "Cina" intesa come manifattura a basso costo dell'Europa, i Tedeschi e altri venivano da noi perchè facevamo le cose abbastanza bene a prezzi più concorrenziali, grazie anche alle belle svalutazioni competitive della lira.
Ora che siamo fortunatamente nell'area Euro e i giochini con la valuta non possiamo più farli e che la manifattura del mondo è diventata la Cina, noi siamo rimasti al palo e parlo di tutti i nostri bravi imprenditori che fino a che c'è stata la possibilità e per alcuni c'è ancora, vedi marchi famosi, di far costruire le cose in Cina e venderle a prezzi italiani hanno fatto affari d'oro alle spalle degli italiani lasciati a casa.
Altri più lungimiranti hanno convertito investendo in tecnologia e stanno ancora resistendo, ma la maggior parte, hanno capitalizzato e basta.
La situazione è brutta, molto brutta e se non si mette mano alla modernizzazione di tutto l'apparato Italia sia pubblico che privato, siamo destinati a diventare il più evoluto dei paesi del terzo mondo.
Ci arrivo anche io a questo ragionamento, sono sempre stato contro la delocalizzazione cominciata anni fa.
Ma comprando esclusivamente marchio cinese prodotto in cina qui di sicuro arrivano spiccioli e basta.
Quindi compro a marchio di altri mercati made in quei mercati.
E dove riesco (e capita troppo poco purtroppo) made in italy.
E se non mi conviene non compro niente direttamente.
Cercherò sempre di sfavorire un governo e un commercio come quello cinese con le loro politiche che non condivido per niente.
Pur nel mio piccolo e pur avendo come risultato praticamente niente.
Comodo vivere sempre come se niente fosse...
Ripeto il risparmio non è tutto.
Tranquillo, ci pensano già, e probabilmente si fanno meno problemi di quelli che continua ad ipotizzare la gente comune...
Motivo? Se ce n'è veramente bisogno, verrà fatto gradualmente.
Mi pareva che gran parte del "popolo normale" avesse un posto auto personale...
Non ne sono proprio sicuro.... spariranno solo i motori termici e i prezzi delle elettriche resteranno come sono
Solo per il passaggio da euro5 a euro6 ti assicuro che i miliardi spesi sono stati tali che la maggior parte dei costruttori hanno impiegato anni a rientrare dell'investimento e uno dei motivi del rimando di euro7 è che molti costruttori hanno dichiarato che tale ricerca avrebbe costi superiori a quello che riuscirebbero a incassare.
Nota bene che tali normative non si avvicinano nemmeno ad efficientamenti a doppia cifra.
In generale fare quello che proponi è letteralmente impossibile. Dovresti in pratica trovare un modo di far detonare il carburante generando solo spinta e non calore ma ciò ripeto è impossibile. In ambiente di lavoratorio, senza un vero motore ma solo delle parti sperimentali e spingendosi a limiti estremi impossibili nella vita reale il massimo che si è mai raggiunto è un'efficienza intorno al 40% e ripeto sono dati puramente sperimentali.
Nella vita reale è già tanto se hai un'efficienza del 25% perché anche le efficienze teoriche degli attuali motori sono tutte efficienze in condizioni ideali quindi quando ti dicono che un benzina o un diesel è efficiente al 30/35% è vero... in un ambiente controllato, quando lo guidi su strada no.
Ti pare poco? Guarda che in India o in Cina muoiono a 30 anni nelle zone a forte industrializzazione per produrre magliette e altri beni per noi eh. Francamente non farei a cambio. Prova a cercare qualche reportage sul tessile in India o sull'industria pesante in Cina. Altro che Ilva di Taranto.
??? Il know-how su certe cose è di pubblico dominio da 40 anni ma quali segreti vuoi nascondere? Pensi veramente che la Cina abbia problemi a comprare quella che era una FIAT, smontarla e riprodurla perfettamente identica se non meglio dell'originale? Ormai questi discorsi sono anacronistici e se hanno un valore è giusto per quelle relativamente poche produzioni ad altissima tecnologia. Nel mondo metalmeccanico parlare di know-how ormai è inutile.
Non è così semplice... l'inquinamento di un certo tipo è globale certo ma tanti altri tipi no. Ad esempio i metalli pesanti o il cromo esavalente non si diffonde così facilmente e rimane abbastanza localizzato.
E cosa vorresti fare di diverso? Se a te va bene per essere competitivo fare turni da 20 ore in catena di montaggio ok... puoi candidarti. È come chi dice che non vuole comprare da Amazon per finanziare il negoziante locale... vai, accomodati. Io non sono così ricco da avere soldi da spendere extra.
Te e quanti altri? Perché il problema sta sempre lì... se dici alla massa di spendere il 20% in più e lavorare il 50% in più per tenere tutto in Europa vedi che mi sa che sei te e pochi altri.
Eh ciaone... per allora sarò sotto 3 metri di terra da un pezzo anzi probabilmente sarò nella pancia dei vermi da decenni. Pensi a un possibile scenario talmente avanti nel tempo che ci sono altri 10 possibili scenari disastrosi a cui pensare prima.
Ripeto non è che manca una politica industriale europea... la politica industriale europea è quelle di de-industrializzare l'europa. È una scelta... non è che non hanno scelto.
Non ho capito cosa c'entra ma su questo sono perfettamente concorde.
Se è per questo se guardiamo strettamente alla produzione di beni materiali è anche più bassa degli anni 70. L'Italia ormai ha il suo principale mercato nei servizi e non nella produzione industriale.
Non è che c'è molto da comprendere: nessuno vuole più stabilimenti vicino casa che siano fabbriche o impianti. La gente vuole comprare low cost e gli piace amazon e compagnia. Ti risparmio tutto l'elenco tanto lo immagini anche da solo... fatto sta che con una larga maggioranza è stato deciso di essere come siamo.
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