BYD aggira i dazi UE esportando auto elettriche dalla Thailandia
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 28 Agosto 2025, alle 16:39 nel canale Auto Elettriche
BYD è una delle case cinesi sottoposte ai dazi aggiuntivi decisi dalla Commissione Europea, e prova quindi ad evitarli sfruttando la fabbrica thailandese
La questione dei dazi imposti dalla Commissione Europea per contrastare le auto elettriche di produzione cinese, è ormai più che dibattuta, anche se le contrattazioni tra le parti non sono mai di fatto terminate.
In attesa di tempi migliori, e nel tentativo di mantenere più margine operativo sulle auto vendute in Europa, BYD ha studiato un metodo alternativo: esportare le auto dalla Thailandia anziché dalla Cina.
La Thailandia infatti non è tra i Paesi soggetti a dazi, e BYD ha in loco una fabbrica, la prima di proprietà al di fuori della Cina, inaugurata nel luglio 2024. Lo stabilimento ha una capacità produttiva di 150.000 veicoli, e già lo scorso anno ha raggiunto quota 90.000.

In questa fabbrica viene utilizzato il metodo produttivo CKD (Completely Knocked Down), ovvero le parti vengono spedite e poi assemblate nel Paese di destinazione, semplificando le operazioni. Di fatto però questi veicoli vengono considerati come prodotti nel Paese dove si è svolto l'assemblaggio, per questo motivo le BYD in oggetto sono a tutti gli effetti thailandesi.
La nave BYD Zhengzhou è quindi salpata per la prima volta dalla Thailandia, in direzione Europa, con a bordo circa 900 BYD Dolphin, destinate ai mercati di Germania, Belgio e Regno Unito, dove verranno vendite senza il peso dei dazi aggiuntivi.
Per altro BYD sarebbe una delle case con tasse aggiuntive più basse, un dazio del 20,7% oltre al dazio doganale del 10%, come riconoscimento per aver collaborato alle indagini della Commissione. Ma per questo modello, almeno per questa consegna, eviterà i costi in più.










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9 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoL'UE no ma Trump si, è per questo che si è messo a sparare dazi a gogò su Canada e Messico, perché sono dei paesi ponte che la Cina ha sempre usato per aggirare i dazi.
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