Nuova Opel Astra Plug-in Hybrid, prima prova, caratteristiche e prezzi
di Massimiliano Zocchi pubblicato il 29 Luglio 2022 nel canale Auto ElettricheAbbiamo guidato per due giorni la nuova Opel Astra in versione ibrida ricaricabile, per scoprirne tutti i pregi. Così si completa un trio di auto elettrificate Opel, in attesa dell'elettrica pura e della station wagon
Da poco meno di 100 anni Opel ha una vettura che incarna alla perfezione lo spirito del marchio tedesco, ed ha continuato a farlo anche nei vari passaggi di proprietà. Nata come Kadett nel 1936, diventata poi Astra negli anni '90, la vettura continua la sua storia anche nel corso Stellantis, e lo fa soprattutto con una inedita versione elettrificata plug-in hybrid. Sappiamo già che l'auto nel 2023 arriverà anche in full electric, ma per il momento abbiamo avuto il piacere di guidare l'ibrida ricaricabile, scoprendo tutti i dettagli del nuovo modello.
Basata sulla piattaforma EMP2 del Gruppo Stellantis, la Opel Astra è gemella di altre vetture, come Peugeot 308 o DS 4. Per questo stesso motivo anche le motorizzazioni sono in comune, lasciando dunque poche sorprese dal punto di vista delle prestazioni. Tuttavia ogni marchio è libero di affinare e modificare leggermente le auto, per offrirgli un carattere unico, e per questo solo con una vera prova su strada si possono davvero capire le differenze. È quello che abbiamo potuto fare nei dintorni di Lisbona, testando la variante plug-in hybrid in diverse tipologie di percorsi, per avere un quadro completo.
Prima di rivelare come si è comportata la vettura in strada, parliamo del lato estetico e progettuale. Astra è in pratica la prima Opel a proporre il nuovo frontale Vizor, ispirato alle auto del passato, in cui una geometria unica ingloba anche i fari e il logo, che può essere inoltre colorato di nero come la mascherina. Lo stile della carrozzeria è moderno, ma ricorda comunque le forme muscolari e un po' sportive della Astra, un design che ha sempre avuto un buon seguito di fan in Italia. Sono evidenti le proporzioni guidate dalla piattaforma condivisa, ma l'identità del marchio pare conservata.
Spostandosi all'interno, si viene accolti da un abitacolo dominato dal cruscotto con andamento avvolgente, in cui spicca il pannello della strumentazione. Ad occhio un unico elemento, in realtà racchiude due display separati senza soluzione di continuità, uno per il cluster strumenti, l'altro per l'infotainment centrale. Nota di merito per il nuovo software, che finalmente sfrutta completamente la diagonale senza lasciare spazi vuoti. La console centrale è ben raccordata, e ritroviamo l'impostazione già vista in altre vetture del Gruppo. Vicino al vano con ricarica wireless per smartphone ed ai soliti piccoli vani di riponimento, troviamo il selettore di marcia, che con il cambio automatico sostituisce la leva, il tasto della frenata rigenerativa aumentata, e il pulsante per scegliere la modalità di guida.
Questo perché essendo una ibrida ricaricabile, alle colonnine o da presa di casa, nuova Astra può percorrere tra i 50 e i 60 km in modalità elettrica pura. Ma su questo aspetto torneremo più avanti. I sedili in molte versioni sono quelli certificati AGR (qui vi avevamo spiegato nel dettaglio cosa significa) e si sono rivelati in effetti comodi, rigidi al punto giusto e con tante regolazioni a disposizione.
Lo spazio a bordo è tipico di questo segmento, più che sufficiente anche con un'auto tutto sommato compatta. Anche seduti sui sedili posteriori si sta comodi, e la console centrale non ruba troppo spazio a chi eventualmente starebbe seduto al centro del divanetto. Forse si perde qualcosa nella capacità di carico del bagagliaio, che per la plug-in è di 352 litri, oppure di 1.268 litri con i sedili posteriori ribassati.
La motorizzazione è basata su un motore benzina da 1,6 litri, 4 cilindri, abbinato a un motore elettrico da 80 kW. La potenza totale espressa dal sistema è di 180 CV, da cui la sigla del modello, 180 appunto, ma è disponibile all'ordine anche la versione con 225 CV. Tutto gestito dal cambio automatico a 8 rapporti. Durante la nostra prova abbiamo appurato che il motore elettrico può tranquillamente essere utilizzato in tutte le situazioni, purché non ci sia bisogno di tanta potenza istantanea. Nei tratti, anche autostradali fino a 135 km/h, l'elettrico supporta l'andatura in solitaria. Quando la ricarica sta per terminare, o quando si spinge di più sull'acceleratore, il motore termico interviene, e l'auto diventa sostanzialmente una ibrida, situazione che ritroviamo anche quando lasciamo decidere al computer di bordo come gestire il tutto.
All'inizio della nostra prova, con la batteria da 12,4 kWh completamente carica, secondo l'indicatore a cruscotto, avremmo potuto percorrere 47 km in elettrico puro. In realtà dopo 35 km di tragitto ne avevamo ancora a disposizione ben 20, proprio come da omologazione del veicolo. La cosa non è stata una sorpresa, viste le verifiche fatte sulla motorizzazione in prove precedenti, ed anzi in solo urbano si potrebbero superare anche 60 km di autonomia.
Ma se dovessimo giudicare il comportamento su strada, come se l'è cavata la nuova Astra? Come accennato all'inizio, ogni brand facente parte del Gruppo Stellantis ha la possibilità di fare leggere variazioni per dare alla sua vettura un carattere distintivo. Opel in questo senso ha puntato su sospensioni più rigide, come da tradizione tedesca, offrendo ad Astra un assetto più stabile, forse meno comodo sullo sconnesso, ma che garantisce un carattere sportivo, che ben si accoppia con la buona potenza della soluzione ibrida. Abbiamo anche trovato un volante molto preciso, che porta sulla strada ogni minima variazione, e semplifica la guida soprattutto sul misto e su strade con curve strette e tornanti. Parlando invece strettamente di prestazioni, la motorizzazione che abbiamo provato è soddisfacente sotto ogni punto di vista, ed anche quando è in funzione il motore termico il cambio a 8 rapporti è molto fluido, facendola comunque sembrare una guida elettrica.
Per quanto riguarda il listino, l'offerta Opel per Astra Plug-in Hybrid è molto schematica e semplice. Si parte con l'allestimento Edition, da 35.700 euro, per poi salire a Elegance, che costa 37.700 euro. C'è anche una variante Business Elegance, leggermente più cara, per 39.200 euro. Per lo stesso prezzo di quest'ultima è disponibile la GS Line, mentre la top di gamma è la Ultimate, che abbiamo provato, al prezzo di 42.700 euro. Esistono ovviamente anche le versioni con motori tradizionali, di cui ci limitiamo a segnalare il benzina 1.2 Turbo 110 CV da 24.900 euro e il diesel TD 1.5 130 CV da 36.700 euro.
59 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoLa tecnologia è ancora in fase di forte sviluppo: si rischia di portarsi a casa qualcosa di costoso (35-40.000 euro sono tanti) e di trovare nel giro di un paio di anni qualcosa che va di più, consuma meno e costa un 30% meno...
La tecnologia è ancora in fase di forte sviluppo: si rischia di portarsi a casa qualcosa di costoso (35-40.000 euro sono tanti) e di trovare nel giro di un paio di anni qualcosa che va di più, consuma meno e costa un 30% meno...
sono daccordo, salvo che a volte resti a piedi e non si può posticipare
esatto.
io resterei cmq su benz. GPL per i prossimi 2 anni
Diesel mai
La tecnologia è ancora in fase di forte sviluppo: si rischia di portarsi a casa qualcosa di costoso (35-40.000 euro sono tanti) e di trovare nel giro di un paio di anni qualcosa che va di più, consuma meno e costa un 30% meno...
AMEN amico mio.
Saranno pure belle ed innovative ma cosatno veramente troppo.
Tra le plugin hybrid la meno costosa è da listino la Renault Capture (pianale della Clio) che costa comunque la bellezza di 35K euro.
Direi che starò ancora per parecchio con la mia DS3 che nonostante i suoi 12 anni fa ancora perfettamente il suo dovere.
Se ne riparla tra minimo 3 anni, ma pure 5.
Se ad oggi riesci a trovare delle Km0 sei fortunato forte, vista la crisi del mercato automobilistico attuale.
La tecnologia è ancora in fase di forte sviluppo: si rischia di portarsi a casa qualcosa di costoso (35-40.000 euro sono tanti)...
Leggevo un articolo in cui Stellantis nel 1° semestre ha venduto il 7-8% di auto in meno rispetto allo scorso anno (che era in calo rispetto al 2020 già in forte calo rispetto al 2019) eppure ha aumentato il margine di utile del 45%
Ci rendiamo conto di cosa vuol dire? che anzichè produrre 100 auto e marginare 1.000, hanno prodotto 92 auto ed hanno marginato 1.450.
Ma chi glielo fa a fare di raddoppiare la produzione per dimezzare i margini?
Poi se uno i soldi li ha è un altro discorso anche se io mi sentirei comunque un pò inculato a pagare tanto.
Da appassionato quattro anni fa presi usata una Grande punto Abarth, risultato: speso pochissimo, è divertente e con il tempo sta acquisendo anche valore essendo una hot hatch ormai poco diffusa
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".