Consiglio dei Ministri: "basta fotovoltaico in aree agricole". Eccezioni per Agrivoltaico e CER
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 07 Maggio 2024, alle 11:02 nel canale Energie RinnovabiliIl governo ha approvato il DL Agricoltura, che tra le altre cose vieta l'installazione di impianti fotovoltaici in aree agricole, ma con le dovute eccezioni
Il lungo conflitto sull'installazione di impianti fotovoltaici in aree agricole potrebbe aver trovato una conclusione. Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri il DL Agricoltura che, tra le altre cose, contiene anche le nuove regole per questa controversa situazione.
Arriva il divieto di installazione su terreni produttivi, come sottolinea il ministro Lollobrigida: "Interveniamo e poniamo fine alla installazione selvaggia del fotovoltaico a terra". È importante chiarire che questo non significa che in aree definite agricole sarà vietato in assoluto il fotovoltaico, poiché ci sono casistiche salvaguardate, come ha specificato il ministro per la Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin "Ovviamente interveniamo con pragmatismo salvaguardando alcune aree e limitando questo divieto ai terreni produttivi".
In buona sostanza non sarà più consentito creare campi fotovoltaici in terreni considerati produttivi, ma potrà continuare la pratica dell'agrivoltaico avanzato, ovvero quelle strutture dove i pannelli sono posti a protezione dei terreni, ed al di sotto di essi vengono praticate delle colture che traggono beneficio dalla parziale ombreggiatura, anche in abbinamento con il pascolo di animali da allevamento. Salvaguardati anche gli impianti realizzati nell’ambito delle Comunità Energetiche Rinnovabili.
Un'altra eccezione è concessa agli impianti da massimo 1 MW di potenza, legati ai fondi PNRR, ovviamente per non perdere tali finanziamenti comunitari. La nuova norma non sarà retroattiva, quindi non potrà influire sugli impianti già autorizzati o in fase realizzativa, poiché "per noi vige la certezza del diritto", ha detto Lollobrigida.
Dove si potranno dunque realizzare i futuri impianti fotovoltaici a terra? La casistica è ampia e comprende impianti realizzati in cave, miniere, aree in concessione a Ferrovie dello Stato e ai concessionari aeroportuali. Possibile anche in aree di rispetto della fascia autostradale, fino a 300 metri dai lati stradali, e zone interne ad impianti industriali.
14 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPoi chiaramente se le due cose (fotovoltaico e coltivazione) possono coesistere, ben venga la cosa. Basta che non si trasformino gli agricoltori in centrali energetiche.
Perché il campo fotovoltaico, quando non rende più, puoi smontare gli elementi e tutto torna magicamente come prima. Se cali cemento o bitume, quel terreno è perso per sempre, perché nessuno si occuperà mai di bonificarlo (vedi i numerosi capannoni, centri commerciali, parcheggi, discoteche, ... abbandonati in giro per il paese).
Poi chiaramente se le due cose (fotovoltaico e coltivazione) possono coesistere, ben venga la cosa. Basta che non si trasformino gli agricoltori in centrali energetiche.
Riporto un'esperienza personale: sono proprietario di 7 ettari di terreno nella zona dell'entroterra pugliese (zona altopiano murgese zona Poggiorsini).
Dai tempi di mio padre la famiglia è emigrata a Milano (dove sono nato e vivo da oltre 40 anni).
I terreni ereditati da mio padre emigrato al nord da oltre 40 anni, come li vogliamo considerare?
Dopo 40 anni e passa che non vengono coltivati (ho uno zio che si prende la briga di buttare un po' di diserbante) e e nessuno ci poù mettere piede finchè campo, sono considerabili "produttivi"?
Cosa hanno di "naturale" dei campi incolti privi di vegetazione e popolati da steppaglia e rocce?
Io non sono agricoltore, non lo sarò mai e ho dei terreni che posso mettere a disposizione della società in cambio di un ritorno economico oppure li lascio a "riposare" fino alla fine dei tempi, quale soluzione sarebbe preferibile?
Il bello è che in quella zono conosco di persona decine di casi come il mio e, detto chiaramente, praticamente tutto il sistema agricolo del mezzogiorno si basa solo sui sussidi statali, perchè non prendere ALMENO i terreni improduttivi adatti al fotovoltaico utility scale (che è l'unica fonte di energia abbastanza economica da essere adatta ad accumuli o anche solo per abbassare l'impronta climatica del nostro sistema energetico)?
Che male ci sarebbe a rendere produttivi e magari sostenibili terreni che, almeno nei casi come il mio, sono solo una perdita (a cui non rinuncio soprattutto per motivi affettivi)?
Giusto per capire lo "splendore" del territorio di cui sto parlando
Link ad immagine (click per visualizzarla)
Non è così malvagio come posto, ho visto di peggio !
...ho ovviamente compreso la tua domanda...
Si limita alla destinazione agricola da PRG senza tener conto della qualità di coltura catastale. Quindi niente pannelli a terra per un incolto sterile, ed all'opposto, per un frutteto.
na si copriamo tutti i terreni agricoli con i pannelli, poi ti mangi i pannelli o ti mangi la corrente elettrica...
ahahah infatti
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