73 milioni di promesse non mantenute: Google non rispetta la propria politica contro le fake news sul clima
di Giulia Favetti pubblicata il 04 Maggio 2023, alle 17:20 nel canale MercatoIl colosso tecnologico continua a dar voce ai negazionisti della crisi climatica, pubblicando i propri annunci pubblicitari sui loro video: una ricerca ha portato alla luce quasi 200 filmati disinformativi e numerosi brand che li hanno finanziati tramite i propri ads
Nell'Ottobre 2021, come riportato dal New York Times, Google promise di interrompere la pubblicazione dei propri annunci accanto a contenuti che negavano l'esistenza e le cause del cambiamento climatico - in modo che i fornitori di false affermazioni non potessero più guadagnare sulle sue piattaforme, inclusa YouTube - ma sembra essersi rimangiata la parola.
In un rapporto pubblicato martedì, il Center for Countering Digital Hate [CCDH] e il Climate Action Against Disinformation [CAAD] - una coalizione internazionale di oltre 50 gruppi di difesa ambientale - hanno accusato YouTube di continuare a trarre profitto da video che dipingono il cambiamento climatico come una bufala o un'esagerazione, di fatto lucrando sulla manipolazione dei dati e la disinformazione.
Fra questi annunci il caso più eclatante è quello riguardante il video "Chi è Leonardo DiCaprio?" apparso nel pre-trailer del film di Paramount + "80 for Brady", da parte del canale "tricksofthestrade".
DiCaprio non ha mai fatto mistero del suo amore per il Pianeta e del proprio impegno contro il cambiamento climatico e - oltre al discorso tenuto in occasione della vincita del premio Oscar – ha prodotto e diretto il video-documentario "Before the Flood – Punto di non ritorno" [disponibile sulle piattaforme di streaming Disney+, Apple Tv e Amazon Prime Video] dedicato a spiegare ed indagare cause e conseguenze dell'aumento di temperatura del nostro Pianeta.
La ricerca ha raccolto 200 esempi di video YouTube di disinformazione climatica, che collettivamente pubblicano annunci per oltre 73 milioni di spettatori. Ma questa potrebbe essere solo "la punta dell'iceberg", secondo Callum Hood, capo della ricerca del CCDH.
Di quei video [con 18 milioni di visualizzazioni totali], 100 rientrano nella definizione [molto ristretta] di Google di disinformazione climatica, che si applica solo alla negazione dell'esistenza o delle cause umane del cambiamento climatico.
La seconda metà dei filmati rientra in quella che viene definita "disinformazione climatica" da parte del CAAD: questi video hanno accumulato 55 milioni di visualizzazioni, dimostrando la debolezza dell'attuale categorizzazione di Google riguardo ciò che viene definito come disinformativo in merito al cambiamento climatico.
"Le aziende tecnologiche fanno grandi promesse sull'odio e la disinformazione perché sanno che è difficile vedere se le hanno mantenute", ha dichiarato Callum Hood al New York Times "Nonostante la magnificenza verde di Google, i suoi annunci continuano ad alimentare l'industria del negazionismo climatico".
Non è solo Google a lucrare con filmati che negano il fondamento scientifico dei cambiamenti climatici [in un caso "emblematico" uno di questi video è stato preceduto da un annuncio per pubblicizzare lo stesso motore di ricerca], anche grandi marchi come Adobe, Costco, Calvin Klein e Politico hanno inserito le loro pubblicità in questi video.
"Si pone davvero la domanda su quale sia l'attuale livello di applicazione di Google", ha concluso Hood.
Jane Fonda, una delle attrici protagoniste del film "80 for Brady", agguerrita sostenitrice della lotta al cambiamento climatico [è stata arrestata diverse volte per aver protestato contro la mancanza di azioni in questa direzione da parte del governo statunitense] e fondatrice della onlus Jane Fonda Climate PAC ha commentato:
“É ripugnante che YouTube violi la propria politica, pubblicando video di bufale sul clima con annunci, dando al contenuto ulteriore validità mentre la terra sta bruciando; sono sconvolta dal fatto che un annuncio per uno dei miei film appaia su uno di quei video e spero che YouTube interrompa immediatamente questa pratica".
Michael Aciman, un portavoce di YouTube, ha rilasciato una dichiarazione affermando che la società ha consentito a "dibattiti politici o discussioni su iniziative legate al clima, ma quando i contenuti superano il limite della negazione del cambiamento climatico, rimuoviamo gli annunci dalla pubblicazione su quei video".
Aciman ha poi aggiunto:
"Applichiamo rigorosamente questa politica, ma la nostra applicazione non è sempre perfetta e lavoriamo costantemente per migliorare i nostri sistemi per rilevare e rimuovere meglio i contenuti che violano la politica. Ecco perché accogliamo con favore il feedback di terze parti quando pensano che ci siamo persi qualcosa."
Sotto alcuni dei filmati dei negazionisti climatici i ricercatori hanno sottolineato che YouTube aveva una casella di "contesto" con informazioni autorevoli, segnalando che sapeva che i video contenevano affermazioni false o almeno contestate:
"Il cambiamento climatico si riferisce ai cambiamenti a lungo termine delle temperature e dei modelli meteorologici, causati principalmente dalle attività umane, in particolare dalla combustione di combustibili fossili", ha scritto YouTube, collegandosi a un sito delle Nazioni Unite sull'argomento.
Nonostante questo, però, la piattaforma online non ha oscurato, né tolto i propri annunci pubblicitari; secondo Claire Atkin, co-fondatrice di Check My Ads, un gruppo di difesa che studia la pubblicità online e non è stata coinvolta nella ricerca, questo modus operandi rende YouTube:
"Particolarmente pericoloso per la quota di profitto legata a ciascun video. Quando qualcuno pubblica queste informazioni su Facebook, non fa soldi, ma quando qualcuno pubblica un video su YouTube, ha l'opportunità di guadagnare uno stipendio intero con la disinformazione".
La Atkin ha quindi puntato il dito contro la società di diffusione video:
"Il fatto che non abbiano smesso, che stiano ancora finanziando - non promuovendo, finanziando - inserzionisti ed invitandoli a sponsorizzare la disinformazione sui cambiamenti climatici è un'altra prova della loro inettitudine".
49 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPerò in generale il discorso della censura "privata" è abbastanza scivoloso: chi decide cosa è giusto e sbagliato? se censuri a priori non c'è neanche dibattito. Si va verso il pensiero unico orwelliano...
Va bene per l'incitazione all'odio o al crimine, o comunque per reati o cose molto pericolose (istruzioni per costruire b...be per esempio), ma su opinioni scientifiche o meno sarebbe meglio mettere un bollino (quel "contestato" più magari un link ad una fonte autorevole) ma lasciarle, non fanno danno diretto. Al massimo qualcuno in più voterà trump.
Pensate se tutti i movimenti popolari, non dico rivoluzioni, ma la cosiddetta "controcultura", fosse stata censurata in passato, oggi ci sarebbe il Minculpop, con il pensiero unico di massa tipico dei regimi.
Ci sono invece in giro un sacco di pubblicità di medicinali/diete/fuffa varia che possono far male davvero a chi li prende/segue i consigli sbagliati, quelli fanno danni ma li lasciano proliferare?
Però in generale il discorso della censura "privata" è abbastanza scivoloso: chi decide cosa è giusto e sbagliato? se censuri a priori non c'è neanche dibattito. Si va verso il pensiero unico orwelliano...
Va bene per l'incitazione all'odio o al crimine, o comunque per reati o cose molto pericolose (istruzioni per costruire b...be per esempio), ma su opinioni scientifiche o meno sarebbe meglio mettere un bollino (quel "contestato" più magari un link ad una fonte autorevole) ma lasciarle, non fanno danno diretto. Al massimo qualcuno in più voterà trump.
Pensate se tutti i movimenti popolari, non dico rivoluzioni, ma la cosiddetta "controcultura", fosse stata censurata in passato, oggi ci sarebbe il Minculpop, con il pensiero unico di massa tipico dei regimi.
Ci sono invece in giro un sacco di pubblicità di medicinali/diete/fuffa varia che possono far male davvero a chi li prende/segue i consigli sbagliati, quelli fanno danni ma li lasciano proliferare?
Però se tu lucri su una cosa dicendo che "Ehi, però è una stronzata", allora sei complice. Mi sta bene che lasci su il video e che segnali che sia disinformazione, però lo demonetizzi.
By(t)e
I professionisti delle fake news (governi stranieri, aziende) non ne saranno influenzati, i semplici clickbaiters si.
Buono a sapersi
Quindi l'autore di questo pezzo (che non si firma e quindi esprime la linea redazionale) ritiene che ci debba essere una censura che decide chi può e chi non può esprimere la sua opinione.Buono a sapersi, forse sarebbe meglio che hwupgrade si limitasse a parlare delle novità tecnologiche.
Buono a sapersi, forse sarebbe meglio che hwupgrade si limitasse a parlare delle novità tecnologiche.
Se ti riferisci all'articolo di HWUpgrade è firmato: Giulia Favetti.
Basta cliccare il link alla notizia....
Questo inneggiare alla censura è grottesco
Miei cari signori, la questione del cambiamento climatico, o meglio, della causa umana del cambiamento climatico è parecchio controversa e non ci sono posizioni univoche nemmeno tra i fisici del clima. Prima di stabilire verità assolute che hanno a che vedere con il fideismo e non con lo studio scientifico, come molte produzioni di personaggi famosi, meditiamo su quanto businnes sia in gioco su questo argomento anche da parte di chi afferma parossisticamente la causa antropica del cambiamento climatico, prima di invocare demonetizzazioni proditorie. La realtà non segue la moda o la "maggioranza": è complessa e non semplificabile, e va osservata e studiata con attenzione, senza voler provare a tutti i costi la propria teoria, sia pro o contro. Chi inneggia alla censura, prima o poi si ritrova dalla lato censurato. E ricordiamoci anche che Google e Youtube non sono editori e si muovono sul filo del rasoio quando impongono una linea "editoriale"By(t)e
Io proporrei di lasciare la scelta a chi effettivamente paga Google: Gli inserzionisti.
Vuoi che il tuo annuncio appaia in video controversi ? [ ]Si / [ ]No
YouTube dovrebbe far solo da piattaforma, non da giudice (salvo cose espressamente illegali)
Vuoi che il tuo annuncio appaia in video controversi ? [ ]Si / [ ]No
YouTube dovrebbe far solo da piattaforma, non da giudice (salvo cose espressamente illegali)
Anche questa mi sembra una buona soluzione.
By(t)e
O è gestito da multinazionali o è un monopolio, deciditi
Vuoi che il tuo annuncio appaia in video controversi ? [ ]Si / [ ]No
YouTube dovrebbe far solo da piattaforma, non da giudice (salvo cose espressamente illegali)
Ni, in un mondo ideale dovrebbe funzionare come dici te, ma purtroppo c'è una rete di disinformatori che sfrutta la nostra libertà di parola per cercare di destabilizzare intere nazioni. Difficile pensare che non si tratti di guerra ibrida combattuta con le informazioni anzichè armi convenzionali. Una minima forma di censura è paradossalmente l'unica arma che abbiamo per difenderci da questi attacchi.
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