Dazi alle EV cinesi, esposto della Cina al WTO. Adolfo Urso: "serve negoziare"
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 12 Agosto 2024, alle 10:03 nel canale Auto ElettricheContinua la battaglia sui dazi imposti dalla Commissione Europea alle auto elettriche cinesi. Ora c'è un esposto al WTO, al quale l'Europa ha già risposto
Tiene ancora banco la discussione sui dazi aggiuntivi che la Commissione Europea ha imposto, provvisoriamente, alle auto elettriche cinesi. Il voto dei Paesi membri che servirà a confermare o ad annullare i dazi è ancora lontano, dato che si terrà solo a novembre, e nel frattempo dunque le parti in causa cercano di far valere le proprie ragioni.
L'ultima mossa è del governo cinese, che ha presentato in questi giorni un esposto al WTO, l’Organizzazione mondiale del commercio, secondo cui la decisione della Commissione EU sia contraria ai principi della cooperazione internazionale, e rischi anche di mettere in difficoltà gli impegni alla lotta contro il cambiamento climatico.
Questo è quanto si legge nell'esposto: "La sentenza nella conclusione provvisoria dell’UE è priva di fondamento fattuale e legale. Ha violato gravemente le regole del WTO e ha minato la cooperazione globale per affrontare il cambiamento climatico. Esortiamo l’UE a correggere immediatamente i propri errori e a salvaguardare insieme la cooperazione economica e commerciale tra Cina e UE, nonché la stabilità della filiera di fornitura dei veicoli elettrici".
La risposta della Commissione non si è fatta attendere, ed ovviamente la controparte ritiene il provvedimento assolutamente legittimo, e compatibile con le regole del WTO: "Siamo fiduciosi nella compatibilità delle nostre indagini e delle misure provvisorie con quelle che sono le linee guida del WTO. La richiesta di consultazioni nei confronti dell’Organizzazione mondiale del commercio non pregiudica la tempistica dell’indagine anti-sovvenzioni, che nel frattempo sta andando avanti".
In Europa continuano ad essere comunque molte le posizioni contrarie ai dazi, soprattutto in Germania, dove diversi leader delle case costruttrici si sono espressi a sfavore dei dazi. In Italia invece il ministro Adolfo Urso ancora una volta sceglie la strada diplomatica, ed invoca dei negoziati per normalizzare la situazione. Queste le sue parole: "Credo che sia utile trovare una soluzione negoziale, come già accaduto altre volte in passato, che ripristini condizioni di parità". È giusto ricordare come l'Italia sia in piene trattative per portare costruttori cinesi nel territorio nazionale, e dunque la prudenza su questo argomento è d'obbligo.
16 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoEffetto non da poco e sinceramente auspicato da chi sostiene la transizione. Loro hanno la tecnologia per abbassare i prezzi delle elettriche e arrivare in zona 20/25000€ con auto accettabili.
Basta dire che fino al 31 Liglio BYD faceva 6000€ di sconto alla Dolphin. 27000€ una 60KWh netti LFP, con PdC, camera 360, nav ecc ecc.
Inarrivabile per le europee.
Infatti BYD ha già annunciato Ungheria, Chery in Spagna e SAIC sembra anche loro li.
Noi ci stiamo provando con Dongfeng pregandoli di aprire in Italia...
Perché questo SI CHE È VERO non verranno mai in Italia, burocrazia, costi energetici, tempi della giustizia e perché mai dovrebbero venire proprio qui? Con tanto spazio e nazioni che li aspettano nel resto d'Europa e del mondo?
Turchia ha annunciato la partnership con BYD, dimenticavo.
Poi useranno i dazi per pagare gli incentivi...strana cosa.
Noi ci stiamo provando con Dongfeng pregandoli di aprire in Italia...
Perché questo SI CHE È VERO non verranno mai in Italia, burocrazia, costi energetici, tempi della giustizia e perché mai dovrebbero venire proprio qui? Con tanto spazio e nazioni che li aspettano nel resto d'Europa e del mondo?
Turchia ha annunciato la partnership con BYD, dimenticavo.
Perché noi abbiamo impianti produttivi già pronti, per non parlare del know-how nel costruire auto e dell'indotto.
Noi abbiamo impianti già pronti? Per questo Tesla ha aperto in Germania, Chery se ne va in Spagna e BYD in Ungheria?
Forse bisognerebbe dare un'occhiata alla classifica europea dei paesi produttori di auto in Europa.
Chissà che non si spieghi il mistero del perché ci scansano tutti.
Certo che si, tutti quelli ex Fiat. Al massimo serve una parziale riconversione per l'elettrico, ma non penso che farne uno da zero costi tanto meno. Non vengono sostanzialmente per i pochi incentivi governativi, burocrazia, tasse e mazzi vari.
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