1,9 miliardi in fumo (per ora): l'attacco a Jaguar Land Rover è il più grande del Regno Unito

Il recente cyberattacco a Jaguar Land Rover (JLR) potrebbe diventare uno degli incidenti informatici più costosi nella storia del Regno Unito, con un impatto stimato di 1,9 miliardi di sterline. Secondo i dati pubblicati dal Cyber Monitoring Centre (CMC), la violazione ha coinvolto oltre 5.000 organizzazioni tra fornitori, concessionarie e partner industriali.

Il CMC, sostenuto da CFC Group Limited, società specializzata in polizze di cyber insurance, ha classificato l’attacco come “evento sistemico di categoria 3”. In questa scala, una categoria 5 rappresenta un impatto superiore ai 5 miliardi di sterline e un coinvolgimento di almeno il 5% delle imprese britanniche.

La stima – compresa, per l'esattezza, tra 1,6 e 2,1 miliardi di sterline – tiene conto esclusivamente degli effetti sulle attività nel Regno Unito e, quindi, del blocco della produzione, della catena di approvvigionamento e delle concessionarie. Tuttavia, la cifra potrebbe essere perfino superiore nel caso in cui JLR non riprenda entro i termini prestabiliti la produzione completa e si verificassero, quindi, ritardi nelle consegne.

L’attacco, iniziato a fine agosto 2025, ha compromesso i sistemi IT di Jaguar Land Rover, bloccando completamente le attività produttive negli stabilimenti di Solihull, Halewood e Wolverhampton. Anche le reti dei concessionari sono state colpite, mentre molti fornitori hanno dovuto sospendere o ritardare ordini e consegne.

Il ritorno alla produzione è avvenuto solo questo mese, con un ripristino graduale dei sistemi e della catena logistica. Secondo le stime, le perdite settimanali per la produzione nel Regno Unito ammonterebbero a circa 108 milioni di sterline, una cifra che copre oltre metà dei danni totali previsti. Il resto dell’impatto economico ricade sugli altri attori del comparto industriale legato a JLR.

A settembre, di fronte al blocco delle operazioni, il governo britannico è intervenuto con un pacchetto di sostegno da 1,5 miliardi di sterline per mitigare l’impatto sull’economia. Il CMC precisa che, pur ipotizzando che i fondi non vengano effettivamente utilizzati, l’intervento pubblico potrebbe creare un precedente a cui altre aziende potrebbe appellarsi per crisi simili in futuro.

Non emergono al momento informazioni ufficiali su richieste di riscatto o pagamenti legati all’attacco. Il CMC sottolinea che l’episodio dimostra come una singola violazione possa propagarsi rapidamente lungo l’intera filiera industriale, influenzando non solo la produzione, ma anche trasporti e retail. Un monito chiaro sull’importanza di rafforzare la cyber resilienza del settore manifatturiero britannico, sempre più esposto a minacce digitali con potenziali effetti sistemici.