Il ministro Urso apre alle auto cinesi prodotte in Italia, ma con due (impossibili) condizioni
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 30 Maggio 2024, alle 14:49 nel canale Auto ElettricheIl ministro delle Imprese e del Made in Italy apre alla produzione delle auto cinesi in Italia, ma pone due condizioni fondamentali
83 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIl ministro del "made in italy" , lo dice il nome, cosa cercherà di fare? Di portare le olive Tunisine in Italia con qualche trucco o di coltivare e vendere le olive in territorio italiano?
Se una azienda si installa in italia e assorbe degli incentivi per produrre ci si preoccuperà porti un indotto e non una mortificazione di quanto già esiste ( leggasi industria auto italiana ancora esistente)..
Se l'installazione di tale azienda invece è solo un trucco per aggirare dei dazi in arrivo allora il discorso è ancora più logico.
Su Dacia Spring vorrei proprio fare un sondaggio tra i possessori per vedere quanti sanno cosa si sono messi in garage...
Ma il trucco è lo stesso usato da MG che guarda caso ora tra i modelli più venduti da noi non ha le elettriche ma la ZS a benzina, che fa concorrenza a marchi termici e non elettrici!
Se Ursu avesse chiesto di usare olive italiane non ci sarebbe stato nessun problema.
Se invece delle olive chiede di usare i frutti del mare (cit. One Piece) non è che fai il bene dell'Italia hai chiesto una cosa impossibile per dire NO senza dire no.
In ogni caso ribadisco che il problema non si pone... la produzione andrà in Polonia e simili, aggireranno comunque i dazi e via. Ho seri dubbi che avrebbero prodotto in Italia a prescindere dalle uscire di Ursu.
Il ministro del "made in italy" , lo dice il nome, cosa cercherà di fare? Di portare le olive Tunisine in Italia con qualche trucco o di coltivare e vendere le olive in territorio italiano?
Se una azienda si installa in italia e assorbe degli incentivi per produrre ci si preoccuperà porti un indotto e non una mortificazione di quanto già esiste ( leggasi industria auto italiana ancora esistente)..
Se l'installazione di tale azienda invece è solo un trucco per aggirare dei dazi in arrivo allora il discorso è ancora più logico.
Su Dacia Spring vorrei proprio fare un sondaggio tra i possessori per vedere quanti sanno cosa si sono messi in garage...
Ma il trucco è lo stesso usato da MG che guarda caso ora tra i modelli più venduti da noi non ha le elettriche ma la ZS a benzina, che fa concorrenza a marchi termici e non elettrici!
Si ma forse non hai capito che è velleitario e lo sa anche lui...
Ciò che anche in Francia si sono accorti accadeva anche con Dacia Spring, di fatto il rebrand di una cinese da meno di 8000 euro venduta a 23-24 mila in suolo europeo!
Freghi lo stato, freghi i contribuenti e anche gli acquirenti!
Quindi ben venga se queste operazioni vengono sventate prima di iniziare!
Questa non l'ho capita, la Dacia è gruppo Renault quindi casomai è lei, azienda europea con capogruppo francese (per inciso non so dove paghi le tasse, ma non penso proprio che le paghi in Cina) , che si sarebbe avvantaggiata, non - o non solo se è vero quanto dici-i cinesi
Poi sono d'accordo in linea generale, i cinesi competono male sul mercato mondiale e non lo dico io, ma non sono ste sparate propagandistiche (stile quella di cambiare il nome dell'ultima alfa romeo ) la soluzione, queste sono spacconate da bar, ci vogliono proposte serie
Infatti rispetto agli esperti che prima hanno smantellato l'Iri, poi governato il Paese e ci hanno catapultato in Europa con le condizioni che conosciamo sono dei dilettanti.....Bisogna impegnarsi molto per affossare come hanno saputo fare loro....
Prima voleva imporre i prezzi dei voli a Ryanair, poi il nome delle auto a Stellantis, ora vuole dire ad aziende automobilistiche cinesi che pezzi usare e come costruire auto.
Questo ministro comunista va rimosso subito, è nemico del mercato e della libertà di impresa.
Quella di fabbriche, anche cinesi, situate sul territorio italiano? Un'automobile deve avere una componentistica che è sempre quella, non che vari a seconda del paese in cui la si vende. Quella di avere sul territorio italiano le fabbriche cinesi che producono per le auto cinesi mi sembra perciò il significato più ovvio, nonché l'unico, per l'affermazione del Ministro.
I risultati saranno gli stessi, ma la Brexit a quanto pare non ha insegnato niente ai sovranari.
No è solo un discorso di buon senso, cioè io stato apro la borsa con incentivi e quant'altro ma questo mi deve portare obbligatoriamente dei vantaggi per l'industria italiana con annessa occupazione, poi il modo di fare questo va ovviamente discusso, pianificato, organizzato, ecc... ma non capisco cosa ci sia di sbagliato nel voler difendere la propria industria e il proprio Paese.
Però secondo alcuni illuminati era meglio confermare l'accordo della Via della Seta (ricordo UNICO paese europeo..) e spianare la strada ai cinesi per farci comprare per due spicci quello che rimane del famoso "Made in Italy" dopo la distruzione operata da altrettanti illuminati.....da non credere....
La Brexit ha insegnato che forse, e dico forse, uno stato dovrebbe salvaguardare in primis il suo patrimonio industriale, ecc... invece di genuflettersi ad un organismo europeo che ha sempre fatto gli interessi di solo due paesi....
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