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ENEA promette pannelli solari più longevi di 25 anni grazie a questo rivestimento

di pubblicata il , alle 19:01 nel canale Energie Rinnovabili ENEA promette pannelli solari più longevi di 25 anni grazie a questo rivestimento

ENEA ha sperimentato nuovi film plastici per l’incapsulamento delle celle fotovoltaiche, confrontando materiali tradizionali e innovativi. La ricerca evidenzia prestazioni superiori delle poliolefine, in particolare della TPO, che consentirebbe di realizzare pannelli più longevi di 25 anni

 

ENEA ha condotto uno studio approfondito su alcuni innovativi film plastici per l’incapsulamento delle celle fotovoltaiche, con l’obiettivo di migliorarne affidabilità ed efficienza a lungo termine. La ricerca, realizzata dal Laboratorio Dispositivi Innovativi del Centro Ricerche di Portici (Napoli) e pubblicata sulla rivista Polymer Degradation and Stability, ha confrontato diversi materiali polimerici sottoponendoli a test di invecchiamento accelerato per misurarne la resistenza ai raggi ultravioletti e la stabilità chimica.

Tre i materiali testati dai ricercatori che hanno restituito risultati molto diversi tra loro: EVA (etilene vinil acetato), POE (poliolefina elastomerica) e TPO (poliolefina termoplastica).

"Le analisi hanno evidenziato differenze marcate nella perdita di corrente di cortocircuito, ossia la massima corrente che il pannello può erogare quando è completamente esposto alla luce”, spiega Valeria Fiandra, ricercatrice del Laboratorio Dispositivi Innovativi del Dipartimento ENEA Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili e coautrice dello studio.

Ad esempio, il dispositivo realizzato con il materiale ‘standard’ EVA ha mostrato una perdita dell’1,4%, segnalando una degradazione più marcata rispetto a quello incapsulato con la POE, che ha registrato una perdita leggermente inferiore, pari all’1,1%”. Il risultato più promettente lo ha ottenuto il rivestimento in TPO che ha mostrato un degrado di solo lo 0,2%.

Il vantaggio della TPO non si limita alla maggiore resistenza: essendo un materiale termoplastico, può essere lavorato e riciclato senza perdere le sue caratteristiche, al contrario dell’EVA che, una volta reticolato, non è più riutilizzabile. La POE, grazie alla sua struttura a base di carbonio e idrogeno, si distingue invece per stabilità chimica e resistenza a calore, umidità e luce solare.

Attualmente, molti incapsulanti sono progettati per filtrare i raggi UV, così da ridurre i fenomeni di degrado. Tuttavia, questa soluzione comporta un effetto collaterale: meno luce disponibile per la produzione di energia. I nuovi materiali studiati da ENEA puntano a superare questo limite, combinando trasparenza ai raggi ultravioletti e stabilità chimica, così da garantire sia prestazioni elevate sia una durata che superi i 25 anni.

Secondo Fiandra, questi risultati offrono alle aziende indicazioni concrete per selezionare i materiali più adatti nella progettazione di moduli fotovoltaici affidabili e longevi. La ricerca fornisce inoltre ai produttori dati utili per ottimizzare le formulazioni dei polimeri, migliorando ulteriormente efficienza e resistenza.

Parallelamente, ENEA sta sviluppando coating superficiali innovativi: film a base di poliolefine arricchiti con materiali fluorescenti in grado di assorbire la luce incidente e riemetterla a una lunghezza d’onda più adatta alle celle. Una soluzione che, se confermata dai test in corso, potrebbe incrementare ulteriormente l’assorbimento della radiazione solare e l’efficienza complessiva dei pannelli.

4 Commenti
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+Benito+27 Settembre 2025, 18:46 #1
Una cosa forse utile per i mega impianti. Per i piccoli non ha senso: i moduli ormai costano pochissimo e spendere di più per avere un vantaggio minimo cozza con la possibilità di sostituirli ogni 10-15 anni e avere un impianto con produzione del 15-20% maggiore.
Notturnia28 Settembre 2025, 14:36 #2
Non ha senso neanche per gli impianti grandi se aumenta il costo dell’impianto di più del 2-3%
Alla fin fine anche negli impianti grandi si preferisce il revamping dopo 10-15 anni per aumentare la potenza a pari superficie
barzokk29 Settembre 2025, 10:47 #3
D'accordo che adesso costano poco
ma la bulloneria per i fissaggi costa perchè cambiano sempre le misure dei pannelli,
e soprattutto costa la manodopera
Notturnia29 Settembre 2025, 11:03 #4
Originariamente inviato da: barzokk
D'accordo che adesso costano poco
ma la bulloneria per i fissaggi costa perchè cambiano sempre le misure dei pannelli,
e soprattutto costa la manodopera


quando hai sul tetto un pannello da 375 che rende 330 e puoi montare un 450 sullo stesso spazio di prima non ci pensi due volte..
vuol dire che un impianto da 500 kW, che è calato a 440 kW può salire a 600 kW e produrre 160 mila kWh/anno in più (32 mila euro/anno di maggior guadagno/risparmio)

se il primo lo hai già ammortizzato (probabile dopo 15 anni ) il secondo impiantino nuovo fa gola specie se ci sono dei fondi perduti o sovvenzioni

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