Emissioni navali: rischio aumento al 130% rispetto al 2008
di Rosario Grasso pubblicata il 18 Ottobre 2020, alle 09:01 nel canale Trasporti elettriciGli accordi sul clima concordati da oltre 100 paesi rischiano di essere compromessi durante i negoziati in seno all'Organizzazione marittima internazionale (IMO) previsti la prossima settimana
Nella settimana che sta per entrare si terrà un'importante riunione in seno all'Organizzazione marittima internazionale (IMO) a proposito di emissioni navali. Secondo quanto appreso da un gruppo di organizzazioni non governative (ONG) 14 Stati intendono inoltrare una proposta che punterebbe a ridurre l'efficacia degli accordi sul clima precedentemente raggiunti. Fra i 14 stati alcune realtà dominanti del trasporto marittimo globale come Giappone, Cina, Corea del Sud e Norvegia.
Secondo i traguardi precedentemente fissati dall'IMO, occorre tagliare le emissioni navali del 50% entro il 2050 rispetto a ciò che è stato registrato nel 2008. L’intensità di carbonio, inoltre, dovrebbe essere ridotta del 40% entro il 2030. L'IMO ritiene che se misure molto severe non verranno adottate, entro il 2050 le emissioni delle navi potranno raggiungere il 130% rispetto al 2008, con conseguenze catastrofiche sul piano del riscaldamento globale, e non solo.
Tuttavia, la proposta che verrebbe sottoposta all'attenzione dell'IMO la prossima settimana non sarebbe compatibile con questi traguardi, né con le iniziative adottate nella cornice degli Accordi di Parigi sul clima, e rischierebbe di compromettere seriamente gli sforzi fatti negli ultimi anni.
Il trasporto marittimo emette oltre 1 miliardo di tonnellate all'anno di CO2, più delle emissioni di cui sono responsabili tutti i paesi del mondo ad accezione dei primi 5 principali emettitori. Il settore del trasporto marittimo è estremamente rilevante negli equilibri commerciali internazionali visto che il 90% delle merci nel mondo viene spostato via mare. Tra il 2% e il 3% delle emissioni a livello globale sono generate dalla navigazione.
Per questi motivi, da più parti si incentiva l'impiego di nuove tecnologie per quanto riguarda l'industria navale. I motori a idrogeno potrebbero essere pronti già nel 2021, con un impatto considerevole nell'ottica di ridurre le emissioni. Non si tratterebbe pertanto di un limite tecnologico, ma di convenienza delle principali aziende che operano via mare.
"Non si tratta di un problema di carattere tecnologico, poiché molte delle tecnologie per decarbonizzare il trasporto marittimo sono già disponibili" ha detto Johannah Christensen, responsabile del Global Maritime Forum. "Piuttosto la sfida consiste nell'intraprendere un'azione concertata e collettiva per restringere le opzioni sui combustibili, dimostrare la fattibilità, colmare il divario di competitività tra i combustibili tradizionali e a zero emissioni di carbonio e creare nuove catene di approvvigionamento sostenibili".
25 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infol'incoerenza del sistema è che da un lato la popolazione cresce (e quindi l'inquinamento), si vuole di più (e quindi si compra più roba) e si vuole spendere di meno (e quindi si compra Cinese con tutto l'inquinamento connesso dalla produzione alla logistica) e dall'altro si chiede all'Europa di inquinare di meno.. dove già si inquina di meno che negli altri continenti..
ma non si fa niente per ridurre l'inquinamento reale generato dal comprare in altri continenti e dal fatto che è negli altri continenti che si fa la maggior parte dell'inquinamento.. e piuttosto che ridurlo di la ci si inventa sistemi dispendiosi e incasinatissimi per continuare a usare il sistema sbagliato (comprare dall'Asia e portare in EUropa)..
per fortuna che noi abbiamo Greta in europa che ci insegna la sua verità.. e ci concentriamo sulle cavolate..
Sarà una mia impressione, ma a me sembra che da quando c'è il denaro che comanda tutto, la storia umana abbia preso una piega totalmente sbagliata
Sarà una mia impressione, ma a me sembra che da quando c'è il denaro che comanda tutto, la storia umana abbia preso una piega totalmente sbagliata
il denaro ha sempre comandato tutto, dal giorno che è stato ideato... e dato che l'ha ideato proprio l'uomo, altro non è che la materializzazione della sua natura... "avere"...
ce l'abbiamo tutti insita, lo shopping compulsivo, la shopping-terapy, quando siamo nervosi compriamo di più, abbiamo appartamenti pieni di roba! programmi dove svuotano box pieni di cose utili-inutili messe lì... comprate-abbandonate, magari mai utilizzate.
Ma potrebbe andare anche bene... in fondo siamo così, chi più chi meno, è la nostra natura non ci cambieremo, probabilmente mai. Il dramma è produrre oggetti che oltre ad inquinare alla loro produzione, non sono riciclabili perche troppo complessi e costosi... la plastica ha distrutto il mondo, quando nel 1700 un galeone affondava non inquinava, poichè il materiale con cui era prodotto era per lo più biodegradabile.
Oggi i tessuti sono fibre di plastica, il nylon è plastica, un qualsiasi aggeggio tecnologico con una scheda ha plastica e resine sintetiche a sfare....
pensiamo che stiamo distruggendo il pianeta da tempo ma solo negli ultimi 100 anni abbiamo fatto danni irreparabili rispetto ai millenni precedenti (la plastica nesce nel 1860...)
se avete visto il film sulla vita d Jacque Cousteau THE ODYSSY (2017), di quando il figlio torna anni dopo nella grotta subacquea in ci era stato con il padre... prende lo stomaco... e sono già passati più di 30 anni... pensiamo sia migliorata la cosa?
Vi dico da subacqueo, che nessuno immagina cosa ci sia la sotto, però a tutti cercano l'acqua pulita-azzurra del mare.
chiaramente IMHO
ma non dovevano salvarci i dildo elettrici con le ruote da 1000cv?
si sono accorti solo ora che con quello che cosumano un paio di portacontainer in un mese fai andare una milionata di auto per 6 mesi?
l'incoerenza del sistema è che da un lato la popolazione cresce (e quindi l'inquinamento), si vuole di più (e quindi si compra più roba) e si vuole spendere di meno (e quindi si compra Cinese con tutto l'inquinamento connesso dalla produzione alla logistica) e dall'altro si chiede all'Europa di inquinare di meno.. dove già si inquina di meno che negli altri continenti..
per fortuna che noi abbiamo Greta in europa che ci insegna la sua verità.. e ci concentriamo sulle cavolate..
considerato che dici che sono le importazioni europee dalla cina a creare un botto di inquinamento, è chiaro che sono in ultima analisi le richieste di CONSUMI dell'europa a produrre inquinamento.
ne consegue che è errato dire che in europa già si inquina meno che altrove... in realtà sono i consumi del mondo occidentale a dover essere drasticamente tagliati: la produzione (dove essa avviene e come viene trasportata) è solo una conseguenza.
il problema è lo stile di vita occidentale basato sull'usa-e-getta (di tutto, dai bicchieri alle auto ai telefoni).
Guardate che giro senza senso fa il litio prima di diventare batteria e finire in un'auto.
Fanno avanti e indietro da una parte all'altra del mondo su navi che inquinano come milioni di auto.
Almeno le auto a combistibile si possono realizzare con alluminio e acciaio prodotti in europa e se proprio devono venire dalla cina fanno un solo viaggio.
Guardate che giro senza senso fa il litio prima di diventare batteria e finire in un'auto.
Fanno avanti e indietro da una parte all'altra del mondo su navi che inquinano come milioni di auto.
Almeno le auto a combistibile si possono realizzare con alluminio e acciaio prodotti in europa e se proprio devono venire dalla cina fanno un solo viaggio.
Non è che l'esistenza di un problema elimini l'altro, che le auto incidano sull'inquinamento _globale_ molto meno delle navi è del tutto irrilevante se l'inquinamento _locale_ delle auto è abnormemente più significativo per la vita umana.
Se muoiono 500k persone l'anno in europa per l'inquinamento da autoveicoli, quello E' un problema, che va risolto il prima possibile e tra l'altro non esclude che si possano portare avanti politiche per risolvere l'inquinamento navale!
Capacità di pensiero analitico e pragmatico = 0
Vorrei anche darti ragione, ma scorrendo l'elenco dei paesi che vogliono ridurre l'efficacia degli accordi c'è proprio un paese scandinavo (Norvegia). Questi, trulli trulli, in casa loro vogliono basse, se non nulle, emissioni ma pretendono di potersene infischiare fuori dai propri confini.
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