Airbus utilizzerà alianti a idrogeno per analizzare le emissioni e l'impatto delle scie di condensazione
di Rosario Grasso pubblicata il 20 Luglio 2022, alle 18:25 nel canale Trasporti elettriciLo studio aiuterà nel processo di definizione dei futuri progetti di propulsione per velivoli e, in particolare, su come gestire la combustione di idrogeno, mitigando al contempo le emissioni indesiderate
Blue Condor è il nome del progetto lanciato da Airbus UpNext per l'individuazione dell'impatto delle scie di condensazione create da velivoli alimentati a idrogeno. Alla base dello studio ci saranno degli alianti modificati capaci di raggiungere altitudini fino a 33 mila piedi, mentre normalmente i velivoli di questo tipo viaggiano sotto i 10 mila piedi. Il risultato di questa analisi fornirà informazioni critiche sulle emissioni che non sono di C02, come quelle di ossidi di azoto.
I normali velivoli producono delle scie di condensazione, ovvero delle nuvole artificiali di vapore acqueo condensato. Queste scie possono provocare emissioni che contengono biossido di carbonio, monossido di carbonio, idrocarburi come il metano, solfati, particolato da combustione e altro ancora. Benché ci siano studi su queste emissioni nel caso dei tradizionali aerei a motore termico, non è chiaro l'impatto dei velivoli alimentati a idrogeno.
Per condurre questi studi, Airbus utilizzerà due alianti Arcus-J modificati, dei quali uno dotato di un motore a idrogeno e l'altro con un motore a cherosene convenzionale. I due alianti sorvoleranno il North Dakota, con il primo che verrà rimorchiato fino all'area designata per l'esperimento, mentre il motore a idrogeno verrà acceso solamente una volta raggiunta la quota prevista. La composizione dello scarico, poi, verrà esaminata attraverso l'impiego di un caccia del laboratorio aerospaziale tedesco DLR, che seguirà l'Arcus.
Uno dei due sedili per i piloti dell'aliante Arcus verrà rimosso in modo da poter installare un serbatoio di idrogeno, che trasporterà il carburante necessario a eseguire un test di un'ora, sia nella fase di ascesa che durante la normale crociera a 33 mila piedi. La modifica dell'aliante e i voli di prova saranno condotti da una società che si occupa di ricerche scientifiche sull'atmosfera, Perlan Project.
Sebbene i motori a idrogeno non producano anidride carbonica, i test forniranno dati sul contenuto di vapore acqueo. Si prevede che questo possa essere superiore anche di due volte e mezza rispetto a un velivolo a propulsione tradizionale, con livelli più alti anche di protossido di azoto.
I test iniziali inizieranno verso la fine di quest'anno e la campagna si concluderà entro la primavera del 2023. Si spera che i dati possano aiutare nella definizione dei propulsori a idrogeno del futuro e nella regolazione della combustione dell'idrogeno, mitigando al contempo le emissioni indesiderate. Ulteriori dettagli sullo studio si trovano sul sito di Airbus.
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5 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoL’idrogeno puro non brucia, va miscelato con aria per produrre una fiamma, e questa è tendenzialmente molto calda anche se non in camere ad alta pressione come nel caso dei diesel.
Un motore a combustione ad idrogeno produce ossidi di azoto per gli stessi motivi per cui li producono i motori a benzina ed a gasolio nelle auto ed i motori aeronautici in quota.
Quello che non si sa bene è come si comportino eventuali motori ad idrogeno in quota, con temperature, pressioni esterne e sollecitazioni completamente diverse da terra.
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