Candela P-8 Voyager, presentato a Venezia il primo taxi acquatico volante a motore elettrico
di Rosario Grasso pubblicata il 30 Maggio 2022, alle 17:01 nel canale Trasporti elettriciCandela è un'azienda con sede a Stoccolma che produce barche elettriche basate sul sistema hydrofoil (aliscafo). Ecco i suoi nuovi mezzi presentati al Salone Nautico di Venezia
Progettato per sostituire i tradizionali taxi acquatici e le moto d'acqua commerciali per passeggeri, Candela P-8 Voyager ha debuttato al Salone Nautico di Venezia. Progettato dal costruttore svedese Candela, questo taxi acquatico elettrico si basa sugli stessi presupposti di Candela C-8, ovvero sul sistema dell'azienda hydrofoil, progettato per far viaggiare l'imbarcazione fuori dall'acqua e, in questo modo, risparmiare energia e contenere i costi di manutenzione.
Il segreto di questi mezzi riguarda il motore C-Pod (il cui funzionamento abbiamo spiegato qui), che gli oltre 50 ingegneri dell'azienda hanno progettato basandosi sull'esperienza accumulata nelle industrie dei droni, aerospaziale e del software. Una coppia di unità sommerse fornisce 50 kW di potenza e aziona direttamente le eliche controrotanti senza la necessità di alcuna trasmissione intermedia. Il che si traduce nell'assenza di olio o liquido di raffreddamento, oltre che in assenza di rumore durante il funzionamento del motore.
Il controller di bordo agisce automaticamente sull'angolo di attacco del foil quando la barca raggiunge i 16 nodi, permettendo al veicolo di decollare e volare sopra le onde. Questo controller si affida a una serie di sensori per determinare l'altezza delle onde e garantire una guida fluida anche in condizioni avverse. Un'elevata altezza di marcia e la capacità di effettuare 100 regolazioni al secondo in termini di di rollio, beccheggio e altezza permettono ai veicoli acquatici di Candela di procedere velocemente senza consumare molto.
Il sistema progettato da Candela inoltre si sposa molto bene a quelle aree dove non è opportuno il moltiplicarsi delle scie delle imbarcazioni, proprio come Venezia. Secondo Candela, la scia lasciata dai suoi aliscafi non è più grande di quella delle gondole di Venezia. Il Candela P-8 Voyager naviga a 20 nodi e raggiunge una velocità massima di 30 nodi.
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6 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info50 ingegneri che non hanno mai visto una città acquea..
Non capisco perchè non si perde un minuto a mettere un minimo di conversioni sulle unità di misura, tutti sanno che i cartelli di limite di velocità a Venezia sono tutti espressi in Nodi.... quel giocattolo già me lo vedo spatashato sotto un ponte.
Al massimo va bene sulla tratta Venezia - Burano - Punta Sabbioni, te lo sogni dentro i canali, soprattutto se si solleva.
I battelli passeggeri in servizio pubblico di linea hanno limiti di velocità più elevati rispetto alle altre imbarcazioni, ma per tutte le unità vige il divieto di navigare ad una velocità maggiore di 20 km/ora.
Sono esonerati dal rispetto dei limiti i natanti muniti di lampeggianti blu e sirena in servizio di emergenza pubblica (forze dell’ordine, ambulanze e vigili del fuoco), ma come spesso accade anche nelle strade le forze di polizia abusano di questo diritto e vanno veloci anche quando non in emergenza, in special modo la guardia di finanza (che, a onor del merito, è il corpo meglio preparato nelle unità navali di soccorso).
In alcuni canali la velocità massima consentita è di 11 km/ora. Altri canali pongono un limite di 7 km/ora, mentre per zone che necessitano di particolare tutela, come canali del centro storico o che costeggiano barene o isole minori, viene fissato il limite a 5 km/ora.
In ogni caso c’è l’obbligo (se non altro indicato dal buon senso) di ridurre la velocità in prossimità di rive, barene, argini, cantieri, o incrociando altre imbarcazioni, riducendo alla minima velocità di governo se trattasi di imbarcazioni a remi, a vela e piccoli natanti in genere.
16 nodi sono già 29 e passa KM/h
comunque par di capire che lo presentano al salone nautico di Venezia non che verrà usato a Venezia
50 ingegneri che non hanno mai visto una città acquea..
ma probabilmente lo intendono come Taxi veloce in alcune tratte tra continente e isole, per poi ridursi a normale barca con velocità ridotta nei canali in città.
Trovo il prodotto molto interessante perché, al di là dell’uso a Venezia, apre davvero a soluzioni di maggior efficienza. Con scafo tradizionale 50kw non bastano certamente a farlo planare, richiedendo probabilmente 4-5 volte quella potenza.
Mi sorge però un dubbio, derivante dal pescaggio e dalla possibilità di urtare ostacoli (es. basso fondale) o restare impigliato in qualcosa: potrebbero limtarne l’uso e in caso di danni il portafoglio piangerebbe molto di più che non nel sostituire un’elica o uno spinotto…
Resta poi il problema autonomia. Due ore per mare sono ridicole e comunque, in termini di sicurezza, assolutamente insufficienti. Il mare non è un’autostrada e non si trova facilmente un carro attrezzi, specie in caso di maltempo. Tutto risolvibile, naturalmente.
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