Ad aprile crolla il mercato dell'auto in Italia, anche l'elettrico in difficoltà
di Vittorio Rienzo pubblicata il 15 Giugno 2022, alle 18:31 nel canale Auto ElettricheL'Unione Nazionale Rappresentati Veicoli Esteri (UNRAE) ha presentato i dati sulle immatricolazioni di aprile in Italia. I dati risultato piuttosto sconcertanti considerando il brusco calo di un mercato già in crisi.
Mentre l'adozione dei veicoli elettrici in ogni settore della mobilità, dalla micromobilità urbana ai trasporti a lungo raggio, cresce in maniera piuttosto significativa, l'Italia rimane indietro. Il rapporto di UNRAE per il mese di aprile dimostra un crollo dell'intero mercato che segna quasi un -33% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.
Nel mese di aprile, infatti, le immatricolazioni non hanno raggiunto quota 99.000, laddove nel 2021 lo stesso periodo ha fatto segnare ben 147.000 nuove vetture vendute. La ragione, da un certo punto di vista, è piuttosto comprensibile e riguarda gli incentivi statali arrivati in netto ritardo rispetto all'anno precedente.
Nel 2021, infatti, una forte spinta è stata data dagli incentivi su vetture a basse o zero emissioni, che hanno spinto numerosi clienti a sostituire, o comunque acquistare, una nuova auto magari elettrificata o elettrica. Quest'anno però, tali incentivi sono stati resi disponibili a partire da maggio, il che ha portato i consumatori a rimandare l'acquisto di una vettura con un conseguente crollo in termini assoluti.
Sicuramente il colpo più duro lo hanno ricevuto le vetture ICE (Internal Combustion Engine), ovvero le proposte esclusivamente endotermiche che hanno registrato un calo del 40% su base annua. Questo ha ridotto ulteriormente la quota di mercato di benzina (27%) e diesel (21%), il che non rappresenterebbe neanche un aspetto negativo se non si guardasse ai numeri complessivi.
A mantenere la quota maggiore rimangono gli ibridi plugless, ovvero MIND Hybrid e Hybrid, che stavolta raggiungono il 35% guadagnando oltre 6 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Le vetture completamente elettriche mantengono una quota simile all'anno precedente, il 3,1% contro il 3,3% registrato ad aprile 2021. Meglio, invece, gli ibridi plug-in che guadagnano un punto percentuale raggiungendo il 5,6% delle immatricolazioni.
In sostanza, il settore elettrico continua una tenue crescita, in base però ai dati relativi alle vetture vendute. Se invece si vanno ad analizzare i numeri assoluti, allora si evidenziano risultati piuttosto sconcertanti per un mercato che ormai da diverso tempo non gode di ottima salute.
Il 40% di perdita riferito ai veicoli a combustione interna, va a sommarsi ad una riduzione del 18% degli ibridi plugless rispetto allo stesso periodo del 2021. Le vetture BEV, ovvero quelle completamente elettriche, ammontano a sole 3.050 unità in calo di addirittura il 37,2% rispetto allo scorso anno. In perdita anche gli ibridi plug-in, le cui immatricolazioni si sono ridotte del 17,1% raggiungendo le 5.552 unità rispetto alle 6700 dello scorso anno.
Numeri che senza dubbio non fanno felici i produttori e mettono in luce un ritardo evidente nella politica sulla transizione energetica. Si spera, tuttavia, che la strategia messa in campo dal governo, e che dovrebbe perdurare per i prossimi due anni, consenta a molte più persone di sostituire la propria auto risollevando un mercato ormai quasi immobilizzato dai numerosi eventi avversi accaduti negli ultimi due anni, dal COVID19 alla guerra tra Russia e Ucraina.
Da due anni, ormai, il settore soffre di un limitato approvvigionamento di materie prime e componenti che hanno costretto a rimandare le consegne e talvolta a interrompere la produzione, come nel caso di Volkswagen o Tesla. Non rimane, quindi, che attendere i dati di maggio per capire se la causa di tale stallo sia imputabile esclusivamente agli incentivi statali o meno.
Poco cambia invece nella classifica dei modelli più venduti se non i volumi in netto calo. Gli italiani continuano a prediligere la Fiat 500 elettrica, che rappresenta la city car più apprezzata nel settore EV seguita immediatamente dalla Smart ForTwo. A completare il podio troviamo la Dacia Spring per un mercato, quello italiano, votato soprattutto alle vetture del segmento A.
60 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infogiù assurdo si siano vendute quasi 100 mila vetture in un momento in cui dovremmo pensare ad altri problemi.. l'inverno sta arrivando.. e l'estate è alle porte con siccità e prezzi folli per l'energia con tanto di rischi per la continuità di rete.. lo sapranno tutti che è stato attivato il piano di pre-allerta.. il che.. dopo le problematiche di questi ultimi due giorni, assume tutt'altro significato..
e pensiamo a comprare auto ? (pile o non pile cambia poco..)
Cò,s,òslms,òlsò,òs,l
La vita del mondo continua e per fortuna che non si ferma grazie anche a chi fa girare l'economia.
Al primo anno di pandemia era in crisi !
Dopo la domanda era così alta che i chips non bastavano !
Poi il boom dell'elettrica
E adesso sono tutti e 2 di nuovo in crisi ?
Allora decidetevi, o il mercato in questo periodo è ufficialmente in crisi o meno !
La vita del mondo continua e per fortuna che non si ferma grazie anche a chi fa girare l'economia.
che spocchia.
vabbè, confido in una patrimoniale che ti peli.
Sinceramente la mia auto ha 14 anni e fin che va continuo a usarla . (Degli incentivi me ne frego )
Lasciò agli altri l onere di ingrassare quei 4 politici senza arte né parte
Io ho notato piuttosto che c'è stata una lievitazione media dei prezzi notevole.
Magari penso male io.. ma sospetto che la storia degli incentivi sia stato pretesto per alzare il prezzo di vendita delle auto e di fatto adesso questi famosi incentivi vanno tutti nelle tasce del produttore ed il cliente paga l'auto quanto la si pagava prima senza incentivi.
E pensandoci bene è un meccanismo che viene da sè se gli incentivi diventano una cosa fissa.
Io nel 2010 acquistai la mia attuale auto (citroen DS3 1.4 benzina 95cv).. ed il prezzo al nuovo per il mio modello era 18000 euro.
Va bene che non è certo un macchnone.. ma provate adesso a vedere cosa si porta a casa con 18K euro.. anzi diciamo 20K giusto per compensare i 12 anni trascorsi..
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