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Formula E, DS Penske penalizzata per lettura di dati RFID dalle vetture avversarie. Vandoorne risponde

di pubblicata il , alle 14:21 nel canale Auto Elettriche Formula E, DS Penske penalizzata per lettura di dati RFID dalle vetture avversarie. Vandoorne risponde

Tramite uno scanner RFID il team ha cercato di leggere dati dalle vetture in corsia box. La squadra risponde: "volevamo solo conoscere i treni di gomme, senza usare i fotografi"

 

La gara di Formula E di Portland ha ancora una volta confermato i valori visti in pista fino a qui, con la lotta al vertice che pare essersi ridotta ad una questione a due tra Porsche e Envision. Uno dei team di Stellantis, il DS Penske, gravita comunque in quinta posizione, con prestazioni sin qui altalenanti ma di tutto rispetto. In questo weekend ha però portato a casa un doppio zero, a causa di una penalizzazione.

DS Penske

Secondo quanto ricostruito dai commissari, DS Penske ha installato senza permesso uno scanner RFID nella corsia box, cercando così di leggere i dati dai chip, che vengono usati più che altro per gli pneumatici, indicando anche specifiche come temperatura e pressione. Questa la spiegazione della commissione gara: "I Commissari Sportivi sono stati informati dal Delegato Tecnico che questa mattina il team aveva installato un'apparecchiatura di scansione RFID all'ingresso della corsia dei box in grado di raccogliere dati in tempo reale da tutte le vetture. In primo luogo, è vietato in generale ai concorrenti installare o collocare qualsiasi attrezzatura nella corsia box. In secondo luogo, la raccolta di dati con questo metodo fornisce al team molte informazioni, il che rappresenta un vantaggio enorme e ingiusto. Considerando tutte le circostanze, i Commissari Sportivi ritengono che la penalità inflitta sia appropriata".

La penalità citata è l'annullamento dei tempi ottenuti in qualifica, con conseguente partenza dalla pitlane per entrambi i piloti, Vergne e Vandoorne. Uno svantaggio che non ha permesso di recuperare sufficienti posizioni ed arrivare a punti. A fine gara proprio Vandoorne è tornato sull'accaduto, spiegando che l'intento non era quello di rubare dati agli avversari, come descritto da qualcuno. "Ovviamente quello che abbiamo fatto era sbagliato. Ma il messaggio che è stato trasmesso non era corretto, le persone dicevano che stavamo rubando dati da altri team", ha esordito il pilota belga, "stavamo solo cercando di controllare quale treno di gomme usassero gli altri, cosa che puoi fare con una normale macchina fotografica. Gli altri team lo stanno facendo, stanno usando i fotografi nella corsia box. Abbiamo trovato un modo intelligente , o un modo semplice, e per questo abbiamo pagato un prezzo molto alto".

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