La blockchain per garantire la sostenibilità delle terre rare per la produzione di veicoli elettrici
di Rosario Grasso pubblicata il 08 Febbraio 2022, alle 13:01 nel canale TecnologiaL'Unione Europea finanzierà il progetto, che dovrebbe concretizzarsi in tre anni: prevede un sistema di certificazione basato su tecnologia blockchain per garantire che le terre rare utilizzate nel processo di produzione di veicoli elettrici siano estratte e lavorate in maniera sostenibile
Un sistema di certificazione finanziato dall'Unione Europea che utilizza la blockchain è in fase di sviluppo. Lo scopo è garantire che le terre rare indispensabili per la produzione dei magneti industriali alla base delle batterie dei veicoli elettrici siano estratte e lavorate in maniera sostenibile. Le case automobilistiche approverebbero il nuovo sistema di certificazione per assicurarsi che i materiali che utilizzano non contribuiscano all'inquinamento globale.
La tecnologia blockchain assicurerà la sostenibilità delle materie prime critiche e contribuirà a determinare standard globali e a dare fiducia ai consumatori che richiedono prodotti sostenibili, si apprende dalle fonti della Reuters. Il sistema traccerà le terre rare utilizzando la blockchain seguendo l'intera catena di approvvigionamento dall'estrazione mineraria fino alla lavorazione dei materiali.
Si tratterà di una sorta di passaporto digitale: una volta creato un token per una certa quantità di minerale prodotto in modo sostenibile, non potrà più essere modificato sulla blockchain, la quale fungerà come una sorta di libro mastro digitale.
Definito CSyARES (Circular System for Assessing Rare Earth Sustainability), il sistema dovrebbe essere pronto fra circa tre anni, secondo la Rare Earth Industry Association (REIA) e l'azienda olandese per la tracciabilità della catena di approvvigionamento Circularise. Anche la tedesca BEC, la danese Grundfos e la britannica Minviro sono coinvolte nel progetto. Il quale è finanziato dall'Unione Europea attraverso EIT Raw Materials, un'organizzazione elaborata nel 2020 che implementa un piano d'azione per tutelare la produzione di materie prime e garantire la sostenibilità ambientale. L'importo del finanziamento non è stato reso noto.
Le società di revisione emettono già certificati per la sostenibilità dei prodotti minerari, comprese alcune terre rare. "Tuttavia, è un processo quasi del tutto manuale", ha detto Teresa Oberhauser di Circularise alla Reuters. "Alcuni di questi certificati possono essere trovati anche su Ebay, il che non li rende affidabili". È dunque risultata evidente la necessità di passare a un sistema automatizzato.
La lavorazione delle terre rare è un'operazione complessa, che coinvolge solventi e rifiuti tossici che devono essere smaltiti con cura. Il nuovo sistema, secondo i piani, coprirà sia terre rare leggere che pesanti, insieme ad elementi come cobalto, borato, litio, titanio, stronzio. Alcuni di questi elementi sono fondamentali per la produzione dei motori per i veicoli elettrici e per i generatori delle turbine eoliche.
La produzione di terre rare è destinata a diffondersi in varie parti del mondo mentre gli Stati Uniti e l'Europa cercano di liberarsi dalla dipendenza dalla Cina, che fornisce circa il 90% delle terre rare necessarie per la produzione. Alla domanda se la Cina utilizzerà il nuovo sistema di classificazione, REIA, di cui l'Associazione delle industrie cinesi di terre rare è membro, ha dichiarato: "I membri sono firmatari (degli standard) e hanno la possibilità di procedere in qualsiasi momento all'adozione".
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8 Commenti
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Ed ecco come il green europeo e' una montagna di scorie tossiche in Cina...
La luce elettrica e' alle stelle? 0,38 euro al kW? E' green!
La benzina e' a 1,8 euro al litro? E' green!
I prezzi dei beni di consumo aumentano a causa di luce e gas alle stelle? E' green!
L'unico green e' quello delle carte da 100 euro nelle tasche di politici, industriali e lobbisti.
E la transizione ecologica e' in realta' la transumanza del denaro dalle tasche del popolo a quelle dei governanti.
Tranquilli, la block chain garantira' che tutto e' green. Come nel 1980 il bollino CE garantiva made in Europe... si, come no... prodotto in Cina e rimarchiato...
tutto spettacolare.. e green.. e cinese.. che buffo..
Certe cose devono valere per tutto il pianeta altrimenti sono sciocche, deleterie ed illogicheper chi le adotterà.
C'è scritto che vanno smaltite con cura, se lo fanno non c'è inquinamento. Se poi non lo fanno, cavoli dei cinesi. Vogliono conquistare il mondo in ogni campo? Questo è il prezzo da pagare.
basta pagare due lire qualche stato africano.
uno di quelli con poca stabilità politica e, ma non è necessario, tanto deserto.
uno di quelli con poca stabilità politica e, ma non è necessario, tanto deserto.
Questo lo può fare chiunque, europei compresi.
La blockchain per tracciare filiere è una cagata pazzesca
Dato che questo dovrebbe essere un forum tecnico, vorrei esporre perchè credo che le blockchain utilizzate per tracciare filiere varie di oggetti reali sia una cosa del tutto inutile.Bitcoin non ci piace, ci piace la blockchain. Quante volte avrete sentito questa frase?
Molte persone influenti, intervistate in questi ultimi anni, hanno spesso ripetuto il mantra: bitcoin non ci interessa, ma nutriamo interesse nella tecnologia sottostante, la “blockchain”. Spesso viene ripetuto per uno o più dei seguenti motivi:
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[*]Semplice ignoranza e/o diffidenza verso ciò che non si conosce bene.
[*]Uso dell’ennesima buzzword (la ‘blockchain’ per sembrare al passo con i tempi. Puro marketing.
[*]Vera e propria malafede. Dato che bitcoin è uno standard aperto (sostanzialmente è di tutti) si ha paura di non poter mettere sul mercato un proprio prodotto software basato su una propria “blokchain” proprietaria.
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Ho bisogno di una blockchain per il mio business? La blockchain serve veramente a tracciare le filiere? Proviamo a rispondere a queste domande con dei ragionamenti.
Le blockchain si suddividono in [B]pubbliche [/B]e private/federate.
Se una blockchain o una certa “soluzione enterprise” è privata/federata non è realmente decentralizzata. Le blockchain di questo tipo sono progettate proprio con l’intento di non perdere del tutto la possibilità di avere un controllo centrale.
Significa che il controllo resta centralizzato, il consenso automatico tra i nodi sui dati distribuiti non è mai veramente definitivo ed un admin (o un numero limitato di admin, dove l'admin può essere un nodo della rete) deve poterli potenzialmente cambiare. Un sistema basato su blockchain risulta estremamente inefficiente rispetto ad un database classico. Quindi è meglio utilizzare un classico db distribuito. Quando non serve decentralizzazione questa inefficienza è un prezzo assurdo da pagare. Tale inefficienza è accettabile quando si cerca decentralizzazione ed immutabilità: in tal caso è un giusto prezzo da pagare.
Passiamo a quelle pubbliche (tra cui Bitcoin).
Le blockchain pubbliche sono dencetralizzate e di libero accesso (permissionless, chiunque può aggregarsi al network e renderlo più sicuro) e senza entrare in troppi dettagli tecnici, più sono utilizzate e più sono sicure, la più sicura di tutte (intesa come immutabile) è quella di bitcoin.
Ora ragioniamo sull’esempio di prova di esistenza di un documento. Immagina di fare l’hash di un documento ed effettuare una transazione bitcoin salvando tale impronta. Potrai dimostrare (conservando il documento) che quel documento esisteva già al momento della transazione.
Immagina di voler tracciare invece dell’origine di un documento informatico l’origine di oggetti reali. Pensa di voler tracciare su blockchain la filiera alimentare (ad esempio) del vino di alta qualità. Un operatore umano inserirà qualche dato riguardante una bottiglia di champagne accertandone l’origine.
Primo problema: l’operatore potrebbe mentire e inserire dati falsi (o manomettere il meccanismo automatico di inserimento dati). A cosa serve inserire un dato che potrebbe essere falso in origine in una blockchain immutabile? Fidiamoci dell’addetto e andiamo avanti..
Per quanto riguarda un documento digitale, è possibile darlo in pasto ad una funziona informatica che ne calcola una piccola impronta univoca (un piccolo testo che è possibile includere in una transazione su una blockchain).
Ma per gli oggetti del mondo reale non esiste ancora uno scanner laser/quantistico/fotonico/flusso canalizzatore che ti calcola l’impronta univoca di un oggetto reale (una bottiglia di vino, una mela, una sedia). Inoltre gli oggetti reali variano nel tempo la loro composizione molecolare (il vino fermenta e reagisce negli anni in bottiglia), lo stesso oggetto avrebbe impronte diverse a distanza di tempo.
Come potremo provare tramite la blockchain che una certa bottiglia contiene proprio quello che c’è scritto sull’etichetta? Dobbiamo fidarci del codice scritto sull’etichetta e verificare che tale codice sia stato registrato nella blockchain. Ma il codice è stato scritto sull’etichetta e nella blockchain da degli umani, ovvero è un dato potenzialmente corruttibile.
Si potrebbe anche applicare la stessa etichetta con lo stesso codice a più bottiglie anche quelle che non contengono champagne.
A cosa serve poter scrivere su una lavagna indelebile (blockchain pubblica) delle cose che potrebbero essere false in origine?
A cosa serve poter scrivere su una lavagna che non è nemmeno del tutto indelebile (blockchain privata) delle cose che potrebbero essere false in origine?
Per quanto riguarda un oggetto del mondo reale da tracciare in blockchain non possiamo inserirne un’impronta univoca come possiamo invece fare per un file. Anche se per magia potessimo calcolare l’impronta univoca di un oggetto reale, avrebbe un valore solo istantaneo (perché cambierebbe nel tempo dato che atomicamente/molecolarmente gli oggetti reali cambiano di istante in istante, è non si può calcolarne un'impronta univoca).
Concludendo anche per un prodotto con una filiera salvata in blockchain, ci dobbiamo fidare di quanto dichiarato, esattamente come facciamo già oggi senza blockchain. Ci si riconduce a doversi fidare delle persone. Tanto vale usare un normale database.
La blockchain come sistema di tracciamento di una filiera produttiva di oggetti reali non ha alcun senso, ma ha senso soltanto quando si trattano oggetti completamente digitali. Come per l'esempio della prova di esistenza di documenti informatici (file) per i quali è possibile calcolare una piccola impronta univoca e salvarla in blockchain. Un'altro esempio può riguardare la gestione di identità digitali*.
Quindi quando mi serve una blockchain? Quando devo salvare delle prove di esistenza (ad un certa data, il timestamp del blocco) per dei documenti importanti o in generale quando gli oggetti che devo trattare sono puramente digitali e non oggetti reali.
Quale blockchain devo usare? Quella di bitcoin perché è quella che offre le maggiori garanzie di immutabilità.
*A marzo 2021 Microsoft ha annunciato il lancio di un sistema di identità digitale chiamato ION Decentralized Identifier (DID), con licenza open source, il quale si poggia sulla blockchain di bitcoin [1]. Questo è un ulteriore esempio di network di layer2. Interessanti le dichiarazioni sulla scelta della blockchain di bitcoin:
“When we started crunching the numbers, we realized that Bitcoin was the only chain that would probably be too costly to attack.”
[1] https://bitcoinmagazine.com/busines...bitcoin-mainnet
aziende europee, sicuro. stati europei la vedo dura.
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