Europa contro Cina, Tavares punta il dito su costi e fuga dei cervelli
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 22 Aprile 2024, alle 12:02 nel canale Auto ElettricheCarlos Tavares è tornato a parlare dei marchi cinesi all'attacco del mercato europeo, ed identifica in due punti chiari lo svantaggio europeo
Tiene ancora banco la questione dei marchi cinesi all'arrembaggio del mercato europeo, soprattutto quando si parla di auto elettriche o low cost. È tornato per l'ennesima volta sull'argomento il CEO di Stellantis Carlos Tavares, che ha fornito la sua chiave di lettura.
Alcuni addetti ai lavori ritengono che la Cina in questo momento abbia anche un vantaggio tecnologico, ma Tavares non è di questa opinione: "Non penso ci sia un divario tecnologico, quanto di costi. In termini di tecnologia però, una delle rarità che rimangono nella vecchia Europa è l’educazione scientifica. Nonostante le critiche, il livello di istruzione scientifica che abbiamo è ancora alto".
La stessa educazione, che Tavares ritiene superiore, si traduce però in un'arma a doppio taglio: "Il 30% degli ingegneri neolaureati under 30 in Portogallo si trasferisce all’estero. Significa che altri paesi si avvalgono di loro e che li ritengono ben preparati, oltre che motivati. Vado spesso in California per visionare numerose start up e tanti ingegneri che trovo lì sono europei, in particolare francesi. Il problema dell’Europa è che non sfruttiamo il potenziale dei giovani ingegneri che formiamo così bene nei nostri istituti".
Continua Tavares: "Per questo non penso che abbiamo un ritardo tecnologico rispetto al mercato cinese, perché le menti europee sono ottime. Dobbiamo stimolarle però, fare domande, offrire delle sfide e verremo sempre ripagati dalla qualità delle risposte. Tuttavia, noi europei stiamo esportando i nostri cervelli".
Quindi una volta risolto il problema delle menti, da mantenere in Europa, o richiamare con progetti validi e stimolanti, secondo il numero uno di Stellantis resterebbe solo un altro importante problema, quello dei costi: "Il grande problema è che viviamo in un sistema totalmente non competitivo dal punto di vista dei costi contro il resto del mondo. È legittimo preferire questo sistema, sta nella democrazia, ma così non si può competere con il resto del mondo. Trovare una risposta è estremamente difficile. I cinesi hanno un vantaggio sui costi del 30%. Questo vuol dire possono vendere profittevolmente le auto elettriche al prezzo di quelle a benzina, mentre noi no. Abbiamo un problema di competitività economica".
71 Commenti
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non c'è alcun dubbio che il cervello di tanta gente è andato alle Maldive da un bel pezzo
Caro tavarez prendi oltre 36 milioni di stipendio annuo...diminuite il vostro stipendio cari CEO e vedrete che le aziende torneranno competitive.
chapeau !!
Caro tavarez prendi oltre 36 milioni di stipendio annuo...diminuite il vostro stipendio cari CEO e vedrete che le aziende torneranno competitive.
chapeau
Ci vuole una bella faccia tosta ad affermare certe cose dopo che si è riusciti a farsi aumentare lo stipendio a 36 Mln di Euro annui più bonus!!
Ci vuole una bella faccia come il proprio di dietro a parlare così quando con la scusa della riorganizzazione si stanno deindustrializzando intere regioni economiche per produrre dove costa meno!!
I giovani non scappano, ma tentano di sopravvivere e di garantirsi un futuro dignitoso, caro il mio arraffa soldi pubblici per garantire i dividendi!!
"grazie Tavares non avevo trovato aziende che mi assumessero in EU"
Sarà più probabilmente
"in EU nessuna mi pagava quanto desideravo/meritavo".
Predica bene ma razzola male
Come tutti i CEO, dicono cose simpatiche e giuste per le public relations, poi, finita la social promotion da tiktokari, tornano a fare quello che hanno sempre fatto; Guerre di potere, favori al politico di turno, consolidamento della posizione con minor rischio e spesa possibile.Tra l'altro si piange ora quando si sono fatte delle leggi che penalizzano il nostro mercato interno a favorire di quello esterno, piuttosto che migliorare il prodotto e il sistema produttivo.
Il tutto a vantaggio di chi produce senza norme chiare su inquinamento, sicurezza sul lavoro e diritti del lavoratore! Grandi!
e allora basta mettere dei dazi. Ogni anno di un europeo che lavora all'estero nel paese X, il paese X deve pagare il 15% dello stipendio che versa al "cervello" allo Stato che l'ha formato a proprie spese
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