Xiaomi
Monopattino elettrico Xiaomi, la recensione: totale libertà, ma dove si può usare?
di Nino Grasso pubblicato il 11 Febbraio 2019 nel canale Urban Mobility
Abbiamo provato il monopattino elettrico di Xiaomi, un mezzo di trasporto estremamente comodo e subito pronto per l'uso. Potrebbe essere la svolta nelle grandi città ma la legge italiana è attualmente lacunosa, anche se qualcosa si sta muovendo. Facciamo il punto della situazione in questo articolo, raccontandovi la nostra esperienza con il piccolo mezzo del produttore cinese.
152 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSecondo me tu semplicemente della libertà te ne freghi altamente.
E' qualcosa cui non dai valore, nè importanza.
Ti interessa solo giocare al pastore con le pecorelle nel gregge, che chiaramente devono fare come vuoi tu.
La supposta libertà di espressione è una farsa, ed è pure in peggioramento.
A questo punto penso che tu non comprenda quello che scrivo, sarà colpa mia che ti devo dire, più chiaro di così. Per me la libertà non esiste in una società. Se la fai esistere potresti non essere più accettato da questa società. Puoi fare quello che ti pare, avere i comportamenti che ti pare, ma ripeto, la tua libertà finisce dove inizia quella degli altri e perciò tanti auguri.
Non per caso sono diventate obbligatori i sistemi di contabilizzazione individuale del calore, ed è pure possibile ex lege distaccarsi dal riscaldamento centralizzato.
Le differenze alla fine sono enormi.
Se lo pagano LORO se sono termoautonomi o se c'è un sistema almeno di contabilizzazione individuale.
Altrimenti, col riscaldamento "bene comune", finisce sempre che paga qualcun altro, ed i risultati sono noti a chiunque viva in questo sistema stellare.
A parte che mi devi spiegare come fosse possibile avere "comportamenti opportunistici" con il riscaldamento centralizzato, prima che obbligassero alla contabilizzazione del calore. Se il riscaldamento è comune come si poteva fare gli opportunisti?
il dato di fatto sarà tuo, perché io che seguo i consumi delle centrali termiche condominiali da anni ho potuto fare delle valutazioni reali, conti alla mano. È chiaro non si può semplificare tutto in poche righe. Ci sono troppe variabili in gioco (classe, esposizione, trasmittanza dei materiali, tipi di impianti, zona climatica, attenuazioni notturne, curve di riscaldamento, ecc...). C'è ancora gente che crede che spegnendo gli impianti autonomi si risparmi...
E' qualcosa cui non dai valore, nè importanza.
Ti interessa solo giocare al pastore con le pecorelle nel gregge, che chiaramente devono fare come vuoi tu.
questa è solo la tua opinione e basta.
Per me puoi pensarla come ti pare, peccato che la tua litania è sempre la stessa e non hai argomentato nulla fino ad un certo punto. Hai solo sputato sentenze. Mi sa che sei tu quello che ha la verità e si comporta da maestro del Tibet.
Hai fatto delle associazioni ridicole basandoti su quello che tu hai voluto comprendere dei miei discorsi. Additandomi come una pecorella e poi come pastore. Sei passato dal darmi del pecorone poi arrivare a darmi dell'anarchico che se ne frega della libertà, più che anarchico, despota perché le mie pecorelle devono fare quello che voglio io.
Cosa c'entra poi la Scelta Pubblica con il mio discorso del bene comune? Proprio perchè do valore alla libertà sono consapevole che non esista in maniera assoluta, ma esiste in equilibrio con quella degli altri. Chi sono io per impedirti di fare qualcosa? E chi sei tu per fare altrettanto? Chi siamo invece noi per non cercare una mediazione che ci permetta di coesistere in pace? Questo è il bene comune. La politica non c'entra e manco l'ho nominata.
Parafrasando il discorso di un noto presidente americano direi che il senso può essere spiegato in: Fai la tua parte, anche se richiede dei sacrifici, e non aspettarti che siano i politici a risolvere i problemi del mondo.
Quando devi fare le infarinature mettici anche le uova così almeno esce una torta che possiamo mangiare in compagnia
p.s. come dovrebbero fare le pecorelle? Quali sarebbero le imposizioni che avrei imposto? La prossima volta che ti permetterai di sputare sentenze, almeno cerca di argomentarle meglio e non con wikipedia, con idee tue, sempre che a scuola ti abbiano insegnato a rispondere sì perché e no perché. Altrimenti il pensiero critico autonomo va a farsi benedire.
Porto nel mio piccolo un esempio da una grande citta` europea, Barcellona. Qui ci sono tantissime piste ciclabili, e i monopattini elettrici spopolano (ci sono anche quelli in condivisione, che si sbloccano col telefono).
Io lavoro a circa 7km da casa, con l'autobus ci impiegherei circa 35-40 minuti, con il monopattino 18. Con una carica completa faccio tutta la giornata. A sera ogni tanto vado a prendere mia figlia all'asilo, quando arrivo, piego il monopattino e lo metto a cavalcioni del passeggino e torno a piedi a casa (ultimi 500mt). Cose che non potrei fare con una bicicletta (anche se pieghevole, sopratutto una da 13kg che costerebbe sui €2000!!).
Quindi per me questa e` decisamente innovazione, ho venduto l'auto e risparmio un sacco di soldi. Il fatto che non ci sia l'assicurazione e` determinante. Se la dovessero introdurre passerei ad un altro mezzo, forse il bike sharing (che con €50 l'anno qui include noleggi gratis di 30 minuti e ovviamente assicurazione stradale).
Ciao!
Io lavoro a circa 7km da casa, con l'autobus ci impiegherei circa 35-40 minuti, con il monopattino 18. Con una carica completa faccio tutta la giornata. A sera ogni tanto vado a prendere mia figlia all'asilo, quando arrivo, piego il monopattino e lo metto a cavalcioni del passeggino e torno a piedi a casa (ultimi 500mt). Cose che non potrei fare con una bicicletta (anche se pieghevole, sopratutto una da 13kg che costerebbe sui €2000!!).
Quindi per me questa e` decisamente innovazione, ho venduto l'auto e risparmio un sacco di soldi. Il fatto che non ci sia l'assicurazione e` determinante. Se la dovessero introdurre passerei ad un altro mezzo, forse il bike sharing (che con €50 l'anno qui include noleggi gratis di 30 minuti e ovviamente assicurazione stradale).
Ciao!
Questa è una testimonianza interessante, di vita reale.
Certo sei a Barcellona e sicuramente avrai un sacco di piste ciclabili.
Anche a Milano ci sono i monopattini in condivisione sbloccabili dal telefono, ma ci sono poche tratte ciclabili, ci sono ma sono scollegate tra loro. Mancano ancora molti km. Comunque si gira bene, scegliendo anche viette più tranquille che fungono da collegamenti ciclabili improvvisati.
Il mio riferimento era legato al discorso di prima sulle distanze tra paesi e non città. In città è possibile usare un po' di tutto, ciclabili permettendo.
Sono contento che hai postato la tua esperienza perché è una delle possibilità in cui può avere senso, e lo ha sicuramente per te, usare il monopattino elettrico. Direi che scambiare l'auto per il monopattino è un grande passo avanti, sia per te e per il tuo risparmio, sia per gli altri. Come hai vissuto la cosa inizialmente? Ti ha limitato molto?
Una curiosità: com'è la percezione dei cittadini riguardo l'uso dei mezzi alternativi? Secondo te, se vuoi fornire anche il tuo punto vista va benissimo, le persone a Barcellona scelgono solamente per un proprio tornaconto economico oppure c'è una percezione comune del problema trasporti che spinge ad alternative volte a migliorare la vivibilità della città?
In generale qui a Barcellona l'uso dell'auto è disincentivato principalmente da ottime infrastrutture di trasporto pubblico (biglietto di 75 minuti ad 1 euro), dalla fitta rete di piste ciclabili e dai parcheggi che costano 2-3 euro l'ora...
La popolazione è anche molto più sensibile all'inquinamento e al rispetto dell'ambiente. Questo ha portato ad eleggere una giunta comunale molto attenta a queste tematiche (abbastanza differente dal resto della catalogna e dai movimenti indipendentisti).
Per quanto mi riguarda sono molto soddisfatto, se ho bisogno di un'auto la noleggio (weekend a 35€), per tutto il resto ci spostiamo con i mezzi quando siamo tutta la famiglia e io da solo con il monopattino.
Il problema per me è che questo cambiamento sta avvenendo sotto gli occhi di tutti e alcune classi dirigenti non lo comprendono / accettano. Sono andato ad una conferenza al MIT un paio di anni fa dove parlavano di car sharing e auto autonome, era impressionante immaginare un futuro dove i taxisti, i camionisti e pure le case automobilistiche saranno quasi scomparsi. Se ci pensate la vostra auto viene utilizzata per si e no il 5% delle 8800 ore che ci sono in un anno... Con il car sharing si potrebbero ridurre le auto del 95%! (ovviamente nell'ora di punta non sarebbe possibile, ma sicuramente almeno del 50% si)
In generale ribadisco che più si riduce la massa del veicolo, come già detto prima, più energia si risparmia e più diventa versatile il trasporto, il mio feedback è molto positivo (oltre 500km fatti da natale ad ora)!
Ciò conferma alcune letture e documentari su Barcellona, dove appunto emergeva una certa propensione e volontà al cambiamento il cui fine è quello di rendere più vivibile (per tutti) la città.
Probabilmente Flortex avrebbe da ridire sulla popolazione sensibile all'inquinamento e al rispetto dell'ambiente (che è un bene comune), una società di pecorelle orwelliane teleguidate. Meglio invece averlo duro come gli indipendentisti che esprimono la loro piena libertà
Se non siamo d'accordo che l'ambiente è un bene comune, inteso come un insieme che raggruppa dei sottoinsiemi che sono le persone, non potremo mai andare da nessuna parte. Il non rispetto dell'ambiente non si ripercuote sull'ambiente, ma su chi lo abita e da esso trae beneficio. Al pianeta frega poco e niente se l'aria fa schifo, i mari sono inquinati. Invece chi ne paga le conseguenze sono i diretti fruitori del pianeta.
Perciò se tutti mirassimo al rispetto dell'ambiente, che è l'insieme che ci contiene, per coerenza dovremmo anche rispettare chi vive in questo insieme. Altro che pecorelle, ma individui che riescono a esprimere e valorizzare la propria individualità senza calpestare quella altrui.
Mettiamola sul ridere con qualcosa che mi sto inventando ora, la chiamerò:
"Teoria del peto comune"
Ho una stanza chiusa 7mx7m dentro alla quale ci metto 4 persone, 4 panche di legno e un tavolo, alcuni arnesi, cibo.
Ad un certo punto una di queste persone inizia a scorreggiare sostenendo che è un suo diritto e fa ciò vuole. Gli altri lo esortano gentilmente a non rifarlo, invano. Perciò in un primo momento si allontanano loro. Iniziano a mandarlo a quel paese dicendo che è un maleducato ecc... Si coalizzano contro di lui e lo spingono in un angolo cercando di arginare il problema. Lui si sposta e si porta via la sua panca, un po' di cibo, e alcuni arnesi; il tavolo non riesce perché incontra la resistenza di 3 contro 1. Dopo un po' inizia un altro a scorreggiare e siamo a 2, anche lui vuole poter esprimersi liberamente. Perché il primo può farlo e lui no?
I due scorreggioni non staranno insieme perché entrambi possono sopportare i propri gas, ma non quelli degli altri. E pure gli altri due si allontaneranno insultandoli entrambi. Persino i due scorreggioni ora si insultano tra loro, anche il secondo che prima non aveva fatto nulla e aveva tutte le ragioni per lamentarsi, ora è passato dall'altra parte scorreggiando. Anche lui viene allontanato e si porta via la panca, un po' di cibo, qualche arnese, ma il tavolo no perché è comunque solo contro due.
A questo punto nella stanza abbiamo in due angoli opposti i due scorreggioni che sono stati confinati lì dai due "alleati" contro il peto comune. Ad un certo punto uno dei due alleati scorreggia per caso pure lui, il che genera un'altra lite che lo costringe a stare in angolo perché comunque viene allontanato anche dagli altri due scorreggioni che non gradiscono la condivisione di miasmi. Anche lui si sposta in un angolo e si porta dietro la sua panca, un po' di cibo e gli arnesi rimanenti, vorrebbe anche il tavolo, ma siccome sono uno contro uno, litiga con il quarto per averlo, ma ahimé si spacca e diventa inutilizzabile per tutti.
All'ultimo abitante della stanza non resta che vivere relegato nell'ultimo angolo libero - con la sua panca, il cibo, i resti del tavolo e senza arnesi - anche se non ha fatto nulla, non ha mai scorreggiato. Sia che scorreggi o no, comunque sarà confinato in un angolo a causa degli altri tre. Cosa può fare per risolvere la cosa?
Potrebbe anche lui scorreggiare e perciò alimentare l'odio e il nervosismo nella stanza, nonché respirare di tutto e di più. Oppure potrebbe dare il via ad una lite sanguinaria per vedere se riuscirà ad avere la meglio sugli altri, oppure può accettare che ci siano dei bisogni fisiologi da espletare volontariamente e involontariamente, e può anche cercare di convincere gli altri tre a sacrificare un po' di spazio nella stanza, il legno delle loro panche, farsi prestare gli arnesi sottratti, il tutto per costruire un bagno comune, chiedendo loro di accettare di limitare la propria libertà di scorreggiare sempre e comunque, in poche parole, di farlo solo in luoghi predeterminati.
E, forse... vissero tutti felici e scorreggianti
Ho commentato l'affermazione di un altro utente.
Non essere così egocentrico.
Sì lo so, è chiarissima la tua visione della libertà e della società, non c'è bisogno di chiarirla ulteriormente.
Esatto, la tua libertà finisce dove inizia quella degli altri.
E' questo che interpreti in modo sbagliato. Secondo te questo significa che le persone devono essere trattate alla stregua di pecorelle, perchè non ti diano fastidio.
Il concetto della civiltà è invece l'esatto contrario: non puoi chiudere le persone nel recinto sulla base dei tuoi capricci.
E tieni ben presente che fine fanno, storicamente, i prepotenti in quanto ad "accettazione" da parte della società.
Se avessi letto la teoria della scelta pubblica, lo sapresti: parte dei condomini può imporre un certo tipo di utilizzo, di cui beneficia in modo esclusivo, facendolo pagare a tutti.
Esempio tipico: riscaldamento a manetta tutto il giorno, pagato anche da chi sta fuori tutto il giorno e ne usufruisce ben poco.
Il risultato è lo sperpero e l'irresponsabilità.
Anche io ho esperienze reali.
Comunque gli aneddoti personali contano relativamente.
Contano, invece, i fenomeni generali:
-la maggior parte delle persone preferisce essere termoautonoma e gestirsi da sola. Proprio per non incappare negli ideologi del bene comune a spese loro.
-la contabilizzazione individuale è uno dei provvedimenti presi a livello sistemico proprio per generare responsabiltà ed efficienza, in contrapposizione allo sperpero perchè tanto "paga Pantalone".
Non ti ho dato del pecorone.
Ho detto che ti piacciono le persone-pecore, inquadrate e senza libertà.
Cosa c'entra?
Il tuo "bene comune" dovrà essere deciso ed implementato da qualcuno, non trovi?
Si tratta appunto di scelte collettive, pubbliche, che nel mondo reale si traducono in quanto descritto, tra gli altri, dalle teorie di Buchanan (tanto per stare su un Nobel, prima che mi diciate che sono "complottista"
Nota che il collettivismo non promette mai ciò che si propone di ottenere.
I risultati sono sempre tutt'altro.
Domande perfettamente legittime e condivisibili, ma sono tematiche fortissimamente politiche, che ti piaccia o no.
Che non vuol dire partito A o partito B. Vuol dire ideologia a monte.
Meglio dire direttamente: “[I]In this present crisis, government is not the solution to our problem; government is the problem.”[/I]
Nel senso che il sistema è ampiamente degenerato, ed i "salvatori" del bene comune creano molti più danni di quanti benefici apportino, massacrando la libertà delle persone e con essa il loro benessere e la loro prosperità, non solo economiche.
Le tue teorie sui trasporti, che devono essere collettivi, ad esempio.
C'è molto più socialismo di quanto pensi in tale visione.
Il riscaldamento, per quanto problema secondario, è comunque indicativo: pensi sia meglio sacrificare la libertà individuale, per una teorica maggiore efficienza.
Il risultato, come sempre, è che siccome le persone sono tra loro diverse e vogliono cose diverse, le soluzioni "uguali per tutti" non soddisfano i loro bisogni.
Le soluzioni devono essere diverse, e solo il singolo sa cosa preferisce e cosa sia meglio per lui.
Questa mania di tirare fuori inquinamento ed esternalità per vietare tutto è oggettivamente sproporzionata.
Mi chiedo tra quanto vorrete imporre anche determinate abitudini sessuali, in nome della salute pubblica.
Chiaro.
Da qui il mio discorso iniziale.
La % di utilizzo dei tuoi vestiti qual è?
Peraltro le auto vanno prevalentemente ad usura kilometrica, non a scadenza come le uova.
Di sicuro, nel tuo modo di volere i mezzi pubblici, apprezzi il fatto che gran parte dei suoi costi siano pagati dagli altri, tramite sussidi.
Il mezzo privato al contrario paga.
Se i prezzi dei mezzi pubblici fossero il quadruplo (più o meno la correzione giusta è questa, tra imposte e sussidi), credo che la vedresti in modo diverso.
Il "socialismo", anche nei trasporti, funziona finchè c'è qualcun altro a pagare.
Visto che siamo in tema di citazioni di presidenti:
The problem with socialism is that you eventually run out of other people's money.
Se non siamo d'accordo che l'ambiente è un bene comune
Il punto è che usate l'ambiente semplicemente come scusa, avendo perso di gran lunga il buon senso in materia.
L'origine politica dei verdi è stranota, peraltro.
Per dire, le auto ormai inquinano pochissimo ma ve ne fregate altamente.
E non dite mezza parola sull'inquinamento dei mezzi pubblici, o delle fonti di energia necessarie a far funzionare i treni, o delle fonti di energia "ecologiche" che in Italia inquinano il doppio delle auto.
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