Il ministro Urso contro Alfa Romeo: "la Milano non si può produrre in Polonia, lo vieta la legge"
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 12 Aprile 2024, alle 07:05 nel canale Auto ElettricheSecondo il ministro Adolfo Urso, un prodotto con un chiaro riferimento all'Italia, come la Alfa Romeo Milano, non si può produrre all'estero e vendere in Italia. Lo stabilirebbe una legge del 2003
Quando gli animi sembravano ormai placati, torna lo scontro tra il governo italiano e Stellantis. Ancora una volta è il ministro Adolfo Urso a farsi portavoce dell’esecutivo, e lo ha fatto in occasione della presentazione della Alfa Romeo Milano. Senza troppi giri di parole, la vendita della Milano in Italia sarebbe contro la legge.
Per capire cosa intenda il ministro, bisogna fare diversi passi indietro, fino al 2003, quando l’Italia ha varato la legge 350/2003 che, tra le altre cose, disciplina l’Italian Sounding e la produzione Made in Italy. Secondo questa legge è vietato commercializzare in Italia dei prodotti che inducano il consumatore in errore, facendogli credere che il prodotto stesso possa avere una correlazione con l’Italia, o che da lì provenga.
La spiegazione del Ministro Urso è tanto sintetica quanto chiara: "Un'auto chiamata Milano non si può produrre in Polonia. Questo è vietato dalla legge italiana che nel 2003 ha definito l'Italian Sounding, una legge che prevede che non si possono dare indicazioni che inducano in errore il consumatore. Sarebbero indicazioni fallaci legate in maniera esplicita alle indicazioni geografiche. Quindi un'auto chiamata Milano si deve produrre in Italia, altrimenti si dà un'indicazione fallace che non è consentita dalla legge italiana".
La Alfa Romeo Milano è prodotta nello stabilimento polacco di Tychy, come anche altre delle sue sorelle di piattaforma, Jeep Avenger o Fiat 600. La cosa era risaputa fin dalle prime informazioni riguardanti la nuova vettura del brand di Arese, quindi la protesta del governo appare decisamente fuori tempo.
Questa mossa dialettica sembra più un pretesto per tornare a discutere dei livelli produttivi, che secondo il governo Stellantis dovrebbe raggiungere in Italia, ovvero oltre un milione di auto, mentre invece al momento arriva a poche centinaia di migliaia. Nelle scorse settimane il Gruppo ha anche deciso di sfoltire il ulteriormente la forza lavoro in Italia, generando preoccupazione anche nei sindacati. Urso è tornato a ribadire che c’è la volontà di sedersi al tavolo con Stellantis per metterla nelle migliori condizioni possibili, così da portare maggiore produzione nel nostro Paese. Forse però l’approccio non è stato dei più diplomatici.
15 Commenti
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E basta.l’ennesimo spasso tra aberrazioni raziocinanti da una parte (Stellantis con le ultime uscite di Tavares) e bandiere pseudo elettorali per tornaconto politico con cui ammantarsi alla bisogna (vari organi dello Stato sia di oggi che degli ultimi 40 anni, almeno per i miei ricordi)
con tale metro legislativo, [U]che in fondo potrebbe anche starci bene eh[/U], si dovrebbe ricordare a qualcuno che:
- ci sono occhiali made-in-italy fatti completamente in cina ma le cui stanghette vengono avvitate (2 viti siori e siore, solo 2 viti) in italia. Ovviamente prezzi da full made-in-italy con tanto di cartellino e scritta strombazzata
- lo stesso per le scarpe i cui soli lacci o le solette, a seconda dei casi, vengono posizionati in italia, il resto è tutto estero, ma i prezzi e cartellini sono sempre strombazzati “made-in-italy”
- le tute delle moto fatte in nordafrica?
ecc ecc, perchè di esempi, a cercarli, ce ne sono in quantità
però dai, non è tutto così, i ricchi che possono permettersi il top cadono meglio. Dai, ci difendiamo con l’alta sartoria per la quale siamo famosi e invidiati in tutto il mondo, quella sì fatta in italia dalla A alla Z….
ah no aspetta, sbaglio o è prodotta da dei cinesi sfruttati quasi come in cina, che vivono in condizioni igienico sanitarie da terzo mondo reclusi nei capannoni dove lavorano???
aaah, questo sì che è il vero made-in-italy
insomma se non fosse da piangere perché a pensarci bene si capisce che è una presa per i fondelli continua da entrambe le parti, ci sarebbe da ridere
ciao ciao
se va bene finirà che l'alfa romeo si chiamerà Milano ovunque tranne che in Italia se va male D'Urso verrà preso a pizze in faccia da chiunque.
l’ennesimo spasso tra aberrazioni raziocinanti da una parte (Stellantis con le ultime uscite di Tavares) e bandiere pseudo elettorali per tornaconto politico con cui ammantarsi alla bisogna (vari organi dello Stato sia di oggi che degli ultimi 40 anni, almeno per i miei ricordi)
con tale metro legislativo, [U]che in fondo potrebbe anche starci bene eh[/U], si dovrebbe ricordare a qualcuno che:
- ci sono occhiali made-in-italy fatti completamente in cina ma le cui stanghette vengono avvitate (2 viti siori e siore, solo 2 viti) in italia. Ovviamente prezzi da full made-in-italy con tanto di cartellino e scritta strombazzata
- lo stesso per le scarpe i cui soli lacci o le solette, a seconda dei casi, vengono posizionati in italia, il resto è tutto estero, ma i prezzi e cartellini sono sempre strombazzati “made-in-italy”
- le tute delle moto fatte in nordafrica?
ecc ecc, perchè di esempi, a cercarli, ce ne sono in quantità
Ma infatti la regolamentazione sul poter usare l'etichetta Made in Italy andrebbe rivista completamente, così è una pagliacciata.
Si poteva dire o e' una delle tante cose che in Italia non si possono dire?
E adesso volevano pure a dargli a Intel e compagnia bella.
Che bella coerenza ste multinazionali.....
Non mi sembra un modo intelligente di approcciare una qualsiasi forma di negoziato quella di voler imporre vincoli alla controparte sulla base di una propria pretesa superiorità.
Soprattutto quando la controparte, volendo, è DI FATTO liberissima di fare come gli pare...
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