Emissioni globali per la prima volta in calo secondo l'ONU, ma l'obiettivo è ancora troppo distante
di Vittorio Rienzo pubblicata il 29 Ottobre 2025, alle 17:31 nel canale Energie Rinnovabili
Per la prima volta, il rapporto dell'ONU sul clima mostra un trend discendente delle emissioni di gas serra. Tuttavia, la riduzione necessaria per limitare il riscaldamento entro 1,5°C resta ancora molto distante
Secondo il nuovo rapporto dell’UNFCCC (Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici), le emissioni globali di gas serra iniziano a piegarsi verso il basso per la prima volta dal 1990. Il documento, pubblicato ieri, prevede un calo del 10% entro il 2035 rispetto ai livelli del 2019.
Un traguardo che rappresenta un segnale importante, ma anche un campanello d’allarme. Per contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5°C – la soglia indicata dall’Accordo di Parigi del 2015 – sarebbe necessario un taglio del 60% entro lo stesso periodo. La distanza tra ambizione e realtà resta dunque enorme.
Our new NDC report shows: Countries are making progress & laying clear stepping stones toward net-zero emissions, but must urgently pick up the pace.
— Simon Stiell (@simonstiell) October 28, 2025
Additional data shows: Global emissions clearly falling for the first time, by around 10% by 2035.
More: https://t.co/gRfPVWaatj pic.twitter.com/1AB70lE6MG
Il segretario esecutivo dell’UNFCCC, Simon Stiell, ha sottolineato che l’umanità "sta finalmente piegando la curva delle emissioni verso il basso, ma ancora troppo lentamente".
Solo un terzo del pianeta ha aggiornato i propri piani climatici
Ad oggi, solo 64 Paesi hanno presentato i propri piani nazionali aggiornati (NDC), coprendo il 30% delle emissioni globali. I Paesi restanti – tra cui Unione Europea, Stati Uniti, Cina e India – non hanno rispettato la scadenza fissata al 30 settembre 2025.
La Cina ha promesso una riduzione del 7–10% entro il 2035, ma non ha chiarito quando verrà raggiunto il picco massimo di emissioni. L'Unione Europea, invece, punta a un taglio compreso tra il 66% e il 72,5% rispetto al 1990, ma non ha ancora presentato formalmente l’NDC aggiornato a causa delle divisioni interne sul Green Deal.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, dopo il ritiro dall’Accordo di Parigi durante la prima amministrazione Trump, le politiche climatiche restano incerte. L’attuale presidente ha rilanciato la produzione di combustibili fossili e le esportazioni di gas naturale, rallentando l’attuazione del piano climatico annunciato da Joe Biden che prevedeva una riduzione del 61% entro il 2035 rispetto ai livelli del 2005. Infine, l'India non ha ancora indicato alcuna data per la presentazione del proprio piano nazionale.
COP30: la sfida per accelerare la transizione climatica
Alla COP30, i leader mondiali dovranno mostrare risultati concreti e non più semplici dichiarazioni di intenti. Stiell ha delineato tre priorità operative:
- Rafforzare gli obiettivi nazionali in modo coerente con il limite di 1,5°C.
- Accelerare l’attuazione degli impegni, superando gli ostacoli politici e finanziari.
- Collegare la transizione climatica alla vita reale delle persone per garantire che la trasformazione energetica non aumenti le disuguaglianze sociali.
Il rapporto ONU evidenzia che il 70% dei governi ha inserito nei propri piani strategie per assicurare una "giusta transizione", mentre l’89% ha fissato obiettivi che coinvolgono l’intera economia.
Nonostante ciò, permangono gravi limiti finanziari: i Paesi in via di sviluppo stimano un fabbisogno di oltre 1900 miliardi di dollari per mitigazione e adattamento climatico, fondi che attualmente non sono garantiti.
Se da un lato, però, la politica e l'economia non sembrano tenere il passo con gli obiettivi climatici, dall'altro la tecnologia fornisce un'importante leva e non si ferma certo di fronte alla burocrazia.

Le innovazioni in corso – dall’elettrificazione dei trasporti alle batterie allo stato solido, fino all’espansione delle reti intelligenti (smart grid) e all’uso dell’intelligenza artificiale per la gestione energetica – stanno aprendo la strada a un futuro più efficiente e sostenibile.
Anche il settore dell’energia solare e dell’eolico offshore ha raggiunto livelli record di installazione nel 2024, con una crescita del 25% su base annua, secondo i dati della WMO. Tuttavia, senza una rete di finanziamenti globali stabile, queste tecnologie rischiano di restare confinate ai Paesi più ricchi.
Il pianeta si scalda più rapidamente del previsto
I dati climatici più recenti dell’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) mostrano che nel 2024 la concentrazione atmosferica di CO₂ ha raggiunto un nuovo massimo, con un incremento record rispetto all’anno precedente.
Le temperature medie globali risultano ora 1,3°C più alte rispetto ai livelli preindustriali (1850–1900). Oltre 100 Paesi registrano almeno 10 giorni caldi in più all’anno rispetto a un decennio fa, mentre eventi estremi come uragani, ondate di calore e siccità si moltiplicano.
In Giamaica, ad esempio, l'uragano Melissa è stato definito il più potente mai registrato sull’isola, mentre nel Golfo del Bengala le autorità indiane hanno chiuso scuole e infrastrutture in vista dell’arrivo del ciclone Montha.
In conclusione, l’umanità ha finalmente imboccato una curva discendente delle emissioni, ma il ritmo è ancora troppo lento per evitare i peggiori impatti climatici. Le decisioni che verranno prese alla COP30 in Brasile definiranno non solo le politiche dei prossimi cinque anni, ma anche la credibilità stessa dell’impegno globale per il clima. Come ha ricordato Simon Stiell, "l’accelerazione deve iniziare ora".










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7 Commenti
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Su un sito svizzero un articolo diceva che le emissioni erano in calo!La verità la scopriremo mai?
Fortunatamente, una fonte rinnovabile è anmche conveniente ergo verrà installata senza esistazioni.
Dopo qualche secolo il paradigma cambia, è ora di lasciare gli idrocarburi dove stanno, sotto terra.
Fortunatamente, una fonte rinnovabile è anmche conveniente ergo verrà installata senza esistazioni.
Dopo qualche secolo il paradigma cambia, è ora di lasciare gli idrocarburi dove stanno, sotto terra.
Un po' come la tua auto, sempre ferma a ricaricare per rispettare i "capricci" della produzione fotovoltaica collegati al meteo
A proposito come va la produzione oggi con la pioggia? Io sono fermo al SUC di Padova e sta piovendo....però immagino l'energia arrivi comunque da "fonti rinnovabili"...perchè è scritto così!
Fortunatamente, una fonte rinnovabile è anmche conveniente ergo verrà installata senza esistazioni.
Dopo qualche secolo il paradigma cambia, è ora di lasciare gli idrocarburi dove stanno, sotto terra.
In realta' la diffusione del fv sta ormai rallentando. Il problema e' sempre quello delle fluttuazioni che necessiterebbero di un accumulo. Per poter lasciare gli idrocarburi sara' necessario attendere ancora molti anni. Non e' ora di lasciarli, e' ora che la smetti di scrivere minc.
e dove l'hai letta 'sta minc?
ci sono svariate tecnologie di accumulo, basta implementarle, e tecnicamente è pure fattibile molto velocemente.
che poi gli IC servano ancora per molto tempo sono d'accordo, ma più per chimica e produzioni varie che non per bruciarli.
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