Riforma del Codice della Strada, rischio slittamento a settembre. ASAPS: "strade come autodromo"

Qualche mese fa il governo, con in testa il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini, aveva gridato alla vittoria, per la tanto voluta, attesa e sbandierata riforma del Codice della Strada. Tra polemiche, inasprimento di alcune pene, guerra agli autovelox, e altro, sembrava che il tutto dovesse partire in tempi brevissimi. O almeno questa era la promessa.

Sembra però che i lavori stiano procedendo a rilento, con il Senato impegnato ad ascoltare le audizioni di associazioni, sindacati, enti e privati, che esprimono approvazione per le nuove norme, ma hanno anche richiesto modifiche.

Correzioni che l'esecutivo non pare propenso ad attuare, con quindi relativa perdita di tempo, e con la data del 10 agosto che si avvicina. A quel punto scatterà la pausa estiva per i senatori, e quindi si dovrà posticipare il tutto al mese di settembre, ammesso che non si accumulino altri lavori, spostando ancora più in là le discussioni sul CdS.

Del resto, come lamentano le associazioni come ASAPS, Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, il periodo peggiore per le strade italiane sarebbe questo, quello degli esodi vacanzieri, e quindi di fatto il governo è già in grave ritardo. Dice ASAPS: "Nessun pugno duro durante i mesi peggiori sulle strade, quelle dell’esodo estivo, con pedoni, ciclisti e motociclisti vittime predestinate. 33 morti anche nell’ultimo fine settimana con 19 motociclisti! No, non ci siamo. In Europa perdiamo posizioni rispetto agli obiettivi che invece altre nazioni raggiungono implementando pattuglie e risorse tecnologiche da utilizzare. Noi no, siamo legati a slogan, al ‘liberi tutti’, al ‘tanto a me non capiterà’, alle battaglie nelle aule di giustizia ad autovelox ed etilometri. Serviva una maggiore attenzione sul tema, senza perdere tempo in estenuanti discussioni utili a nessuno".

Secondo il portale della sicurezza stradale, il governo è colpevolmente in ritardo anche sulla questione delle omologazioni degli autovelox, situazione non certo aiutata dalla posizione di Matteo Salvini, che dà battaglia a questi strumenti, in caccia di perenne campagna elettorale. "Le strade italiane tornano ad essere considerate come autodromi, i conducenti sono ormai abili utilizzatori di smartphone alla guida, la segnaletica è un optional, si guida a memoria e trovare un posto di blocco è cosa rara. Insomma, rimandati a settembre, come a scuola", conclude l'associazione.