Produrre pompe di calore in Cina costa la metà, ma non grazie a fabbriche e manodopera
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 18 Febbraio 2025, alle 11:32 nel canale Energie Rinnovabili
La Cina si sta imponendo anche nel settore delle pompe di calore, ma il costo nettamente più basso non dipende da fabbriche e manodopera
51 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoL'errore non è il green deal, ma non avere un piano industriale adeguato locale, la cui colpa è anche delle aziende stesse, che sapevano da tempo verso dove si sarebbe andati, ma hanno preferito i guadagni immediati, senza pensare al futuro. Ora piangono miseria. In Cina hanno fatto il contrario, hanno pianificato il futuro, dando l'impressione di essere inferiori, e mentre noi ci crogiolavamo, ci hanno superato.
la differenza è l'inerzia dettata dalle leggi (qua il lavoro è tutelato) ..
li si cambia da oggi a domani senza pensarci .. se il governo dice si fa questo, domani si fa quello che hanno detto
qui non possiamo chiudere una fabbrica che vende e mandare a casa i dipendenti per fare una nuova fabbrica che venderà il nuovo prodotto perchè per anche solo cambiare una linea di produzione ci vogliono mesi e autorizzazioni sulla sicurezza etc etc..
li no..
oggi faccio aspirapolveri e domani devo fare automobili ? presto fatto.. tutti a casa che si distrugge al fabbrica che devo fare le nuove linee di montaggio e fra 6 mesi assumo altra gente per partire con la produzione
non è SOLO colpa delle aziende il non poter fare quello che serve.. produrre pompe di calore in Italia lo si fa da 20 anni e passa.. le sappiamo fare molto meglio dei cinesi ma non economiche come le loro
Avete in parte ragione entrambi, ma manca un pezzo fondamentale:
- come negli anni 60-70 le auto giapponesi qui erano derise ma oggi dominano le classifiche (nelle piccole, o di affidabilità, gli manca un po' di status symbol e design per i segmenti superiori),
- idem per l'elettronica, i gloriosi marchi europei (Philiphs, Siemens, Telefunken
- loro hanno imparato osservando noi, senza grossi vantaggi di prezzi (almeno i jap).
- da noi poi c'è stata la globalizzazione=delocalizzazione che ha portato le nostre fabbriche in cina, così i locali hanno imparato direttamente da noi (e copiato senza ritegno), spinta dalla solita ideolgia finto-progressista ma in realtà ben appoggiata dai capitalisti che sapevano benissimo il loro tornaconto (detto anche primo shock cinese). Ora anche se si parla di dazi è troppo tardi, e chi lo fa viene bollato come sovranista o trumpista pazzo ecc., comunque anche la Ue ha dovuto metterli sulle auto cinesi... ma è troppo tardi per tutto il resto.
La pianificazione industriale in occidente chi la fa? i carrozzoni statali tipo IRI? sono solo belle parole in una economia di mercato, e con concorrenti che pagano tutto la metà o meno, oltre a fare concorrenza sleale in vai modi, serve a poco.
TSMC adesso che ha aperto fab in Usa si lamentava che l'acido solforico costa 5x
No è che la politica dei dazi la puoi fare solo come minaccia o su prodotti marginali verso paesi che hanno margini di ritorsione bassi perchè importano poco di quello che produci.
Altrimenti è un gioco in perdita.
Altrimenti è un gioco in perdita.
https://it.quora.com/Perch%C3%A9-de...erano-in-Italia
(edit: fino al '93 con il Mercato Unico Europeo)
la differenza è l'inerzia dettata dalle leggi (qua il lavoro è tutelato) ..
li si cambia da oggi a domani senza pensarci .. se il governo dice si fa questo, domani si fa quello che hanno detto
qui non possiamo chiudere una fabbrica che vende e mandare a casa i dipendenti per fare una nuova fabbrica che venderà il nuovo prodotto perchè per anche solo cambiare una linea di produzione ci vogliono mesi e autorizzazioni sulla sicurezza etc etc..
li no..
oggi faccio aspirapolveri e domani devo fare automobili ? presto fatto.. tutti a casa che si distrugge al fabbrica che devo fare le nuove linee di montaggio e fra 6 mesi assumo altra gente per partire con la produzione
non è SOLO colpa delle aziende il non poter fare quello che serve.. produrre pompe di calore in Italia lo si fa da 20 anni e passa.. le sappiamo fare molto meglio dei cinesi ma non economiche come le loro
Se chiudi una fabbrica per aprirne una nuova riutilizzi gli stessi operai. E nel mentre hai fatto lavorare anche il carpentiere.
Trovate facilmente i dati settore per settore
La produzione e l'esportazioni di autoveicoli dall'Italia sono crollate anche nel 2024?
Non dipende dal Green Deal e dal Fit for 55, erano in calo da ben prima del 2020.
Ho già mostrato in passato i numeri, impietosi.
https://it.quora.com/Perch%C3%A9-de...erano-in-Italia
Si ma sono foglie di fico.
Il problema grosso è come essere competitivi e non è qualcosa che puoi fare su produzione che ormai sono uscite e che è impossibile far rientrare perchè non hai la supply chain o economie di scala tali da essere competitive.
Il vero problema in Europa è l'innovazione e l'eccesso normativo a cui si aggiunge in Italia quello delle dimensioni delle imprese che sono troppo piccole per competere a livello globale.
Dbbiamo reinventare la nostra base industriale, invece corriamo dietro sogni verdi che vanno a beneficio di altri.
Ma la produzione industriale è in picchiata che poi è quello che conta visto che la bilancia commerciale fotografa solo il rapporto tra il valore delle importazioni e quello delle esportazioni.
In Italia è tenuta sotto controllo anche grazie alla deflazione salariale visto che la produttività cresce pochissimo ma non è una cosa sostenibile.
Lavori anche tu nel settore? Non produco macchine, mi occupo di impianti e guardo il mercato non hanno certo bisogno di me per sapere fare il loro.
Sto parlando di costo industriale a fare ste cose in cina. Adesso che Midea ha comprato Clivet per evitare i dazi sfonderanno ancora di più nel mercato del low cost (sto parlando di un brand che si posiziona sotto Haier come prezzo, figurati come costo).
Il guaio è che rispetto a 10 anni fa la differenza qualitativa coi giapponesi si è ridotta molto (carrier non citiamola nemmeno visto che ha deciso che la qualità europea è troppo alta per entrare nel mercato).
Attualmente tutti piangono per il phase out dell'R32 e Daikin crede ancora di poter imporre la sua volontà ai politici europei, invece io credo che i cinesi abbiano ormai una posizione fortissima e se loro vogliono spingere il propano o la CO2 avremo quelli. Ecco, in questo caso per dire preferirei che i costi salissero un po' soprattutto con la CO2 perchè con le pressioni che ci sono in gioco è bene che tengano duro.
La discriminante nell'efficienza e nel prezzo per queste macchine sono in parte il compressore ma soprattutto la superficie di scambio, che è costosa sia per volume che per massa di rame e alluminio. Difatti quelli che hanno batterie un po' più grandi non sono cinesi e non costano come i cinesi, un po' per posizionamento di mercato e un po' per effettivi maggiori costi di produzione e trasporto.
No è un confronto senza senso.
Se si parla di costi a livello aria/aria e aria acqua è necessario confrontare mele con mele, per cui un monosplit con una aria/acqua più fancoil; idealmente macchina esterna con macchina esterna e basta.
Se inizi a pensare agli impianti completi perdi il senso di questo confronto (che è sui costi di produzione delle pompe di calore, non degli impianti).
1. pagano niente l'energia elettrica
2. pagano poco i dipendenti
3. non rispettano le norme antiinquinamento europee
4. hanno le materie prime a prezzi stabiliti dal governo (che ha fatto incetta di materie prime negli anni oltre ad averle nel sottosuolo)
5. ricevono contributi statali per il dumping dei prezzi nei settori di interessee
6. etc etc etc
ce ne sono una marea di motivi per cui non si può fargli la concorrenza.. ANCHE il lato materie prime ovviamente
la dimensione della Cina è un indubbio vantaggio.. più superficie, più materie prima nel sottosuolo ma il fatto che sia stato lo stato a fare incetta di materie prime e comandare i prezzi delle stesse è un vantaggio non da poco..
se vogliamo battere la cina dobbiamo scendere al loro livello sulla qualità della vita in stabilimento
Ma prima di scrivere di luoghi comuni siete in grado di capire che sono spot occidentali.
Il debito pubblico cinese è allineato alla media dei paesi occidentali leader.
Quindi il famigerato dumping è molto marginale sul totale.
Quello che fa forte l'economia cinese sono diversi fattori:
Politica economica e strutturale uniforme che lavora sui lunghi periodi.
Accesso al credito facilitato per le imprese ( il debito delle aziende è poco sopra il 160% del pil)
Basso costo della vita ( se un operaio guadagna 800€ al mese e ne usa 400 per vivere...)
Il primo paese consumatore di prodotti di lusso dovrebbe essere la Cina .
Per cultura e mentalità non sono un popolo capitalista, anzi storicamente il benessere comune è una peculiarità del popolo cinese ( e di molti altre nazioni orientali).
Aziende come Huawei che dichiarano ai propri investitori che sono finiti i tempi delle vacche grasse e gli utili netti scendono per motivi contingenti ( ban usa nel caso specifico) dall'8% al 5% del fatturato.
La crisi avviata dal COVID che ha colpito molto duramente l'economia cinese ha portato i ricchi quasi a vergognarsi del loro status e scegliere abbigliamenti e modi di vivere in pubblico molto più sobri e anonimi.
Insomma smettiamo di usare i filtri occidentali per guardare e giudicare altre culture.
E soprattutto smettete di credere che la stragrande maggioranza dei cinesi è vittima della dittatura comunista.
La maggior parte dei cinesi è a favore del partito, considerando che hanno ben presente ancora cosa significa vivere sotto la dittatura della fame ( quando si lavorava 14h di fila solo per poter mangiare)
Sto parlando di costo industriale a fare ste cose in cina. Adesso che Midea ha comprato Clivet per evitare i dazi sfonderanno ancora di più nel mercato del low cost (sto parlando di un brand che si posiziona sotto Haier come prezzo, figurati come costo).
Il guaio è che rispetto a 10 anni fa la differenza qualitativa coi giapponesi si è ridotta molto (carrier non citiamola nemmeno visto che ha deciso che la qualità europea è troppo alta per entrare nel mercato).
Attualmente tutti piangono per il phase out dell'R32 e Daikin crede ancora di poter imporre la sua volontà ai politici europei, invece io credo che i cinesi abbiano ormai una posizione fortissima e se loro vogliono spingere il propano o la CO2 avremo quelli. Ecco, in questo caso per dire preferirei che i costi salissero un po' soprattutto con la CO2 perchè con le pressioni che ci sono in gioco è bene che tengano duro.
La discriminante nell'efficienza e nel prezzo per queste macchine sono in parte il compressore ma soprattutto la superficie di scambio, che è costosa sia per volume che per massa di rame e alluminio. Difatti quelli che hanno batterie un po' più grandi non sono cinesi e non costano come i cinesi, un po' per posizionamento di mercato e un po' per effettivi maggiori costi di produzione e trasporto.
Come non quotarti.. io ho un Rhoss e.. nonostante tutti suoi difetti.. quando fuori fa veramente caldo.. lui lavora lo stesso.. grazie ad uno scambiatore di 1 metro quadro.. caldo o non caldo lui lavora .. ho visto di fianco a me il bar che invece l’anno scorso ha rotto due macchine e la risposta è stata “appena amazon fa il black Friday compro altre due macchine da 300 euro e le monto su.. tanto con quello che costano non conviene spendere di più”…
Il mio Rhoss assemblato qua vicino invece ha ormai quasi 18 anni.. se ne frega dei problemi termici esterni.. non si rompe.. e lo maltratto parecchio.. è un aria/acqua e ho tolto la sicurezza delle bolle d’aria in impianto perchè lavorando anche con i termosifoni è facile che avesse aria nei tubi ma nonostante questo (ha comunque la protezione in pressione e temperatura) continua a fare il suo bel lavoro e raffresca la casa tutte le estati anche quando abbiamo toccato i 43 gradi fuori..
Meccanica e scambiatori di calore fanno la differenza ma ovviamente ne risente il prezzo.. oggi ho visto che un suo simile della daikin o sempre della Rhoss (solo macchina esterna) resta sopra i 5 mila euro.. spero che non si rompa mai..
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