XPeng non si ferma più: aperta la seconda fabbrica a Guangzhou, per il SUV che ricarica a 480 kW
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 22 Febbraio 2023, alle 09:00 nel canale Auto ElettricheL'azienda cinese, dopo i problemi nei primi anni di vita, ora sta vivendo un'espansione rapida a livello globale. Parte la produzione nella seconda fabbrica, e una terza è già in arrivo
Sulle nostre pagine abbiamo parlato spesso della casa costruttrice cinese XPeng. Se in un primo momento il nome era più o meno sconosciuto, oggi, dopo 9 anni dall'inizio delle operazioni, è uno dei nomi più conosciuti nel panorama delle auto elettriche, e il suo arrivo in Europa spaventa i produttori occidentali, Tesla compresa.
Questa espansione globale va ovviamente supportata con i giusti volumi produttivi, ed infatti in questi giorni è entrata in funzione la seconda fabbrica, a Guangzhou, nella stessa provincia dove ha sede il quartier generale.
La costruzione del nuovo stabilimento era iniziata nel settembre del 2020, ed esattamente due anni dopo aveva ricevuto l'autorizzazione alla produzione da parte delle autorità competenti cinesi. Questo sito è per ora organizzato per un volume produttivo di 120.000 vetture all'anno, che vanno ad aggiungersi a quelle che escono dalle linee della fabbrica di Zhaoqing, che a breve arriverà a quota 200.000. Ma è già prevista anche una terza struttura, attualmente in costruzione a Wuhan, per altre 100.000 unità.
Nella seconda fabbrica verrà prodotto il nuovo SUV di riferimento del marchio, il G9, costruito sulla nuova piattaforma XPower 3.0, con architettura a 800 volt basata su elettronica al carburo di silicio, ed in grado di supportare altissime potenze di ricarica, fino a 480 kW, o 200 km di autonomia recuperata in soli 5 minuti.
Il nuovo stabilimento ha visto la luce grazie ad un accordo stipulato con il gruppo di investimento Guangzhou GET Investment, che ha messo sul piatto l'equivalente di 160 milioni di euro. In pratica il gruppo è proprietario della struttura, e la noleggia a XPeng per un periodo di 7 anni, allo scadere dei quali la casa costruttrice ne entrerà in possesso.
3 Commenti
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lo hanno fatto con i pannelli fotovoltaici uccidendo tutte le nazioni concorrenti.. alla fine nessuno crea più le celle, alla peggio le assembla perchè i costi non sono giustificati.
è per questo che sono più di dieci anni che si chiede la carbon border tax e che la cina la osteggia avendo molti seguaci fra i politici europei.
il dumping con i soldi dello stato non è una novità in Cina.. solo noi europei siamo fessi, è palese dove finirà il mercato
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