I Tesla Supercharger dominano le classifiche di soddisfazione. Gli altri operatori ora si devono preoccupare
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 22 Agosto 2022, alle 16:58 nel canale Soluzioni di ricaricaLe soluzioni di ricarica Tesla sono in testa ai sondaggi di J.D. Power, e presto la rete privata di Elon Musk verrà aperta globalmente a tutte le auto elettriche
La rete di ricarica Tesla, le cui stazioni sono chiamate "Supercharger", resta ancora probabilmente la più estesa al mondo, e fino a poco tempo fa aveva il limite di servire solo le auto prodotte dall'azienda di Elon Musk, ad eccezione della prima Tesla Roadster.
Fino a poco tempo fa, perché ormai da diversi mesi Tesla ha iniziato il programma di apertura delle sua rete di ricarica in corrente continua a tutti i marchi di auto elettriche, partendo dall'Europa, dove la Model 3 condivide la presa con le auto della concorrenza, ma con l'idea di farlo anche negli Stati Uniti tramite appositi adattatori.
Tesla rischia dunque di diventare un concorrente davvero scomodo anche per gli operatori della ricarica pubblica, e il perché lo spiega un recente sondaggio di J.D. Power. Il report indica il livello di soddisfazione dei clienti proprietari di auto elettrica durante la ricarica pubblica, e si basa su diversi parametri.
Le reti Tesla, sia Supercharger, sia quella lenta Destination Charger, sono in testa alle rispettive classifiche. Ciò che affligge maggiormente la concorrenza, come le reti di Electrify America o di ChargePoint, è l'affidabilità. Il sondaggio rivela che un utente su cinque non ha caricato durante il passaggio alla stazione di ricarica, e per il 72% di questi il motivo è un malfunzionamento o una colonnina completamente spenta.
Succede invece l'opposto per i Tesla Supercharger, noti proprio per il funzionamento molto più sicuro, tanto che su un totale di 1.000 punti le stazioni Tesla hanno una valutazione di 739, mentre il concorrente più vicino è fermo a 644.
È chiaro che in uno scenario di questo genere i guidatori di auto elettriche non-Tesla saranno ben lieti di poter usufruire della rete Supercharger, ed al tempo stesso gli altri operatori rischiano di perdere un'ampia schiera di clienti. Tutto questo se non saranno in grado di migliorare l'affidabilità dei punti di ricarica, nonché la ridondanza della proposta, per tamponare guasti occasionali.
13 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infonon che serva inventare chissà cosa, basta semplicemente copiare un sistema che manco è sottoposto a brevetto...
Più che altro è incredibile come nessuno abbia ancora pensato di realizzare un sistema in cui basta infilare una carta di credito senza alcun account e cavolate simili, selezionare la carica rapida/normale, ed il sistema dialoga con la macchina e riconosce la modalità più rapida per caricarla (come qualsiasi caricabatterie, cavo, smartphone, portatile ecc al mondo).
Perché così pagheresti di più la corrente non avendo un piano mensile diun gestore.
Eh certo
Immagina di dover fare un abbonamento con ogni gestore di rete carburantei (Esso, Shell, EnI, ecc) ed avere un account diverso per ogni distributore, o magari non poter fare benzina in quelli con cui non hai un abbonamento. Perche altrimenti pagheresti la benzina di più. E ovviamente non puoi fare benzina semplicemente pagando, ma devi avere per forza un account.
Suona come una b0iata, vero?
Ecco, è esattamente com'è adesso la situazione della roba elettrica.
veramente, fare il "pieno" senza un piano di abbonamento mensile, un account, un token rfid, un login, un'accettazione di contratto tariffa e chi più ne ha più ne metta, è esattamente come funziona il metodo del "rifornimento" classico.
Tesla ha superato questo problema, ti registri UNA volta, associano la tua carta di credito al telaio, FINE. arrivi, attacchi il cavo, carichi, lo stacchi, te ne vai.
il perchè il resto del mondo non riesca a farlo, è un mistero a distanza di 10 anni dall'entrata sul mercato dei supercharger.
e, per inciso, con i supercharger non è richiesto nessun abbonamento. quello che consumi, paghi.
e questo è anche uno de motivi per i quali funzionano il 99,999% delle colonnine. perchè se sono rotte, tesla non guadagna.
gli altri gestori paghi una flat mensile, la colonnia è rotta? i soldi li hanno presi lo stesso. in più vendono la corrente con pacchetti flat, a prezzi superiori del costo a consumo di tesla.
che è poi uno dei motivi per i quali quando l'ho presa, gli altri brand nemmeno li ho considerati.
appena aprono la rete supercharger italiana anche a terze parti, se ne riparla.
Tesla ha superato questo problema, ti registri UNA volta, associano la tua carta di credito al telaio, FINE. arrivi, attacchi il cavo, carichi, lo stacchi, te ne vai.
il perchè il resto del mondo non riesca a farlo, è un mistero a distanza di 10 anni dall'entrata sul mercato dei supercharger.
e, per inciso, con i supercharger non è richiesto nessun abbonamento. quello che consumi, paghi.
e questo è anche uno de motivi per i quali funzionano il 99,999% delle colonnine. perchè se sono rotte, tesla non guadagna.
gli altri gestori paghi una flat mensile, la colonnia è rotta? i soldi li hanno presi lo stesso. in più vendono la corrente con pacchetti flat, a prezzi superiori del costo a consumo di tesla.
che è poi uno dei motivi per i quali quando l'ho presa, gli altri brand nemmeno li ho considerati.
appena aprono la rete supercharger italiana anche a terze parti, se ne riparla.
la questione è semplice, sicuramente nelle tesla c'è un chip che riconosce automaticamente l'auto quando la ricarichi, ora per fare una cosa del genere sugli altri distributori dovresti avere un chip in tutte le auto che dialoga con la colonnina cosa non facile
guarda che colonnina e automobile già dialogano con un apposito protocollo standard per tutti i produttori di auto e di colonnine,a livello tecnico non ci sono ostacoli
Ho provato 5 colonnine di Enel X e ne ho trovate tre spente, una guasta e soltanto una volta sono riuscito a ricaricare. Quella guasta addirittura (ero in villeggiatura) è rimasta in quello stato 20 giorni, ho fatto la segnalazione tramite App e mi hanno risposto dopo un mese chiedendomi quale colonnina fosse (in teoria l'app avrebbe dovuto segnalarlo).
Mi hanno ricontattato settimanalmente perché non riuscivano a individuarla. Robe da matti.
Situazione simile con altri operatori minori, ci sono due colonnine davanti un centro commerciale della mia zona che sono in manutenzione da 11 mesi.
Di contro di fianco a un centro commerciale Iper della mia zona, dove sono presenti 10 Tesla Supercharger, hanno aggiunto 4 colonnine (per 8 attacchi) di ricarica gratuite, basta registrarsi sul sito e si utilizza la tessera sanitaria per attivare o disattivare la ricarica.
Situazione simile presso Esselunga con la noia di doversi recare all'info point ogni volta per farsi dare la tesserina (lasciando un documento), di conseguenza passa la voglia.
La spiegazione è nella frammentarietà del mercato. Ci sono diversi CPO - charge point operators, cioè chi possiede le colonnine (vedi enelx, ionity) - che sono di fatto in competizione e hanno implementato i loro database/backend/infrastruttura IT per servire i propri clienti. Ogni CPO ha un database a parte. Il cliente deve creare un account per ogni CPO, installare una app per ogni CPO, etc.
L'alternativa è fare come con gli operatori di telefonia cellulare: cliente A appartenente ad operatore A, si ritrova ad agganciarsi alla cella B dell'operatore B. Come fai? Roaming.
Ed è esattamente quello che questi operatori fanno, ma per rendere il roaming trasparente serve un'azienda "ombrello" che gestisca le transazioni, il roaming dei clienti, etc. Una di queste aziende è Plugsurfing. Ti registri e ti danno una app che astrae il tutto.
Alle complicazioni di cui sopra aggiungiamo le diverse implementazioni da parte di chi realizza le stazioni di ricarica vere e proprie - che sono a tutti gli effetti dispositivi IoT - e le conseguenti incompatibilità software. Caricatori che non mandano i dati giusti al backend, sessioni di ricarica interrotte, etc.
E' un mercato giovane, in evoluzione, con svariate sfide.
Tesla ha risolto semplicemente integrando l'intera filiera: automobile, caricatore, database clienti. Ha creato un ecosistema con risultati consistenti, ovunque tu vada con la tua Tesla. Un po' la formula Apple.
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