ENI è pronta per lo stoccaggio di CO2 in UK: milioni di tonnellate stoccati sotto il fondale marino
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 24 Aprile 2025, alle 11:01 nel canale Energie Rinnovabili
Sta per essere confermato il progetto nel Regno Unito per la cattura e stoccaggio della CO2 derivante da impianti industriali. Verrà "nascosta" in giacimenti di gas esauriti
Dopo un lungo periodo di progetti e voci più o meno confermate, oggi il governo del Regno Unito e ENI dovrebbero confermare definitivamente l'innovativo progetto di cattura dell'anidride carbonica nella zona industriale HyNet North West di Liverpool e Manchester.
La CO2 prelevata verrà poi trasportata e stoccata un chilometro sotto il fondale marino, all'interno di diversi giacimenti di gas, ormai esauriti, nello specifico verranno utilizzati i campi offshore di Hamilton, Hamilton North e Lennox, nel Mare d'Irlanda.
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La stima è che si possano stoccare inizialmente 4,5 milioni di tonnellate all'anno, per poi arrivare a 10 milioni di tonnellate dopo il 2030, ovvero l'equivalente delle emissioni di 4 milioni di automobili. In questo modo uno dei distretti più energivori del Paese diventerebbe un esempio di di cluster industriale a basse emissioni.
ENI, attraverso ENI UK, è capofila del progetto, che coinvolge diverse aziende partner, ed anche istituti accademici come la University of Chester. I numeri dell'operazione sono impressionanti, con 350.000 posti di lavoro creati, per un valore economico che nei prossimi 25 anni raggiungerà 17 miliardi di sterline.
Il governo britannico è parte attiva, e sosterrà le attività con un finanziamento di 22 miliardi di sterline in 25 anni. La decisione è scaturita per gli obbiettivi che l'esecutivo si è posto in termini di riduzione delle emissioni, ed lo stoccaggio contribuirà a raggiungere i target.
31 Commenti
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Nel senso, non credo che si possa "raccogliere" CO2 a mani nude, ne consegue che un qualche processo industriale deve essere implementato.
La CO2 poi deve essere trasportata e stoccata. Con quali mezzi e a quali "costi" ambientali?
Non era più semplice piantare degli alberi?
C'è un progetto collaterale per creare idrogeno unendo la CO2 con metano, ma solo in minima parte, perché per l'idrogeno si spinge verso la produzione da acqua.
Quali processi industriali si utilizzano per "sequestrare" CO2?
Nel senso, non credo che si possa "raccogliere" CO2 a mani nude, ne consegue che un qualche processo industriale deve essere implementato.
La CO2 poi deve essere trasportata e stoccata. Con quali mezzi e a quali "costi" ambientali?
Non era più semplice piantare degli alberi?
Sicuramente il processo ha un bilancio positivo, e io sono per l'approccio di tentare tutte le strade: quindi CO2 segregata, e piantare alberi!
in fondo al mar
L'impressione è di nascondere lo sporco sotto il tappeto. Milioni di tonnellate di co2 (in che forma?) buttati in fondo al mare, mi puzza di disastro ecologico.Difficile a meno che non si decida per gasare anche l'acqua del rubinetto direttamente dall'acquedotto.
Scherzi a parte, la CO2 viene utilizzata nell'industria della trasformazione alimentare ( un processo molto utilizzato è quello della decaffeinare il caffè ), nell'industria chimica per la produzione di certi polimeri, gomme e fibre, la produzione di ghiaccio secco...
Venendo all'idea di stoccarla in giacimenti esauriti di metano, non credo che sia una soluzione a lungo termine e priva di rischi di rilasci improvvisi e repentini a causa della tettonica terrestre, nonché sarà una soluzione abbastanza costosa.
Essendo giacimenti di gas esauriti presumo che si manterrà allo stato gassoso, per averla allo stato liquido dovresti applicare pressioni molto elevate. A meno di non scioglierla in altra sostanza. Ma l'articolo dice poco in merito, per cui tutto può essere.
Parlare di disastro ecologico in questo caso mi pare una cosa buttata li. Si tratta di un gas abbastanza inerte, il suo principale problema sta nell'elevato accumulo nell'atmosfera e non per qualche reazione particolare. Se poi volessimo fare gli avvocati del diavolo: il problema non è la troppa CO2, ma le troppe piante che stiamo estirpando.
I livelli di CO2 nel pianeta vengono regolati proprio dagli alberi che assorbono la assorbono per poi immettere ossigeno nell'atmosfera (son cose che spiegano alle elementari). Chiaro che se tu oltre ad aumentare la CO2 tagli metà della Foresta Amazzonica, per esempio, capisci che il problema è un filino più complesso del semplice ridurre quel gas nell'atmosfera.
Ma infatti il punto focale è riuscire a produrre reddito senza un risultato definitivo, in questo modo il problema va affrontato spendendoci di continuo. Si vede bene con l'elettrico ma, giustamente, bisogna diversificare, quindi si va all'attacco della CO2 con lo stesso principio.
Se affronti il problema alla radice poi rischi di migliorare davvero le cose.
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