Dalla Germania un sistema per riutilizzare le parti dei veicoli elettrici usati o incidentati
di Rosario Grasso pubblicata il 04 Gennaio 2023, alle 10:31 nel canale Auto ElettricheIl progetto è stato definito EKODA (Efficient and Economic Cycle-Oriented Dismantling and Reconditioning) ed è curato da Fraunhofer: si compone di varie parti con l'obiettivo di smorzare gli effetti della crisi energetica e delle materie prime
Le auto usate e le auto coinvolte in incidenti vengono spesso demolite con processi di rottamazione che richiedono alte densità energetiche. Il progetto EKODA (Efficient and Economic Cycle-Oriented Dismantling and Reconditioning) consente di prolungare l'uso delle singole parti per creare un'economia circolare. Si punta ad affrontare alcuni dei problemi che stanno colpendo il settore dei trasporti come la scarsità delle risorse, il costo delle materie prime, i problemi alla catena di approvvigionamento, i costi dell'energia e lo smaltimento dei rifiuti.
Nella prima parte del processo, le componenti vengono accuratamente esaminate all'interno di un sistema di valutazione che punta a individuare come le varie parti potrebbero essere riutilizzate. Batterie, alberi di trasmissione e ruote dentate, infatti, potrebbero finire in applicazioni esterne al mondo dell'automobile. Nel caso delle batterie, ad esempio, si procede all'analisi di parametri quali prestazioni, stato di carica e funzionalità.
Per le batterie, un sistema di telecamere registra prima il tipo, la designazione del modello, la classe di potenza (in kilowatt) e il numero di serie delle batterie rimosse dalle auto usate o incidentate e confronta tutti questi dati con un database interno. Seguono ulteriori analisi in modo che un sistema di misurazione registri lo stato di carica attuale e dell'elettronica di controllo, così come delle singole celle della batteria.
Il software di valutazione sviluppato dal Fraunhofer IWU, che ha sede a Chemnitz, in Germania, utilizza questi dati per creare un profilo su come le componenti possono essere riutilizzate. Ad esempio, una batteria stimata in buone condizioni potrebbe essere utilizzata in un'auto usata, mentre un'unità di accumulo di energia maggiormente impiegata potrebbe essere utilizzata in un mezzo per lavori agricoli. Le celle delle batterie, invece, potrebbero essere ricollocate in sistemi di accumulo o nelle stazioni di ricarica.
Il sistema di Fraunhofer non si limita alle sole batterie, ma può essere applicato anche ad altre parti delle auto da dismettere. Il lavoro con i partner del settore consente inoltre di fare un ulteriore passo in avanti nel sistema di valutazione ed esaminare catene di approvvigionamento, officine di riparazione e demolitori di automobili. In questo modo le formulazioni sulle possibilità di riutilizzo terranno conto anche delle richieste dei pezzi di ricambio.
Il progetto EKODA è sostenuto da un'iniziativa di sovvenzione del Ministero federale tedesco dell'Istruzione e della ricerca (BMBF). In collaborazione con il Fraunhofer IWU, il consorzio del progetto comprende il Fraunhofer Institute for Environmental, Safety and Energy Technology UMSICHT di Oberhausen.
L'industria automobilistica tedesca ha una lunga esperienza nelle tecnologie di riciclo e la Germania è già uno dei principali fornitori a livello globale di macchinari per il riciclo delle componenti. Adesso, il riutilizzo delle parti sta diventando contemporaneamente redditizio e rilevante da un punto di vista geopolitico poiché l'energia e le parti pronte all'uso diventano inesorabilmente più limitate. Altri dettagli si trovano sul sito di Fraunhofer.
2 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoLe batterie sono componenti delicate da trattare, specialmente dopo un incidente dove potrebbero essersi danneggiate.
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".