Le azioni di NIO precipitano dopo le accuse di ricavi 'gonfiati' per 600 milioni
di Rosario Grasso pubblicata il 16 Ottobre 2025, alle 17:14 nel canale Auto Elettriche
L'azienda cinese avrebbe anticipato 600 milioni di dollari di fatturato tramite una società controllata. Le accuse riaprono vecchi sospetti e generano timori sulla trasparenza dei conti del gruppo EV
Le azioni del produttore cinese di veicoli elettrici NIO hanno subito un crollo alla Borsa di Hong Kong dopo la causa intentata dal fondo sovrano di Singapore GIC, che accusa l'azienda di aver "gonfiato" i propri ricavi per circa 600 milioni di dollari attraverso una società controllata. La notizia ha scosso gli investitori e sta alimentando nuovi dubbi sulla trasparenza dei conti del gruppo.
Secondo l'accusa, NIO avrebbe utilizzato la società Weineng per contabilizzare in anticipo ricavi legati al noleggio di batterie. Pur presentata come un'entità indipendente, Weineng sarebbe stata di fatto gestita direttamente da NIO, che avrebbe mantenuto un interesse economico predominante e garantito parte delle sue obbligazioni finanziarie. In questo modo, l'azienda avrebbe potuto anticipare entrate non ancora maturate allo scopo di migliorare artificiosamente i risultati trimestrali.
Il titolo NIO ha perso oltre il 9% sui mercati asiatici, con un calo simile anche nelle contrattazioni pre-mercato statunitensi. La flessione riflette il nervosismo degli investitori, già preoccupati da un contesto competitivo sempre più serrato nel settore delle auto elettriche e da margini di profitto in riduzione.
Il caso riprende accuse simili mosse nel 2022 da alcuni short seller, che avevano segnalato presunte irregolarità nei bilanci della compagnia. NIO aveva allora respinto ogni addebito mentre sosteneva che i propri conti fossero conformi ai principi contabili internazionali. Oggi, con la nuova azione legale, la pressione sulla società torna a crescere e riporta al centro la questione della governance e della trasparenza delle aziende cinesi quotate all'estero.
Un giudice statunitense ha temporaneamente sospeso la causa in attesa dell'esito di un contenzioso collettivo già in corso contro NIO. Resta comunque alta l'attenzione dei mercati, mentre gli analisti avvertono che, in caso di conferma delle accuse, le ripercussioni sulla reputazione e sull’accesso ai capitali potrebbero essere gravi.
La vicenda sottolinea ancora una volta la necessità di controlli rigorosi e di maggiore chiarezza sui rapporti tra società operative e controllate nel panorama tecnologico e automotive cinese, dove i confini societari appaiono spesso sfumati e difficili da verificare.
NIO, azienda cinese di veicoli elettrici, ha scelto di quotarsi a Hong Kong per motivi strategici e normativi. La struttura societaria VIE (Variable Interest Entity) utilizzata da NIO, che consente agli investitori esteri di detenere quote economiche in aziende cinesi, non è riconosciuta pienamente legale in Cina continentale. Quotandosi a Hong Kong, NIO ha potuto mantenere la sua struttura societaria e accedere a capitali internazionali, riducendo al contempo i rischi legati alle tensioni politiche tra Stati Uniti e Cina.
Tuttavia, nonostante la presenza a Hong Kong, NIO sta affrontando sfide significative. Negli ultimi anni, l'azienda ha registrato perdite continue, e gli ultimi modelli introdotti sul mercato sono visti come un'ancora di salvezza per invertire questa tendenza. Modelli come la berlina ET5 e il SUV EL7, lanciati in Europa, rappresentano un tentativo di espandere la propria offerta e attrarre nuovi clienti, cercando di risollevare la situazione finanziaria dell'azienda.










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5 Commenti
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https://insideevs.it/news/762948/ba...abuso-problema/
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