Elon Musk agli scioperanti svedesi 'siete fuori di testa'
di Giulia Favetti pubblicata il 24 Novembre 2023, alle 16:57 nel canale Auto ElettricheLungi da tentare di sedare la protesta che, da quasi un mese, infiamma la Svezia (sempre più coesa nel difendere i suoi lavoratori), Elon Musk ha definito 'insane' lo sciopero in atto contro Tesla
Alla fine, Elon Musk ha preso la parola riguardo la protesta partita il 27 ottobre da 130 lavoratori (metalmeccanici, come è stato specificato di recente) in forza a Tesla Sverige; non certo una folla immensa, ma è sempre da una singola fiamma che divampa un incendio. E se poi chi si trova dall'altra parte butta la proverbiale "benzina sul fuoco", la situazione può solo peggiorare.
Questo è esattamente quanto è accaduto (e sta tutt'ora accadendo) a poche ore dal tweet di Musk inviato in risposta all'utente NicklasNilsso14 che (sempre tramite X) ha reso nota la presa di posizione di PostNord, unitasi al sempre più compatto movimento di solidarietà e difesa dei lavoratori di Tesla e del modello lavorativo svedese, basato (come abbiamo spiegato negli scorsi articoli), su contratti collettivi che regolano ogni aspetto della vita lavorativa (orari, mansioni, stipendi, benefit, permessi, malattie, ferie, pensione, assicurazioni, ecc). La notizia è stata riportata da The Guardian ed Electrek.
This is insane
— Elon Musk (@elonmusk) November 23, 2023
"This is insane", letteralmente "Questo [ndr, lo sciopero] è folle"; vale la pena sottolineare che nella lingua anglosassone "insane" ha un'eccezione fortemente negativa, che va ad insinuare un comportamento non in linea con una persona sana di mente.
Tre parole lapidarie che sottintendono una volta di più come Musk non accetti alcun tipo di critica verso il suo modus operandi: il CEO non è nuovo ad affermazioni di questo tipo (solo per citare uno dei casi più recenti, a gennaio l'imprenditore sostenne che solo gli investitori intelligenti potevano capire il potenziale del software FSD di Tesla).
Nonostante questo suo scarso autocontrollo gli abbia procurato diversi guai (come la sospensione dalla carica di amministratore delegato di Tesla), Musk non sembra incline a voler quantomeno smussare questo lato del suo carattere.
La vicenda svedese, seppur involontariamente, sta mettendo sotto i riflettori come gli atteggiamenti del patron di Tesla arrechino danni in primis proprio all'azienda.
Negli articoli dedicati alla protesta abbiamo sottolineato diverse volte la totale disponibilità di IF Metall (il sindacato svedese cui si sono rivolti i primi 130 scioperanti) a trovare un accordo con Tesla (a partire dal 2018), apertura che si è ripetutamente scontrata con l'atteggiamento di Musk (per certi versi ottuso e – a parere dell'autrice – anche infantile).
Più il CEO ha posto resistenza, più la voce di IF Metall si è rafforzata, arrivando a smuovere altri sindacati, sia svedesi che stranieri (come Hamnarbetarförbundet e IG Metall - la controparte tedesca di IF Metall), categorie artigiane (agenzie di consegna pacchi e corrispondenza, carrozzieri, elettricisti, muratori ed agenti immobiliari) e aziende private straniere che hanno sedi anche in Svezia (come Hydro Extrusions) bloccando di fatto tutto l'ecosistema svedese che ruota attorno a Tesla.
Nelle ultime ore, inoltre, PostNord ha comunicato che non consegnerà più le targhe assegnate dalla Motorizzazione a vetture appartenenti all'azienda texana, di fatto azzoppandola.
"L'autorità Kammarkollegiet [ndr, l'equivalente della nostra Motorizzazione] ha stipulato un accordo quadro per i servizi di corrispondenza e pacchi a cui tutte le autorità devono avvalersi. E secondo tale accordo, noi dobbiamo utilizzare PostNord" ha spiegato Anna Berggrund, direttrice del dipartimento Informazioni sui veicoli dell'Agenzia svedese dei trasporti.
Lunedì sera è entrata in vigore la misura di solidarietà di Seko, che si traduce in un blocco della distribuzione, consegna e ritiro di spedizioni, lettere, pacchi e pallet effettuati da Postnord e Citymail in tutti i luoghi di lavoro svedesi di Tesla. Il fermo del sindacato ST sulle consegne di PostNord a Tesla, invece, è entrato in vigore martedì pomeriggio.
Anders Porelius, responsabile stampa di PostNord Svezia, ha confermato che tutte le operazioni di consegna/ritiro della posta da e verso Tesla sono state interrotte.
"Siamo neutrali nel conflitto di base, ma non intendiamo aggirare il blocco alle operazioni. Le spedizioni destinate a Tesla non verranno consegnate. Il diritto di sciopero è così forte che conta come forza maggiore. Ciò significa che non stiamo violando la missione sociale" ha sottolineato il portavoce, assicurando che tutti i pacchi indirizzati alla casa automobilistica sono conservati con cura nei magazzini di PostNord.
Al momento non sono state rilasciate informazioni riguardo il numero di targhe coinvolte, ma è possibile farne una stima considerando che fra gennaio e ottobre in Svezia sono state immatricolate circa 17.000 nuove Tesla, ovvero mediamente 1.700 auto al mese.
Anche Fellesförbundet (la Federazione unita dei sindacati norvegesi, ovvero il più grande sindacato del settore privato della Norvegia, che conta fra i propri iscritti circa 500 dipendenti Tesla), ha affermato di essere pronta ad intraprendere azioni di solidarietà: il suo leader, Jørn Eggum, ha dichiarato all'emittente NRK che impedirà alle bisarche Tesla con targa svedese di passare attraverso il Paese:
"La Norvegia non dovrebbe essere una via di transito per Tesla, aiutandola a farla franca con i crumiri. Dobbiamo ritenere Tesla responsabile e costringerla a impegnarsi nei contratti collettivi nei paesi europei in cui opera".
Quello che era partito come la fiammella di un fiammifero (e che pertanto sarebbe stato facile spegnere) è diventato un vero e proprio incendio, arrivando a coinvolgere diverse categorie artigiane locali, aziende private e sindacati fuori dalla Svezia, ma non solo.
Oggi il braccio di ferro Musk-Svezia è anche (e forse soprattutto) uno scontro di principio - fra privato e collettivo, capitale e sociale - in un caleidoscopio di lotte sociali e diritti che si scontrano con le leggi di un'economia sempre più cinica e arrivista.
Da una parte IF Metall non può cedere (e non cederà, sia Marie Nilsson, presidente del sindacato, sia Jesper Pettersson, portavoce ufficiale dell'associazione, sono stati molto chiari a riguardo) perché questo creerebbe un precedente a cui altre aziende potrebbero rifarsi, come Spotify che, ad inizio 2023, aveva negato la stipulazione di un contratto collettivo per i propri dipendenti svedesi.
Allo stesso modo, la stessa cosa non può fare Musk, o darebbe in mano all'agguerrito sindacato statunitense UAW (United Automobile Workers) un'arma da usare per cambiare le regole di impiego di Tesla in madrepatria, dove il CEO ha esercitato indisturbato il suo potere per più di due decenni.
Di seguito, gli articoli che abbiamo dedicato alla vicenda, che continueremo a seguire da vicino:
- I lavoratori svedesi mettono Tesla spalle al muro e chiedono un contratto collettivo;
- Tesla vs Svezia: è l'inizio di un effetto domino per i diritti dei lavoratori?
58 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoAh Muskio, sciacquati la bocca prima di dare certi giudizi...che mica tutti portano "gabinetti in azienda" o si fummano "sigarette arricchite" durante le dirette...
Apri il portafogli e paga, che tanto i soldi non ti mancano !
per non parlare dei nomi dati ai figli
Cambieranno logicamente il nome con qualcosa di più umano appena legalmente in grado...
Ah Muskio, sciacquati la bocca prima di dare certi giudizi...che mica tutti portano "gabinetti in azienda" o si fummano "sigarette arricchite" durante le dirette...
Apri il portafogli e paga, che tanto i soldi non ti mancano !
"Nessuno è diventato ricco pagando i lavoratori" ( Paperon de' Paperoni probabilmente )
"Non penserà mica che mia arricchito firmando assegni ! AHAHAHA !!!" - Bill Gates mentre rileva (distrugge) l'azienda di Homer Simpson
Link ad immagine (click per visualizzarla)
in realtà mi sembra che paga bene,
è solo una lotta di potere dei sindacati
La casa automobilistica statunitense ha una politica che esclude accordi di contrattazione collettiva. Musk sostiene che i suoi dipendenti hanno condizioni altrettanto buone o perfino migliori di quelle richieste dai lavoratori svedesi. Il sindacato ribatte che è vitale per il modello del mercato del lavoro locale che tutte le aziende abbiano contratti collettivi.
...
Se permettiamo a Elon Musk di godere di condizioni diverse da tutti gli altri, l’intero modello andrà in crisi. Sarebbe devastante», ha commentato Torbjorn Johansson, segretario alle trattative presso l’organizzazione che riunisce le organizzazioni sindacali.
https://www.ilsole24ore.com/art/tes...lliamo-AF6GnBmB
ma se si è ispirato ai nomi dei prodotti IKEA
"Musk sostiene" is the new "è una balla"
I lavoratori delle sette officine svedesi a marchio Tesla guadagnano meno e non hanno le stesse pensioni e assicurazioni degli altri meccanici del settore
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