Tesla
Tesla Cybertruck, quanta autonomia in autostrada? Un primo test mostra qualche limite
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 08 Gennaio 2024, alle 10:31 nel canale Auto Elettriche
Elon Musk ha promesso autonomie da record, ma il Tesla Cybertruck quanta strada percorre davvero? Arrivano le prime risposte
152 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoTe lo dico io, è aumentato. Negli ultimi vent'anni è più che quadruplicato.
Saranno aumentati i costi di riciclaggio
io invece pensavo fino a poco fa ci fosse imposto di usare la benzina, il dubbio si è acuito quando ho visto dove sono stati giocati gli ultimi mondiali
Saranno aumentati i costi di riciclaggio
grazie per la info
se anche diventassimo 100% autosufficienti per la produzione di energia elettrica grazie ai pannelli cinesi, agli accumuli cinesi, alle pale eoliche tedesche (e un po' cinesi).. che cambierebbe rispetto all'uso del metano Azero o del Qatar visto che siamo sempre dipendenti dai prodotti esteri ?
l'autosufficienza è una chimera visto che quando i pannelli invecchiano vanno cambiati (con altri provenienti dalla cina) che quando le batterie finiscono i 10 mila cicli di carica/scarica vanno cambiate (con altre batterie cinesi)
se anche le assembliamo in Europa parte dei minerali li compriamo da fuori Europa..
ci sarà sempre bisogno di comprare qualcosa da fuori .. ma anche fossimo 100% autosufficienti in tutta la filiera energetica di nuovo non cambia niente visto che buona parte dei prodotti venduti in Italia ed Europa è importata dalla Cina e non possiamo produrla in EUropa
siamo comunque e sempre interconnessi e quello che fanno li impatta qui e, in minima parte, viceversa.
se il tuo è un dirscorso geopolitico legato solo all'energia allora ok.. raggiungeremo un buon bilancio nel giro dei prossimi 20-30 anni ma è poca cosa visto quando dipendenti dalla cina siamo.. basti pensare alle mascherine e ai disinfettanti durante il covid..
avere corrente elettrica e non poter avere un computer per un ipotetico embargo dalla cina lo vedrei più grave di dover comprare metano per alimentare la casa e poter comprare un computer per lavoro
siamo legati a doppio filo come dici da molto prima di 30 anni.. i primi disastri economici nostri risalgono a 50 e più anni fa a causa della cina (ricordi la guerra del filato ? https://www.agricolaboccea.it/bachi-seta-italia/)
tanto per..
l'energia elettrica è poca cosa in confronto all'economia industriale che va a rotoli..
Ho parlato di diversificazione, non di autosufficienza, preferisco dipendere da Germania, Francia, Qatar, Azerbaijan, Cina, Algeria, Arabia e Isole Vanuatu che dipendere solo da uno, altrimenti poi quello ti tiene per le palle.
Certo è più scomodo, ma più sicuro.
L'interconnessione però è reciproca, noi senza Cina non possiamo più stare, ma nemmeno la Cina senza di noi, per quanto abbiano cercato di sviluppare il mercato nazionale e proprio questa reciprocità è la miglior garanzia di stabilità geopolitica.
Sempre all'insegna della diversificazione sarebbe importante che le apparecchiature non provengano solo dalla Cina, ma anche da Taiwan, India, Brasile, e con pezzi statunitensi, turchi, tedeschi, ecc.
La delocalizzazione feroce ha trovato il suo compimento negli anni '80 e '90, quando non si è saputo mettere dei paletti all'imprenditoria aggressiva. Li ci sono scappate le vacche, riprenderle e creare un equilibrio è difficilissimo.
Se non ricordo male c'è un'indagine in corso sul perché si sono giocati lì gli ultimi mondiali.
La domanda di rame è salita verticalmente negli ultimi decenni. La domanda di rame di un paese solitamente è direttamente proporzionale al suo tasso di sviluppo. Negli ultimi anni ci sono stati attori importanti (Cina ed India in primis) che per svilupparsi hanno iniziato a richiedere quantità di rame enormi ed i prezzi sono saliti per tutti.
...
sicuramente per la rinomata e prestigiosa storia calcistica del qatar
Certo è più scomodo, ma più sicuro.
L'interconnessione però è reciproca, noi senza Cina non possiamo più stare, ma nemmeno la Cina senza di noi, per quanto abbiano cercato di sviluppare il mercato nazionale e proprio questa reciprocità è la miglior garanzia di stabilità geopolitica.
Sempre all'insegna della diversificazione sarebbe importante che le apparecchiature non provengano solo dalla Cina, ma anche da Taiwan, India, Brasile, e con pezzi statunitensi, turchi, tedeschi, ecc.
La delocalizzazione feroce ha trovato il suo compimento negli anni '80 e '90, quando non si è saputo mettere dei paletti all'imprenditoria aggressiva. Li ci sono scappate le vacche, riprenderle e creare un equilibrio è difficilissimo.
La Cina è sia esportatore di prodotti finiti sia venditore di materie prime. Non è una cosa alla pari con noi.
In 10-20 anni al massimo ci troviamo con Russia 2 - la vendetta (ma con Taiwan).
Credo anche come premio per la parità sociale.
In 10-20 anni al massimo ci troviamo con Russia 2 - la vendetta (ma con Taiwan).
Si, e a chi vende se non lo fa a Usa, Europa e Giappone? All'India? All'Africa?
E' più o meno dagli anni '80 che sento dire che l'invasione di Taiwan è prossima.
Secondo alcuni (personalità di spicco delle forze armate USA) ritengono che le probabilità di un'invasione aumenteranno molto dal 2027 in avanti (non ricordo il motivo sinceramente).
Vero, però, come abbiamo detto prima, ormai siamo talmente tutti interconnessi che il rischio e il danno per la Cina potrebbero valere molto più di quattro rocce distrutte.
Tendo a fidarmi poco di certe dichiarazioni, d'altronde se dicessero "ma cosa volete che succeda?" i finanziamenti li riceverebbero?
Poi bisognerebbe vedere tante cose, se pensi che una Superpotenza, seppur in crisi, come la Russia, non è riuscita ad aver ragione di una nazione con le pezze al culo, non credo sarebbe una passeggiata attaccare un Paese piccolo ma tignoso, con sistemi d'arma avanzatissimi e che da tutta la vita si prepara unicamente contro un solo avversario.
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