Terre rare: la Cina estende i divieti di esportazione e rafforza i controlli sulle licenze
di Manolo De Agostini pubblicata il 09 Ottobre 2025, alle 09:01 nel canale Mercato Green
Pechino ha inasprito le regole sull'esportazione delle terre rare e delle tecnologie di lavorazione, introducendo divieti per aziende della difesa e del settore dei semiconduttori estere. Le nuove misure, motivate da esigenze di sicurezza nazionale, consolidano il controllo cinese su una filiera critica per l'elettronica, i veicoli elettrici e l'industria militare.
La Cina ha annunciato un nuovo irrigidimento dei controlli sulle esportazioni di terre rare e delle tecnologie legate alla loro estrazione e lavorazione, con l'obiettivo dichiarato di tutelare la sicurezza nazionale. Le norme, pubblicate dal Ministero del Commercio, ampliano e formalizzano misure già introdotte lo scorso aprile, quando Pechino aveva inserito diversi materiali e processi nella lista dei beni soggetti a controllo, causando un temporaneo squilibrio dell'offerta globale.
Il nuovo pacchetto normativo chiarisce i limiti di cooperazione tra aziende cinesi e partner stranieri: ogni collaborazione o trasferimento tecnologico nel campo delle terre rare dovrà essere preventivamente autorizzato dalle autorità di Pechino. Viene inoltre esplicitato che i permessi di esportazione non saranno concessi a società della difesa estere, mentre le richieste provenienti dal settore dei semiconduttori saranno valutate caso per caso.
Le restrizioni si estendono anche alle apparecchiature per la produzione, il riciclo e la manutenzione di componenti magnetici basati su terre rare, oltre che ai macchinari necessari per il loro assemblaggio o aggiornamento. In sostanza, ogni tecnologia correlata alla separazione, fusione o produzione di magneti rientrerà tra i beni sottoposti a licenza d'esportazione.

Secondo gli analisti, le nuove regole rappresentano la risposta di Pechino alle misure statunitensi che limitano la vendita di apparecchiature per la produzione di chip verso la Cina. "Si tratta di una mossa calibrata per aumentare la leva negoziale in vista del previsto incontro tra Xi Jinping e Donald Trump in Corea del Sud", spiega Tim Zhang, fondatore della società di analisi Edge Research.
Il controllo cinese sulla catena delle terre rare è pressoché totale: il Paese detiene circa il 61% della produzione mondiale e oltre il 90% della capacità di raffinazione, secondo i dati dell'Agenzia Internazionale per l'Energia. Tali materiali - 17 elementi chimici tra cui neodimio, ittrio ed europio – sono fondamentali per la produzione di motori per veicoli elettrici, turbine eoliche, dischi rigidi, radar e propulsori aeronautici.
Gli Stati Uniti dispongono di miniere attive ma non di impianti di raffinazione comparabili, e potrebbero subire conseguenze dirette da questa stretta. Le esportazioni di terre rare rappresentano infatti un punto cruciale nei colloqui commerciali tra Washington e Pechino, ancora segnati da tensioni legate ai dazi e alla sicurezza tecnologica.
Il Ministero del Commercio cinese ha tuttavia precisato che le nuove restrizioni avranno un ambito "limitato" e che saranno introdotte misure per semplificare il rilascio delle licenze, al fine di evitare blocchi totali delle forniture. Nonostante ciò, alcune aziende internazionali segnalano già difficoltà nell'ottenere i permessi necessari, confermando che il controllo sulle terre rare resta una delle carte più forti nel complesso scacchiere geopolitico e industriale globale.










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7 Commenti
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TAAAC!! No terre rare, no BEV, no chip!
I fessi europei e americani
I fessi europei e americani per decenni hanno portato in Cina produzioni di qualsiasi genere inondandoli di soldi... ecco i risultati !Adesso la trivella al neodimio ce la prendiamo noi nel c...
Prima o poi avranno i materiali ed i numeri per dichiararci guerra... quella vera! E forse lo stanno già facendo.
Mettiamo l'impianto di raffinazione vicino a casa tua, oppure andiamo di NIMBY?
Ma arriverà il momento in cui anche loro dovranno imbracciare il fucile, perchè gli USA non si lasceranno sfuggire la leadership mondiale senza battere ciglio.
Ma arriverà il momento in cui anche loro dovranno imbracciare il fucile, perchè gli USA non si lasceranno sfuggire la leadership mondiale senza battere ciglio.
Entrambe le cose... Noi in decenni di delocalizzazione senza controllo gli abbiamo dato il know how ed i mezzi finanziari. Loro, nel frattempo, hanno investito pesantemente in Africa ed in Asia con vere e proprie campagne di affiliazione e ( pseudo )cooperazione per garantirsi risorse alimentari, energetiche e lo sfruttamento esclusivo di materie prime strategiche come le terre rare.
Un esempio ben più significativo di come possono colpire, anche duramente, senza sparare una cartuccia? I semi di soia!
Fino all'anno scorso il maggior esportatore di soia in Cina erano gli USA che arrivavano a vendere fino al 60% della produzione. Quest'anno la Cina, sfruttando l'alleanza commerciale BRICS, ha letteralmente mollato la soia americana sostituendola con quella brasiliana. Stessa qualità e costi inferiori! Ai MAGA farmers non è rimasto che piangere, letteralmente, mentre affogano nei debiti.
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