Polestar: una strategia per ridurre le emissioni dovute al trasporto marittimo dei veicoli elettrici
di Rosario Grasso pubblicata il 06 Giugno 2024, alle 11:31 nel canale Trasporti elettriciPasso avanti verso la sostenibilità per il marchio svedese di auto elettriche ad alte prestazioni con l'integrazione di carburanti rinnovabili nei trasporti marittimi dei suoi veicoli.
Polestar continua a progredire nella strategia per la riduzione delle emissioni della sua catena di fornitura, integrando i carburanti rinnovabili nelle rotte di trasporto marittimo dei suoi veicoli elettrici, che rappresentano circa il 75% delle emissioni totali dell'azienda. Lo rende noto con un comunicato stampa in cui evidenzia l'importanza di ridurre le emissioni determinate dal fatto che la maggior parte della produzione dei suoi veicoli è realizzata in Asia. Con la produzione di veicoli elettrici sempre più concentrata in Asia (e non solo da parte di Polestar) e la necessità di importarli in Europa, il tema proposto da Polestar ha una rilevanza significativa.
Polestar ha recentemente reso operativo il suo Vehicle Processing Center (VPC) in Belgio, il quale è cruciale per la finitura e la preparazione dei veicoli destinati ai clienti europei, compresa la ricarica con elettricità proveniente da fonti rinnovabili. Il VPC di Zeebrugg, anche se non è un sito di produzione, è così molto importante per la distribuzione e la ricarica dei veicoli con elettricità rinnovabile.
Con l'avvio della produzione di Polestar 3 e Polestar 4, il carburante rinnovabile verrà utilizzato per circa il 65% del trasporto marittimo dei veicoli prodotti in Asia fino al VPC di Zeebrugge, Belgio. Polestar prevede anche di integrare i carburanti rinnovabili nei trasporti dal Nord America nella seconda metà dell'anno, grazie all'espansione della produzione di Polestar 3 nella Carolina del Sud. L'uso del biocarburante B30, che contiene il 30% di esteri metilici di acidi grassi (FAME), consentirà una riduzione delle emissioni di queste rotte marittime del 20-25% rispetto ai tradizionali oli combustibili con zolfo.
Polestar ha inoltre adottato misure per decarbonizzare i trasporti marittimi intercontinentali per la distribuzione di materiali di produzione e parti di ricambio, utilizzando il 100% di carburante FAME. Questo ha portato a una riduzione delle emissioni di gas serra dell'84% rispetto ai combustibili fossili. Il carburante FAME è basato su fonti rinnovabili, come l'olio da cucina di scarto, senza l'uso di materie prime legate all'olio di palma.
Mentre Polestar 3 e Polestar 4 sono in parte prodotte in Cina e Corea del Sud, rispettivamente negli stabilimenti di Chengdu e di Busan, Polestar 2 è prodotta presso lo stabilimento di Luqiao, nella provincia di Zhejiang. Questo impianto è gestito da Geely e produce anche veicoli per altri marchi del gruppo.
Jonas Engström, Head of Operations di Polestar, ha commentato così queste novità: “Questo è un passo importante nell'obiettivo di Polestar di raggiungere la neutralità climatica entro il 2040. Diventare veramente neutrali dal punto di vista climatico significa eliminare tutte le emissioni di gas serra nelle nostre operazioni e in tutte le fasi del ciclo di vita delle nostre auto, comprese le emissioni della catena di fornitura. Poiché stiamo entrando in una fase di crescita accelerata, con l'espansione della nostra linea di modelli e della nostra impronta produttiva, si pone un'ulteriore enfasi sulla necessità di soluzioni logistiche sostenibili.”
Polestar, che ha sede principale in Svezia, a Göteborg, e che vende in 27 mercati tra cui Nord America, Europa e Asia Pacifico, prevede di avere una linea di cinque veicoli elettrici ad alte prestazioni entro il 2026. Polestar 2, la fastback elettrica ad alte prestazioni, è stata lanciata nel 2019. Polestar 3, il SUV per l'era elettrica, è stato lanciato alla fine del 2022. Polestar 4, il SUV coupé trasformato, sarà lanciato in fasi successive nel 2023 e nel 2024. Polestar 5, una GT elettrica a quattro porte, e Polestar 6, una roadster elettrica, sono in arrivo.
Inoltre, il progetto Polestar 0 sostiene l'ambizioso obiettivo dell'azienda di creare un'auto di serie veramente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2030. L'iniziativa di ricerca mira anche a creare un senso di urgenza per agire sulla crisi climatica, sfidando i dipendenti, i fornitori e l'industria automobilistica in generale a prendersi, per le parti di competenza di ciascuno, carico del problema.
21 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info"nelle rotte di trasporto marittimo dei suoi veicoli elettrici, che rappresentano circa il 75% delle emissioni totali dell'azienda"
Produzione in Asia ( quindi Svedese solo di facciata ) che produce emissioni per il 75% del totale solo per spostare le auto dal luogo di produzione al consumo...
E i retrogradi siamo noi e il problema non è la Cina...
"nelle rotte di trasporto marittimo dei suoi veicoli elettrici, che rappresentano circa il 75% delle emissioni totali dell'azienda"
Produzione in Asia ( quindi Svedese solo di facciata ) che produce emissioni per il 75% del totale solo per spostare le auto dal luogo di produzione al consumo...
E i retrogradi siamo noi e il problema non è la Cina...
EH no, il problema non è la Cina. La Cina ci vende quello che noi vogliamo comprare.
Se io produco proiettili, e tu li usi per uccidere, non è un colpa mia.
Fai produrre auto in Europa a prezzi cinesi e vedrai che saremo tutti felici e contenti e senza navi cargo in giro per il mondo.
Se io produco proiettili, e tu li usi per uccidere, non è un colpa mia.
Fai produrre auto in Europa a prezzi cinesi e vedrai che saremo tutti felici e contenti e senza navi cargo in giro per il mondo.
produrre in Europa a prezzi cinesi è impossibile a meno di non tornare indietro di decenni come costi e qualità della vita, per non parlare delle norme contro l'inquinamento. basterebbe imporre i nostri stessi standard anche per i prodotti realizzati all'estero
E come li imponi?
Perché non credo che una portacontainer in partenza dal porto di Rotterdam, con prodotti made in Europe, inquini tanto meno.
Perché non credo che una portacontainer in partenza dal porto di Rotterdam, con prodotti made in Europe, inquini tanto meno.
Certo che inquina meno a partire dall'energy mix.
Perché non credo che una portacontainer in partenza dal porto di Rotterdam, con prodotti made in Europe, inquini tanto meno.
l'Unione Europea sta lavorando a un meccanismo chiamato Carbon Border Adjustment Mechanism.
non so se ti rendi conto che nel tuo post riassumi il fatto che è giusto far vivere da schifo l'altra parte del mondo per poter vivere meglio (o aver l'illusione di) in questa parte.
il tuo "è impossibile" dovrebbe tradursi in un "quindi non lo fai", non che è "impossibile farlo qui altrimenti stiamo male, quindi facciamolo fare ad altri e chissene frega se stanno peggio di noi".
c'è poco da imporre, quel che oggi non va bene è tutto il sistema e coloro che credono di portarlo avanti all'infinito... o per meglio dire, fino alla loro morte e dopo chi si è visto si è visto.
Quando arrivano in Europa le auto cinesi costano il doppio di quanto sarebbe costata in Cina, quindi non credo che sia impossibile costruire direttamente in Europa, ma occorre la determionazione che i negazionisti e quelli che guardano quanto è cara oggi un'auto elettrica non condividono. Ricordo a tutti come si è imposta la telefonia cellulare e quanto si ridicolazzivano i ricconi che ne facevano uso. L'auto elettrica ha mille vantaggi dall'abitabilità all'efficienza energetica oltre alla godibilità di guida imparagonabile. I prezzi si abbasseranno e la possibilità di automatizzare la catena per aumentarne l'efficienza è possibile. Non serve nemmeno crederci, tanto la strada è tratta, anche se dovrebbe essere percorsa più rapidamente se vogliamo avere il credito di chiedere che altri facciano altrettanto. Per i padani l'esigenza è doppia e non vi racconto qual è, è troppo ovvia.
Quando arrivano in Europa le auto cinesi costano il doppio di quanto sarebbe costata in Cina, quindi non credo che sia impossibile costruire direttamente in Europa, ma occorre la determionazione che i negazionisti e quelli che guardano quanto è cara oggi un'auto elettrica non condividono.
Io trovo più abberrante fare certe affermazioni ignorando il tema degli aiuti di stato della Cina al settore delle rinnovabili e delle auto elettriche e del dominio che ha sulla filiera delle materie prime e sulla raffinazione in questi settori. Oltre chiaramente al discorso del costo del lavoro, dell'energia, delle emissioni e del costo che i sacrosanti regolamenti europei impongono alle produzioni industriali riguardo all'ambiente.
Quando arrivano in Europa le auto cinesi costano il doppio di quanto sarebbe costata in Cina, quindi non credo che sia impossibile costruire direttamente in Europa, ma occorre la determionazione che i negazionisti e quelli che guardano quanto è cara oggi un'auto elettrica non condividono. Ricordo a tutti come si è imposta la telefonia cellulare e quanto si ridicolazzivano i ricconi che ne facevano uso. L'auto elettrica ha mille vantaggi dall'abitabilità all'efficienza energetica oltre alla godibilità di guida imparagonabile. I prezzi si abbasseranno e la possibilità di automatizzare la catena per aumentarne l'efficienza è possibile. Non serve nemmeno crederci, tanto la strada è tratta, anche se dovrebbe essere percorsa più rapidamente se vogliamo avere il credito di chiedere che altri facciano altrettanto. [U]Per i padani l'esigenza è doppia e non vi racconto qual è, è troppo ovvia.[/U]
Account risvegliato per dire un sacco di cose imprecise e senza cognizione di causa...Era meglio se continuavi a dormire...
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