Automobilisti elettrici ma diversamente abili, la colonnina robotica di Ford ricarica per voi
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 20 Luglio 2022, alle 16:18 nel canale Soluzioni di ricaricaFord sta sperimentando un punto di ricarica ad alta potenza con un braccio robotico e vista digitale, per facilitare le operazioni a chi ha una ridotta capacità motoria
Per i conducenti disabili, o comunque con ridotta capacità motoria, anche operazioni che agli altri appaiono semplici, possono essere complicate. Come nel caso della ricarica dei veicoli elettrici, che in ogni caso viene già considerata un vantaggio rispetto al rifornimento classico, e porta certi utenti a preferire le auto elettriche.
Per cercare di andare incontro anche a questa utenza, Ford sta sperimentando un punto di ricarica robotizzato, grazie al quale il proprietario di auto elettrica non deve fare praticamente nulla.
Come si vede nel video di presentazione, basta lanciare la ricarica dall'app, posizionando correttamente la vettura, ed è poi un braccio meccanico a posizionare il connettore di ricarica, ed anche a inserirlo, grazie all'aiuto della vista digitale di una videocamera.
La stazione, realizzata appositamente dall'Università di Dortmund, permetterebbe anche di restare sempre dentro l'auto, poiché anche al termine della procedura è il braccio meccanico a scollegare il veicolo e riposizionare il cavo. In una seconda fase la colonnina robotizzata potrebbe essere ulteriormente migliorata (nel video si vedono anche soluzioni dall'alto) con la collaborazione di Ionity.
5 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infomaddai è evidente che la donna del video è una finta invalida che ha comprato l'auto elettrica con le agevolazioni per invalidi
[QUOTE=SpyroTSK;47893237]Scusate se mi permetto, ma se la ragazza è riuscita a scaricarsi e caricarsi da quel bagliaio quella sedia rotelle, può benissimo collegare un cavo.
Ho pensato la stessa identica cosa
Che tra l'altro per paradosso se parlate con un "diversamente abile" si incazza a besta se lo di chiamate così.
E' disabile e sa di esserlo. Ma sopprattutto a livello grammaticale è il termine suo congruo.
Un diversamente abile vola al posto di camminare.
Un disabile ha una disfunzionalità (quindi non è abile al 100%) a livello fisico e/o psichico.
Un inabile ha una totale incapacità.
Edulcorare lo stato di handicap con terminologie buoniste politicamente corrette è una moda utile ai soli perbenisti che vogliono sentirsi in pace.
Non sono i termini ad essere offensivi, è il tono ed contesto con cui li si usa a renderli offensivi.
E per completezza: handicap era un termine elegante coniato ed utilizzato dai nobili inglesi per indicare una differenza di prestazionale, e stava ad indicare che si offriva un vantaggio all'aversario, spesso abbinato al gioco del polo, dove il proponente si offriva di giocare tenendo una mano sul cappello, "hand cap" per l'appunto.
Viene usato spesso anche nel golf quando ci sono golfisti di vario livello, e in questo caso sta ad indicare il numero di tiri scontati rispetto gli avversari.
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