Tesla e il futuro senza Musk: chi potrebbe essere il successore?

L'inizio del 2025 per Tesla non è stato dei migliori, per diverse cause. Innanzitutto, il titolo in Borsa vacilla, le vendite globali rallentano e cresce la pressione su Elon Musk, figura centrale e carismatica che guida l’azienda dal 2008.

Negli ultimi mesi, indiscrezioni e analisi hanno alimentato il dibattito sulla possibilità che Musk possa lasciare la carica di CEO, spingendo il consiglio di amministrazione a valutare il futuro della leadership di Tesla.

Tesla ed Elon Musk: un CEO insostituibile?

La domanda che circola tra analisti e investitori è semplice quanto cruciale: Tesla può davvero fare a meno di Musk? Secondo Gene Munster, managing partner di Deepwater Asset Management e investitore della società, la risposta è tutt’altro che scontata:

“È il tessuto che tiene insieme Tesla e la spinge in avanti. È una di quelle persone che non possono essere sostituite,” afferma Munster, spiegando come la sola ipotesi di un addio di Musk potrebbe far crollare il titolo fino al 25%.

Anche Bradley Tusk, venture capitalist e stratega politico, rimarca il ruolo unico di Musk: “La capitalizzazione di Tesla, anche dopo il recente calo, supera quella dei nove maggiori produttori automobilistici messi insieme, pur non essendo tra i primi 15 per vendite. Questo succede solo per la fiducia in Elon, senza di lui Tesla sarebbe solo un’altra casa automobilistica”.

I possibili successori di Musk: nomi interni e ritorni illustri

Nonostante le smentite ufficiali, secondo il Wall Street Journal il consiglio di amministrazione avrebbe già sondato alcune società di headhunting per esplorare opzioni di successione.

La lista dei candidati non è lunga e, secondo molti osservatori, il futuro CEO dovrà provenire dall’interno dell’azienda e ricevere la benedizione di Musk stesso. Tra questi spiccano:

• Tom Zhu, Senior Vice President Automotive, artefice della crescita di Tesla in Cina e figura chiave nella gestione operativa globale.

• Vaibhav Taneja, attuale CFO, apprezzato per la gestione finanziaria in un periodo di grande volatilità.

• Omead Afshar, ex chief of staff di Musk e responsabile della costruzione della gigafactory di Austin, noto per la sua lealtà e il ruolo di filtro tra Musk e il resto dell’azienda.

Secondo Seth Goldstein, analista di Morningstar, la struttura manageriale piatta di Tesla offre ai responsabili di divisione un’ampia autonomia, rendendo la transizione interna più naturale rispetto ad altre grandi aziende automobilistiche.

L’ipotesi JB Straubel: il ritorno del cofondatore di Tesla

Se si dovesse guardare all’esterno, il nome che mette d’accordo molti investitori è quello di JB Straubel, oggi CEO di Redwood Materials e membro del consiglio di amministrazione di Tesla. Cofondatore dell’azienda e CTO fino al 2019, Straubel è considerato da Munster e da altri investitori come la figura ideale per raccogliere il testimone di Musk, grazie alla profonda conoscenza del business e al rapporto di reciproca stima con l’attuale CEO.

Ross Gerber, noto investitore Tesla, ha dichiarato che l’ipotesi Straubel sarebbe la più logica: “È un cofondatore, un investitore, guida già un’azienda di successo e, se Tesla acquisisse Redwood, avrebbe senso per lui diventare CEO. Sarebbe lo scenario migliore per tutti”.

Tesla: un futuro ancora legato a Musk?

Nonostante le voci, la realtà è che Musk mantiene un controllo quasi totale su Tesla, grazie a una quota del 13% e a un consiglio di amministrazione composto da alleati storici, incluso il fratello Kimbal. Insomma, qualsiasi cambiamento dovrà inevitabilmente passare dal suo consenso.

Munster ipotizza che, in futuro, Tesla possa adottare una struttura simile a quella di SpaceX o X, dove Musk mantiene un ruolo di supervisione strategica mentre un CEO gestisce le operazioni quotidiane. Se così dovesse essere, Straubel potrebbe ricoprire il ruolo di CEO mentre Musk resterebbe “chief technoking”.