Il ministro Urso apre alle auto cinesi prodotte in Italia, ma con due (impossibili) condizioni
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 30 Maggio 2024, alle 14:49 nel canale Auto ElettricheIl ministro delle Imprese e del Made in Italy apre alla produzione delle auto cinesi in Italia, ma pone due condizioni fondamentali
83 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infolui non lo ha capito che si tratta di evitare di sprecare soldi pubblici per aziende estere
Gente che non ha la minima idea di cosa sta combinando.
Probabilmente si, visto che gran parte delle aziende dell'indotto auto producono da anni nei paesi dell'est e/o in cina.
Esempio: Brembo che è un'eccellenza nel settore freni.
Dischi e pastiglie "standard", ovvero quelli montati come primo equipaggiamento o venduti nel canale della ricambistica sono tutti made in Cina.
In italia si producono solo i componenti premium (dischi e pinze per applicazioni alto di gamma o racing). E questo vale per praticamente tutti i produttori di componentistica auto, quelli di Brembo è solo un esempio tanto per citare un marchio abbastanza noto.
Comunque lo stesso ormai si verifica anche in altri paesi d'Europa, tanti fornitori hanno spostato la produzione dei componenti meno tecnologici in Cina.
Ad esempio ZF (Germania) e tutte le sue sussidiarie. Fino a pochi anni fa, quando compravi un ricambio c'era scritto made in Germany, adesso ordini lo stesso ricambio e sulla confezione trovi scritto made in China.
Come aggravante c'è pure la qualità più bassa dei materiali, dato che dopo 2-3 anni il braccetto sospensione made in china presenta i silent block o le testine già rovinati.
Idem con patate il settore pneumatici, ad esempio il gruppo Michelin: pneumatici a marchio Michelin (quindi premium) prodotti in Europa (anche se gli stabilimenti italiani/francesi/ecc. vengono sempre più ridimensionati). Per gli pneumatici a marchio Kleber (quindi prodotto di fascia media sempre del gruppo Michelin) la produzione è stata spostata dall’est Europa alla Cina, con il risultato che la qualità è calata perché gli pneumatici arrivano mezzi sbilanciati e con una qualità generale più bassa.
La componentistica veniva valutata almeno del 30% di provenienza cinese, non so nemmeno dirti se per valore o quantità.
Ovviamente non ho trovato dati ufficiali, ma mi sembra verosimile per quel poco che conosco.
E non sarà quella scelta ad impedire che avvenga.
Quindi ti mettono la produzione in UE, ma in Stati che non hanno quelle condizioni imposte, senza produzione locale e puoi solo sperare che la tua filiera sia competitiva in ambito UE e/o extra UE.
Esempio: Brembo che è un'eccellenza nel settore freni.
Dischi e pastiglie "standard", ovvero quelli montati come primo equipaggiamento o venduti nel canale della ricambistica sono tutti made in Cina.
In italia si producono solo i componenti premium (dischi e pinze per applicazioni alto di gamma o racing). E questo vale per praticamente tutti i produttori di componentistica auto, quelli di Brembo è solo un esempio tanto per citare un marchio abbastanza noto.
Comunque lo stesso ormai si verifica anche in altri paesi d'Europa, tanti fornitori hanno spostato la produzione dei componenti meno tecnologici in Cina.
Ad esempio ZF (Germania) e tutte le sue sussidiarie. Fino a pochi anni fa, quando compravi un ricambio c'era scritto made in Germany, adesso ordini lo stesso ricambio e sulla confezione trovi scritto made in China.
Come aggravante c'è pure la qualità più bassa dei materiali, dato che dopo 2-3 anni il braccetto sospensione made in china presenta i silent block o le testine già rovinati.
Idem con patate il settore pneumatici, ad esempio il gruppo Michelin: pneumatici a marchio Michelin (quindi premium) prodotti in Europa (anche se gli stabilimenti italiani/francesi/ecc. vengono sempre più ridimensionati). Per gli pneumatici a marchio Kleber (quindi prodotto di fascia media sempre del gruppo Michelin) la produzione è stata spostata dall’est Europa alla Cina, con il risultato che la qualità è calata perché gli pneumatici arrivano mezzi sbilanciati e con una qualità generale più bassa.
se continuiamo a giocare la partita con due scacchiere diverse è ovvio..
costo manodopera ?
costo tasse ambientali ?
cosa materie prime ?
se sulla terza poco da fare.. sulle altre due è doveroso imporre un dazio che pareggi i costi che noi europei stiamo sostenendo per la transizione ecologica e per i maggiori stipendi che paghiamo rispetto ai salariati cinesi.
se potessimo giocare la partita ad armi pari sarebbe inutile anche solo discutere ma o decidiamo che anche noi possiamo inquinare come in cina e pagare i dipendenti 400 euro/mese senza che si lamentino o qualcosa non torna
poi stare qua a frignare che si è spostato il lavoro in cina.. beh.. ovvio.. costa un quarto.. non sarebbe quindi meglio impedire questo ?.. non potendo chiedere alla cine di pagare di più a casa sua possiamo però fare in modo che la stortura causata dai danni ambientali che sta causando la cina e dalla concorrenza sleale che applica la cina vs europa sia parzialmente ridotta con dazi a compensazione europea..
mi pare il minimo se vogliamo smettere di spostare produzione in cina
I governi hanno certamente influito non risolvendo i problemi strutturali del paese e tirando a campare.
Le filiere produttive sono state distrutte perchè non sono competitive.
Alla base del mancanza di produttività c'è anche una mentalità sbagliata che è quella di voler campare di rendita.
Alla fine non è nemmeno questo grande problema se perdi una filiera...se perdi l'auto se riesci a sostituirla con un sistema tutto nuovo che il mondo vuole e paga di più...chessò i semiconduttori...è solo un bene.
Il mondo ha capito da un pezzo che bisogna correre, creare innovazione e nuove filiere, noi ci siamo trincerati sulla tradizione e il voler campare di rendita.
Siamo dei vecchi che non sapendo come innovare vogliono fare sempre e solo le stesse cose e vivere di rendita mentre il mondo cambia.
Così si finisce male eh...
D'altro canto però bisogna pretendere che la competizione globale sia leale.
Quindi non agli aiuti di stato, no a prodotti che sono economici perchè prodotti in modo dannoso per l'ambiente e sfruttando il lavoro etc.
Per dare una raddrizzata dovremmo ragionare di dazi su questi temi.
Sono gli stessi che sono stati spinti da una politica, in primis europea con regole e regoline al limite della follia, assurda che ha fatto di tutto per distruggere le loro fabbriche, industrie, ecc... con tasse, balzelli, burocrazia soffocante, ecc... e che soprattutto non gli ha difesi dalla produzione estera ma anzi incentivando pure l'invasione di prodotti da quattro soldi realizzati appunto all'estero, cina in testa ovviamente.....
Vogliamo poi parlare dei soloni dell'economia che hanno predicato anni la globalizzazione per poi venire a piangere che "forse" hanno sbagliato e quell'Eldorado che profetizzavano con tanta enfasi lo hanno creato in cina, india e compagnia bella a discapito dell'Occidente che adesso si trova con le pezze nel deretano con migliaia di aziende chiuse e relativi dipendenti a casa facendo diventare gli europei dei rappresentanti di prodotti cinesi, EV in testa quando nel secolo scorso sono stati i maggiori inventori e innovatori della storia?
Per chi se lo stesse chiedendo si sono figlio di imprenditori che per sopravvivere sui mercati internazionali sono stati costretti, ripeto COSTRETTI, a portare parte della produzione all'estero, e vi assicuro che non c'è niente di cui vantarsi in questo, e neanche di bello, facile giudicare dietro a uno schermo, magari con un posto di lavoro pubblico e relativo deretano al caldo, e ricordo che la stragrande maggioranza delle aziende sono medio/piccole, non certo delle multinazionali....
Vogliamo poi parlare dei soloni dell'economia che hanno predicato anni la globalizzazione per poi venire a piangere che "forse" hanno sbagliato e quell'Eldorado che profetizzavano con tanta enfasi lo hanno creato in cina, india e compagnia bella a discapito dell'Occidente che adesso si trova con le pezze nel deretano con migliaia di aziende chiuse e relativi dipendenti a casa facendo diventare gli europei dei rappresentanti di prodotti cinesi, EV in testa quando nel secolo scorso sono stati i maggiori inventori e innovatori della storia?
Per chi se lo stesse chiedendo si sono figlio di imprenditori che per sopravvivere sui mercati internazionali sono stati costretti, ripeto COSTRETTI, a portare parte della produzione all'estero, e vi assicuro che non c'è niente di cui vantarsi in questo, e neanche di bello, facile giudicare dietro a uno schermo, magari con un posto di lavoro pubblico e relativo deretano al caldo, e ricordo che la stragrande maggioranza delle aziende sono medio/piccole, non certo delle multinazionali....
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