Stellantis taglia ancora a Mirafiori (e in USA): via 2.500 esuberi, tra impiegati e operai

Non c'è pace per i lavoratori Stellantis in Italia, ma non solo. Nonostante i target di licenziamenti già raggiunti nei mesi precedenti, il gruppo sta forzando ancora l'uscita incentivata di numerosi lavoratori. Si punta in totale a circa 2.500 esuberi, in diverse sedi italiane.

Solo a Mirafiori sono più di 1.500 i lavoratori coinvolti, con il numero più elevato che riguarda 733 colletti bianchi. Si passa poi a 40 tecnici e ingegneri del Centro ricerche Fiat, 22 addetti della Mopar ricambi, e persino 10 addetti della pista di Balocco e 20 della Security. In fabbrica invece si spingono verso l'addio 300 esuberi alle carrozzerie, 89 alle meccaniche e 40 alle presse.

Ma le "uscite volontarie" non si fermano qui, perché a questi numeri bisogna aggiungere 850 lavoratori da Cassino (di cui 300 in trasferta a Pomigliano) e 100 da Pratola Serra. I sindacati sono ovviamente in agitazione, soprattutto la FIOM, che ha definito Stellantis "un’azienda che più che una stella diventa un buco nero". Le varie sigle sindacali invocano l'intervento della premier Giorgia Meloni e del ministro Adolfo Urso, che negli scorsi mesi hanno avuto ampia dialettica con i vertici aziendali.

Una situazione che pare non riguardare però solo l'Italia. Venerdì scorso negli Stati Uniti circa 400 lavoratori, ingegneri informatici e del settore tecnologia, sono stati invitati a prendere una giornata di smart working obbligatoria. Durante una successiva riunione di gruppo da remoto sono stati tutti licenziati. Un ingegnere meccanico ha dichiarato a Fox2 Detroit che "è stato un licenziamento di massa di tutti quelli che erano in chiamata".